L'AltraSersale

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Per chi si fosse trovato ieri sera per Sersale, la scena davanti ai cofani delle macchine in giro, sarebbe stata quella di un tour della morte. In almeno tre punti del paese, 7-8 cani randagi agonizzanti, moribondi in un lago di bava: avvelenati col cianuro.

Difficile individuare i responsabili del metodo 'soluzione finale', da veri bastardi!

Tuttavia l'evento dovrebbe suggerire alcune riflessioni, anche all'ondata di sdegno che monta su Facebook:

  • è ammissibile che 15-20 cani randagi si aggirino in branco per Sersale, con quel che ne consegue in termini di sicurezza e di rispetto delle norme igienico-sanitarie;
  • è tollerabile che questi branchi, in preda al 'calore' possano mettere a rischio la sicurezza dei cittadini;

Queste semplici riflessioni non giustificano nessun gesto di violenza nei riguardi degli animali, ma dovrebbero spingere a formulare ben più profonde domande. Come mai a Sersale periodicamente si formano questi branchi di randagi? Come mai non ci sono provvedimenti da parte delle autorità, né per evitare l'arrivo dei cani, né per la loro cura, né per risolvere il problema? In altre parole, cosa si potrebbe fare per evitare il problema?

Innanzitutto c'è da dire che - come avviene per gli abbandoni in autostrada - la moda degli animaletti da compagnia comporta un aumento degli abbandoni; il buonismo di buona parte di noi cittadini ci spinge a gettare gli avanzi per sfamare i randagi, ma nessuno decide di prendersi cura in tutto e per tutto (pulizia, vaccinazioni) dei cani. Siamo tutti bravi a sorridere alle cucciolate, ma nessuno decide di adottare un cucciolo. Un po' di buon senso da parte di tutti potrebbe abbassare il numero di randagi per le strade.

In secondo luogo, in presenza di randagi le autorità possono procedere in due direzioni: o chiamare il servizio veterinario e destinare i cani al canile, oppure procedere ad una sterilizzazione dei randagi, soprattutto di quelli 'simpatici' che vanno a tutte le manifestazioni. E questo significherebbe una sostanziale presa in carico del problema da parte dell'amministrazione comunale.

I canili sono dispendiosi e spesso si trasformano in lager per gli animali stessi, perché difficilmente con la situazione finanziaria dei comuni si può far fronte alla gestione di un canile (locali, personale e assistenza veterinaria) - un randagio costa circa 5€ al giorno alle casse comunali, e questo spiega perché nessuno chiama l'accalappia cani. E questi progetti spesso naufragano ancor prima di vedere la luce, come il canile di Sersale di cui si parlava qualche anno fa.

Ci si dovrebbe chiedere se sono percorribili altre strade, magari cooperative. Per esempio gli animalisti potrebbero dare vita ad un'associazione di volontari che raccoglie avanzi di cibo, che contatta i servizi veterinari volontari per dare un minimo di assistenza ai cani randagi (a questo link un esempio di volontariato catanzarese). Magari si potrebbe individuare un luogo comunale per creare un canile gestito da volontari, anziché caricare i costi sui privati o sui cittadini.

In questo modo lo spirito di accoglienza e la volontà di volersi prendere cura degli animali troverebbe la sua naturale e più utile espressione.

Ribadiamo che questa è solo una proposta per riflettere assieme ai cittadini indignati, ma anche assieme a quelli che subiscono direttamente i problemi del randagismo, a insieme all'amministrazione comunale. Bisogna dare seguito al facile sdegno, al ribrezzo.

PS: ai "soliti" cattivi interpreti degli scritti e prima di ricevere l'ennesima minaccia di querela: questo post non accusa nessuno, non insinua nessuna responsabilità in capo a nessuno. E' soltanto uno spunto di riflessione.

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