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Tratto Sersale-Cropani, tra pericoli, scavi e fosse

Da Calabriaora del 13 luglio 2011:

"Tratto Sersale-Cropani, tra pericoli, scavi e fosse"

 

 

Buche profonde, solchi longitudinali, scavi e interruzioni: a questo è ormai ridotta la sp 158 nel tratto Sersale-Cropani. Sono gli stessi cittadini del centro presilano a lamentare le pericolose condizioni a cui è ridotta la strada che permette ai sersalesi di raggiungere la SS 106 e ai turisti di accedere alla montagna e al suo patrimonio. In alcuni tratti manca addirittura un'intera carreggiata a seguito di uno scavo per i lavori di ammodernamento che impegnano la strada da ormai quattro anni; in altri le buche sono così diffuse e profonde che evitarle è impossibile o si traduce in un rischio incidente, se non in danni a pneumatici e componenti meccanici; in prossimità dei punti di congiunzione col nuovo tracciato in esecuzione poi la pericolosità aumenta a causa dei terrapieni, delle cunette, dell'assenza di protezioni. Una condizione che i sersalesi sopportano dal 2007 nella speranza di veder realizzato il nuovo tracciato che dovrebbe abbattere i tempi di percorrenza e ridare appetibilità ad un territorio altrimenti destinato allo spopolamento. Ma la pazienza, come si suol dire, ha un limite: nonostante i ritardi siano dovuti alle difficili condizioni di realizzazione e alle costanti variazioni in corso d'opera, i pendolari hanno sopportato anche due anni di ritardo rispetto alla data di fine lavori (maggio 2009). Poi hanno pazientato vedendo l'ultimazione di un abbondante tratto che taglia numerosi tornanti e che è costato il taglio di un'intera montagna, soprattutto perchè, quando tutto sembrava fermo il geom. Spanò, responsabile di cantiere della Alpin, l'impresa appaltatrice, nel febbraio scorso aveva dichiarato a CalabriaOra che entro maggio la strada sarebbe stata aperta. E così è sembrato confermare sia la visita della Presidente Ferro nell'aprile scorso che, nella sala consiliare di Sersale, aveva assicurato che la Provincia di Catanzaro non lascia opere incompiute, sia l'ordinanza di chiusura della strada fino al 25 maggio per permettere il raccordo nei punti di sovrapposizione tra il vecchio e il nuovo tracciato. Proprio in questi punti si ravvisano ora i tratti più pericolosi: appena usciti da Sersale un'intera carreggiata in curva è stata eliminata, poi i lavori si sono fermati al rinvenimento del metanodotto, ma né è stato ultimato il nuovo tratto, né è stato ripristinato il manto stradale. Oppure, in prossimità di un viadotto la strada è talmente dissestata che si è costretti a procedere a passo d'uomo. Alla pericolosità aggiungasi anche i guasti alle auto.
Ma i sersalesi, oltre al danno, pensano alla doppia beffa: la prima, vedere il nuovo tracciato in gran parte ultimato ma chiuso, la seconda, percorrere il vecchio tracciato ormai ridotto ad un tratturo.
Il tutto avviene mentre imprese e pendolari percorrono intensivamente la strada per recarsi al lavoro e mentre i turisti accorrono a visitare uno dei patrimoni naturalistici più suggestivi, e probabilmente sono i loro commenti quelli che rendono meglio la situazione: “ma cosa ci vuole per finire i lavori?”, lamentava un turista in piazza. Una domanda la cui risposta è da rintracciarsi negli uffici provinciali, perchè infatti il cantiere della Alpin è ormai deserto, i mezzi fermi e solo qualche operaio rimasto in attesa di istruzioni. Secondo alcuni addetti ai lavori lo stallo sarebbe dovuto proprio a problemi di bilancio, ovvero alla carenza di risorse per l'ultimazione. Una carenza dovuta da un lato alle costanti variazioni che avrebbero comportato aggravi di spesa e dall'altro agli obblighi di bilancio dell'ente provinciale, che avrebbe stretto i cordoni della borsa. Una risposta che non è giunta dall'impresa appaltatrice e che i sersalesi attendono ora dalla Provincia.
Una risposta che, più che il tempo passa, sembra contraddire il “detto-fatto” che ha caratterizzato il successo del Traversa presidente provinciale e che ha alimentato numerose campagne elettorali e diatribe politiche locali.
Una risposta a cui i cittadini chiedono seguano i fatti: auspicabilmente l'ultimazione o quantomeno il ripristino e la messa in sicurezza del vecchio tracciato.


Antonio Borelli

 


 

 

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