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Mentre Pd, PdL, Lega, Scelta Civica attuano un "golpe bianco" rieleggendo Napolitano ai fini di un governo di 'larghe intese' che mantenga in vita sia Berlusconi che il ceto dirigente del PD (permettendo anche la tutela degli interessi delle banche), a Sersale si sonnecchia sulla questione DISSESTO.
Nelle puntate precedenti vi avevamo informati che il Comune di Sersale è al dissesto finanziario. La deliberazione n° 340/2012 della Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo Calabria stabilisce che
ESAMINATA la documentazione prodotta, in ordine al rendiconto 2010, dall’Organo di revisione del Comune di SERSALE (CZ);
ESAMINATE le controdeduzioni prodotte dal Sindaco e dall’Organo di revisione con nota prot. n. 2411 del 26 aprile 2012 ed acquisita agli atti al n. 1955 di prot. del 27 aprile 2012;
il Comune di Sersale presenta:
incapacità di realizzare la massa attiva delle entrate proprie (incapacità di riscossione);
difficoltà connessa al pagamento dei residui passivi (incapacità di prevedere le uscite) - "segnale di una condizione di precarietà degli equilibri finanziari, della loro inattendibilità";
indebitamento per il 2010 pari ad €. 8.267.381,30 (incapacità di far fronte ai debiti contratti);
gestione influenzata da entrate di carattere non ripetitivo destinate a finanziare indistintamente la spesa corrente e ripetitiva.
Giudizio netto e amaro.
La Giunta Torchia reagisce deliberando l'avvio della procedura di riequilibrio finanziario ex-art 243, bis del TUEL e adottando un piano di riequilibrio decennale per:
- attestare la ricognizione di tutti i debiti fuori bilancio riconoscibili;
- deliberare le aliquote o tariffe dei tributi locali nella misura massima consentita;
- assicurare, con i proventi della relativa tariffa, la copertura integrale dei costi della gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e del servizio acquedotto;
- effettuare una rigorosa revisione della spesa;
- accedere al Fondo di rotazione per assicurare la stabilità finanziaria degli enti locali di cui all'articolo 243-ter, a condizione che abbia previsto l'impegno ad alienare i beni patrimoniali disponibili non indispensabili per i fini istituzionali dell'ente;
A quanto pare la Corte dei Conti, Sezione di Controllo per la Calabria, ha ritenuto insufficiente la procedura di riequilibrio finanziario ex-art 243 bis del TUEL. E con deliberazione n. 17/2013 la Corte dei Conti
nell’accertare la mancata adozione da parte del Comune di Sersale di legittime ed adeguate misure correttive e la persistenza di “gravi profili di criticità ed irregolarità, quali già riscontrati nella precedente deliberazione della Sezione n. 340 del 20/12/2012, il dissesto finanziario dell’ente, ha disposto di assegnare al Comune di Sersale un termine di giorni 15 (quindici) al fine di consentire la produzione di eventuali ulteriori controdeduzioni;
La Corte dei Conti rigetta la procedura di autocommissariamento dell'Amministrazione Torchia e chiede al comune ulteriori adempimenti per giungere alla procedura di "dissesto guidato".
A questo punto, al consiglio comunale del 12 aprile scorso, mentre l'Amministrazione Torchia approva una serie di contro deduzioni al rifiuto della corte, la minoranza consiliare chiede immediate e non revocabili dimissioni dell’attuale amministrazione.
Fin qui è cronaca. Proviamo a fare un sunto.
C'è un'amministrazione che si è indebitata per puri fini elettoralistici - circa 3,5 mln di € per Porta Parco, Area Vallone, muri e muretti, PIP Borda, Chiesa Monte Crozze, Campo Sportivo - e che si ritrova tra capo e collo (anche se tutti lo sapevano), alcune sentenze imputabili ad amministrazioni precedenti.
Le sentenze riguardano procedure d'esproprio non perfezionate e relative richieste di risarcimento - anche se i beneamati eredi della Famiglia Colosimo hanno ottenuto quasi 2 mln di € per un rudere cadente adibito a palazzo comunale!
C'è quindi un dissesto che ammonterebbe grossolanamente a oltre 5 mln di €uro.
E c'è quell'amministrazione che in questi anni ha gestito con facilità le casse comunali, curando prima l'immagine che la sostanza, che vorrebbe risanare i propri errori di gestione e di progettualità con un piano decennale di riequilibrio. Cioè chi è causa del problema vorrebbe proporsi come soluzione (a spese del contribuente ovviamente!).
C'è una Corte dei Conti, bbastasa e caina, che continua a bocciare i tentativi di salvataggio dell'Amministrazione Torchia, sputtanandola - che danno di immagine! - su Tg3, sulla Gazzetta del Sud, sui principali siti di informazione della Calabria.
E c'è ancora quell'amministrazione che all'ultimo consiglio tenta l'impossibile (Delibera di Consiglio n. 18/2013):
DI APPROVARE integralmente la richiesta di riesame, in autotutela, di quanto deliberato nella deliberazione n. 17/2013, nonché la predisposizione del piano di riequilibrio da sottoporre agli organi competenti;
DI RICHIEDERE alla Corte dei Conti – Sezione regionale di controllo per la Calabria, in considerazione della ristrettezza dei termini a disposizione dell’ente per approvare e trasmettere il piano di riequilibrio finanziario ex art. 243 bis TUEL, di provvedere in tempi celeri all’esame di tutto quanto oggi sottoposto alla Sua attenzione;
E come se all'aesame di maturità gli alunni chiedessero alla Commissione che li ha appena bocciati di poter ripetere l'esame, allegando un altra tesina... ma soprattutto di fare tutto questo in fretta!
L'amministrazione Torchia non solo ha rifiutato una via d'uscita decorosa, dimettendosi, ma insiste sostenendo che "il dissesto dell'ente sarebbe molto meno faticoso per l'Amministrazione, ma la nostra Giunta vuole con orgoglio e dedizione preparare il piano di riequilibrio" (citazione non testuale del Sindaco all'ultimo consiglio comunale).
Ma se è così palese il fallimento e cosi semplice la via d'uscita perchè non dimettersi allora?
La risposta sta nell'art. 6 del d.lgs 149 del 6 settembre 2011:
gli amministratori che la Corte dei conti ha riconosciuto responsabili, anche in primo grado, di danni cagionati con dolo o colpa grave, nei cinque anni precedenti il verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici.
L'Amministrazione Torchia sta cercando - con ogni disperato artificio legalistico - di evitare il dissesto perché questo si tradurrebbe nell'ineleggibilità dei rappresentanti locali dei vari Aiello, Tallini, Ferro, Scopelliti.
Non è l'interesse pubblico la ragione di tanta dedizione ma l'obiettivo di salvare se stessi.
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