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Consiglio Comunale del 23.04.14: bilancio di un'amministrazione senza prospettive.

Nella seduta odierna del Consiglio Comunale si è discusso fondamentalmente di Ipotesi di Bilancio Stabilmente Riequilibrato. In seguito alla dichiarazione dello stato di dissesto, l'Amministrazione Comunale è tenuta alla redazione di un'ipotesi di bilancio riequilibrato che permetta il risanamento dell'ente. Tale bilancio di risanamento era stato approvato con delibera n. 06 del 11.02.2014 e già all'epoca avevo mosso serie critiche sul contenuto, più che un risanamento un tentativo di continuare a galleggiare.

Il 25 febbraio il Ministero degli Interni ha richiesto chiarimenti in merito a tale bilancio. E oggi il Consiglio è stato chiamato a deliberare le integrazioni su richiesta del Ministero.

Siccome per comprendere i meccanismi è necessaria una laurea in fisica nucleare ho deciso di evitare commenti 'confusi' sui dati di bilancio, soprattutto perché prima dei numeri e dei conti che tornano sono importanti le persone, i cittadini, i fatti.

Pertanto la mia dichiarazione assume carattere prettamente politico.

DICHIARAZIONE ALLEGATA A VERBALE - PUNTO N.4 dell'O.d.G:
“Ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Integrazioni”

Il gruppo consiliare “Rifondazione Comunista” esprime votazione contraria in merito alla deliberazione in oggetto in quanto permangono i dubbi e le perplessità sia di natura formale che di merito già espresse all'ultimo consiglio.
Sul piano formale la nota del ministero 24525 del 25.02.2014 non dissipa i dubbi in merito alla legittimità dell'adozione dell'ipotesi di riequilibrio in violazione del termine previsto dall'art. 259 TUEL. “L'ipotesi di bilancio è stata approvata con deliberazione consiliare n°06 del 11.02.2014. [...] L'intera documentazione è stata consegnata oltre il termine di cui all'art. 259, 1° comma TUOEL”, lo stesso si legge nella nota del Ministero 22213 del del 04.02.2014: “considerata l'evidente perentorietà del termine de quo decorrente dalla data di emanazione del DPR e non dalla conoscenza dello stesso, non è possibile concedere alcuna proroga del termine in questione”.
Pertanto ad essere confuso non è solo il sottoscritto ma a questo punto anche l'Amministrazione Comunale, che in occasione dell'ultimo consiglio rassicurava sulla legittimità dei termini temporali, e perfino il Ministero stesso; la domanda rimane fondata: è legittima l'adozione di una delibera in violazione del termine perentorio fissato dalla legge? E se illegittima, è in grado di avere effetti giuridici? Il rischio che il comune ha difronte è di vedere un giorno inficiata la propria attività di risanamento.

Nel merito invece, basta scorrere l'integrazione del servizio finanziario ai rilievi del Ministero per desumere ancora una certa approssimazione nella redazione del bilancio, seppur nell'urgenza di definire un piano di riequilibrio in tempi stringati. In queste modalità non si raggiungono molti obiettivi, se non la formale regolarità dei conti e degli equilibri.
A tal riguardo si sollevano le seguenti questioni:

  • Anticipazione di Liquidità: 709.508 euro da mutuo con Cassa DD.PP. da non potersi utilizzare per i debiti rientranti nella competenza dell'OSL. Ci si chiede quali destinazioni abbiano avuto tali fondi, e se abbiano coperto debiti rientranti in massa passiva c'è da chiedersi se ci sia grave disparità di trattamento tra i creditori. Infatti se l'Amministrazione, in pieno dissesto, abbia risanato situazioni debitorie a vantaggio di alcuni creditori, scavalcando quindi la competenza dell'OSL, non si concretizza un danno per altri creditori che si vedranno invece attribuiti solo il 50-60% dei crediti dietro contrattazione con l'OSL? E ancora, nell'ultimo consiglio rilevavo che senza tale contributo i “conti non tornavano”, e che comunque andava prevista una forma di restituzione che avrebbe aggravato l'ipotesi di riequilibrio: tale a me sembra il rilievo del Ministero.
  • Piano delle alienazioni e valorizzazioni: oltre ai consueti lotti PIP, il Piano, come integrato, si rappresenta come solo elenco di beni disponibili. Infatti nessuno degli immobili comunali, ad eccezione di quello assegnato all'ARCI e degli impianti “G.Gentile”, genera alcun utile al Comune. Ci si chiede se l'Amministrazione non debba provvedere a rideterminare i canoni per questi immobili, soprattutto se destinati ad attività commerciali o turistiche e non di mero associazionismo.
  • Squilibrio fondi vincolati: si evidenzia uno squilibrio dei fondi a gestione vincolata per il servizio depurazione, anche se si chiarifica che non vengono utilizzati ai fini della spesa corrente. Qualche anno fa rilevammo l'uso improprio di tali fondi per la depurazione (all'epoca circa 350.000) e dimostrammo che tali fondi vadano restituiti all'utente secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale con sentenza 335/2008, poiché sul territorio comunale non sussiste alcun servizio di depurazione attualmente funzionante. Ci si chiede se sia stato previsto l'accantonamento di tali somme da restituire e quali effetti abbiano qualora venissero restituite.
  • Forme di gestione smaltimento rifiuti e servizio acquedotto: su tale punto c'è da registrare l'assoluto immobilismo dell'amministrazione che manca alle promesse elettorali del c.d. Porta a Porta e continua a gestire il servizio idrico semplicemente aumentando al massimo le tariffe. Mentre invece rifiuti e acqua, e i servizi a domanda individuali, sono gli unici a poter liberare risorse monetarie o a permettere la creazione di piccole economie anche in termini di lavoro: ma solo se assoggettati ad un regime pubblicistico. I risparmi ottenuti con differenziata, ripubblicizzazione del servizio idrico, gestione in house dei servizi mensa e scuolabus potrebbero essere destinati a finanziare altre attività.

Ci siamo limitati alle sole macro questioni per esigenza di sintesi e perché già in occasione della prima approvazione del piano di riequilibrio abbiamo mostrato le nostre perplessità. A queste si aggiungono quelle sollevate dal Ministero, attinenti soprattutto a formali ritrascrizioni di voci di bilancio da allocare sotto altre categorie. Tali correzioni e integrazioni ricalcano spesso quanto evidenziato dalla Corte dei Conti sulla redazione dei bilanci degli anni passati, risalendo fino alla fonte del dissesto per l'anno 2010.
E' chiaro che ogni amministrazione cerca di amministrare nel miglior modo possibile, incorrendo spesso in errori formali e materiali dovuti all'evoluzione delle normative. Tuttavia il dato materiale dei rilievi ministeriali ci racconta di un'amministrazione che punta a utilizzare gli spazi angusti di incertezza lasciati dalla normativa per non ammettere il proprio fallimento.
Ammissione che invece sarebbe gradita ai cittadini di Sersale che pagheranno di tasca tutti gli effetti del dissesto.

Sersale, 23.04.2013

Il Consigliere Comunale

Antonio Borelli

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