L'AltraSersale

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Abbiamo appreso sui social network dell'incidente capitato all'ormai famoso cane Ronzo. Come primo impatto abbiamo partecipato tutti al dispiacere suscitato dalla gravità delle sue condizioni e poi dalla sua probabile soppressione.

Anche noi abbiamo pubblicato una sua foto che lo ritraeva in occasione della nostra Liberafesta, per sottolineare quanto quel cane fosse speciale: uno che non disdegnava la compagnia di nessuno e che partecipava agli eventi pubblici di Sersale.

Tuttavia leggendo i commenti su facebook non può non sorgere un forte conato di vomito per rispetto del cane e degli uomini. Un vomito che è sintomo di nausea per la ventata di moralismo e perbenismo dei sersalesi, sensibili ormai soltanto sul piano virtuale.

A noi piace prendere Ronzo come esempio per guardare ai nostri difetti.

Del tutto inutile la crociata lanciata contro il malcapitato che ha avuto l'incidente che ha ridotto il cane in fin di vita. Alcuni commenti sprezzanti e accusatori dovrebbero lasciare spazio alla comprensione del fatto che poteva capitare a chiunque di noi!

Assolutamente sterili i cori di "Mi dispiace", poiché questo dispiacere salta fuori solo sui social network dove è facile mostrare pietà senza l'impegno di doverne sostenere fisicamente il peso: tutti quei dispiaceri sarebbero serviti per aiutare concretamente Ronzo. Infatti Ronzo è stato in pericolo già qualche anno fa, quando rimase impigliato in una trappola per cinghiali. Fu solo lo spirito di alcuni sersalesi a salvarlo: lo cercarono per le campagne, lo trovarono, lo medicarono e gli diedero alcuni costosissimi farmaci... e Ronzo tornò a camminare, seppur zoppo, per le vie di Sersale. All'epoca fu attivata una raccolta fondi e non ci risulta si siano recuperati milioni di euro. Eppure il dispiacere non dovrebbe esaurirsi in un clic.

Infine la falsità dell'affetto e il finto animalismo: quando successe l'orribile strage dei bocconi avvelenati nella quale 7-8 cani furono avvelenati, si levò un coro di sdegno e fu perfino convocata un'associazione di protezione animali di Catanzaro. Tutti si scagliavano contro gli ignoti avvelenatori, bastardi assassini, senza però riflettere su alcune conseguenze del randagismo: a) i cani randagi si moltiplicano all'aumentare dell'egoismo umano, i cani si abbandonano dopo averli coccolati come giochi per bambini; b) i cani randagi hanno un costo sociale ed economico per la comunità, sono pericolosi e la loro presa in carico nei canili è triste oltreché gravosa sui bilanci comunali.

Perciò all'epoca dei fatti, invitati ad una di queste assemblee, noi ci siamo studiati la normativa e abbiamo scoperto che l'unica soluzione al randagismo è il cane di quartiere.

In altre parole, la legge permette ai residenti in un quartiere di adottare collettivamente un cane randagio, si registra e si sterilizza e quel cane non solo eviterà di finire in un canile o di soffrire gli stenti dell'abbandono, ma previene l'avvicinamento al quartiere di altri randagi, essendo i cani animali molto territoriali. All'epoca la risposta fu una levata di spalle, nessuno degli aficionados, degli amici dei cani, dei difensori e dei perbenisti si prese la responsabilità di attuare questa soluzione condivisa, semplice ed economica. Tutti si indignarono, tutti commentarono e poi la cosa svanì nel dimenticatoio. Come gli impegni per la realizzazione di un canile comunale.

Ecco, la stessa cosa si poteva fare per Ronzo. Conoscendo la natura mite del cane, tutti quei sersalesi che ne piangono la morte avrebbero potuto essere conseguenziali e adottarlo. La stessa cosa avremmo potuto farla noi che ne scriviamo ora o l'amministrazione, o i commercianti, le associazioni. Ma come al solito a noi piace la chiacchiera da bar... ops da chat!

Detto ciò, questa vicenda insegna anche un altro paio di cose.

Si dice che qualche settimana fa alcuni sersalesi nostri figli si sono resi responsabili di atti di bullismo verso un ragazzo, sfregiandone il volto con la soda caustica per fare uno scherzo di carnevale. Per questo ragazzo non abbiamo visto la stessa levata di "Mi dispiace", né le parole di condanna. Di questa vicenda non ne parla nessuno, perché il perbenismo ci impone di essere sempre moralisti quando la colpa è degli altri!

Infine, con tutto il rispetto e l'affetto per quel cane speciale, ci tocca sottolineare che ci sono problemi ben più gravi in questo paese di cui preoccuparsi. Il mese scorso abbiamo sollevato il problema della raccolta differenziata per esempio, e pare che del fatto ai sersalesi non gliene freghi più di tanto, salvo poi strepitare su facebook per i cassonetti pieni, per le tariffe salate, per il decoro urbano... questa è l'ennesima dimostrazione di quanto sterile sia la vita pubblica sersalese. E quanto sciocche le emozioni spiattellate nel circo dei social network.

Giusto per la cronaca, pare che a Ronzo verrà somministrata la Dolce Morte... intanto sul corpo di Eluana Englaro eserciti di integralisti cattolici, moralisti proprio come noi, si sono scagliati per vietare l'eutanasia che avrebbe lenito le sofferenza di un essere umano.

Come si può essere così ipocriti da piangere per un cane e accanirsi contro gli uomini?!

Chiediamo scusa a Ronzo per aver utilizzato la sua storia per riflettere sulle miserie della nostra quotidianità. A noi piace pensare che dentro a quel cane vivesse lo spirito dei migliori sersalesi.

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Commento da FALBO ENZO su 31 Marzo 2014 a 13:01

Completamente, totalmente d'accordo, su ogni singolo punto dell'articolo. Siamo tutti "rivoluzionari multimediali", (non solo a Sersale) facili al giudizio, alla morale pelosa, maestri nell'arte di ciò che è giusto fare, il tutto, rimanendo rigorosamente dietro uno schermo!!

Commento da FALBO ENZO su 31 Marzo 2014 a 12:53

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