L'AltraSersale

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E quindi uscimmo a riveder le stelle... un'analisi del voto.

Le elezioni del #4marzo sono state sorprendenti. L'esito era intuibile, ciò che ha stupito è la consistenza dell'esito stesso. Del resto - e questa è una premessa alla mia analisi del voto - con un sistema comunicativo di questo tipo era prevedibile che gli elettori votassero secondo quello che TV e social network hanno maggiormente diffuso negli ultimi anni.

Salvini è in TV 24h su 24 praticamente da un triennio, e trasmissioni come "Dalla vostra parte", più volte segnalate dall'AgCom, hanno contribuito a diffondere la paura dei migranti e altri messaggi xenofobici. Non a caso il 40-50% dei voti di Lega e M5S proviene dagli elettori over 50, quelli più esposti alla comunicazione televisiva.

Molto influente è lo strumento della rete: migliaia di pagine che rimbalzano le parole d'ordine, miste a fake news, dei principali gruppi politici all'opposizione del governo Renzi. Le campagne di odio e le pagine della 'galassia nera' (come la chiama l'ANPI), le pagine-eco dei 5stelle, tutto ciò ha enormemente deformato la percezione dei problemi degli italiani.

In questo contesto partiti come il movimento 5 stelle sono quello che i politologi chiamano "partiti pigliatutto", cioè in grado di intercettare voti da posizioni e condizioni sociali diverse: il refrain né destra e sinistra è forse quello più congeniale a prendere voti. Mentre la narrativa della paura (del migrante, della pensione e del fisco) ha dato alla Lega una marcia in più.

Innanzitutto c'è da dire che in tempi di disaffezione alla politica, alle elezioni del 2018 ha votato il 73% degli aventi diritto, appena 2 punti in meno rispetto al 2013. in queste condizioni non sono entrati 'nuovi' elettori nel gioco, semplicemente i flussi in uscita dai partiti vincitori nel 2013 si sono orientati verso i 2 nuovi attrattori odierni - Lega e 5 stelle.

Facendo un raffronto 2013-2018 (Camera):

  • Il M5S acquisisce 2 mln di voti e allo stesso tempo il PD ne perde 2,5 mln, segno evidente che il grosso del flusso in uscita dal PD si è rivolto al movimento e, parzialmente alla Lega, soprattutto al Sud. Il PD è la terza forza politica nelle regioni del Nord, quindi la Lega è riuscita a re-intercettare parte del 40% delle europee che il PD aveva preso in quelle regioni.
  • Contemporaneamente i fuoriusciti dal PD non portano con se troppi voti: LeU ha più o meno gli stessi voti che Sel prese nel 2013. Mentre Potere al Popolo a stento raggiunge la metà dei consensi della Lista Ingroia che racchiudeva la sinistra radicale nel 2013.
  • La Lega invece quintuplica i propri consensi, en plein al Nord ma gioca soprattutto nelle regioni meridionali: nel 2013 aveva 1.390.000 voti, oggi 5.691.000. Ma molti di questi flussi provengono da ForzaItalia: 5 anni fa il PdL aveva 7 mln di voti, mentre oggi 4,5 mln. Da segnalare anche la crescita di Fratelli d'Italia che passa da 600.000 a 1,5 mln di voti.
  • Complessivamente, in 5 anni il CentroDestra a guida leghista passa da 9 a 12 mln e il CentroSinistra cala da 10 a 7,5 mln. Questo certifica un sostanziale spostamento a destra dell'elettorato italiano: l'agenda politica parla parole d'ordine di destra (sicurezza, fisco, sovranismo).

La destra guadagna più voti di quelli che si spostano dal Centrosinistra al M5S: a questi vanno sommati i risultati di CasaPound (da 47.00 a 310.000 voti) e ForzaNuova (126.000 voti - gli stessi di FN e Fiamma nel 2013). In generale, i temi della destra sono stati introiettati dall'elettorato perché tutte le forze di destra sono in crescita, anche se Salvini è stato in grado di erodere l'exploit della destra fascista.

Considerando la somiglianza dei programmi tra Lega e M5S, è fondato sostenere che in Italia spira un vento di destra. Tuttavia il movimento rappresenta oggi quello che era la DC 50 anni fa. Questo segnala uno scollamento della sinistra dai luoghi del conflitto: le periferie, le fabbriche, i problemi quotidiani.

Senza un ritorno a questi luoghi, sarà difficile invertire la rotta. Il PD, come in altri paesi europei, subisce l'effetto delle politiche di austerity europee; come PASOK, PSOE, PSF e SPD, viene percepito come il partito dell'establishment finanziario. Al contrario degli altri paesi europei, dove nascono formazioni chiaramente di sinistra come Podemos, FranceInsoumise, Linke, Syriza, in Italia l'uscita dalla crisi è a destra!

Nel locale i risultati appaiono confermati ma vi sono delle curiosità.

A Sersale ha votato il 67% degli aventi diritto, il 2% in più rispetto a 5 anni fa.

Il M5S - che 5 anni fa aveva raccolto 621 voti - raggiunge 1537 voti, passando dal 26 al 61% senza la minima organizzazione sul territorio, senza nemmeno un manifesto. Ciò spiega quale capacità di penetrazione mediatica, semantica e di contenuti abbia acquisito il movimento.

Il centrosinistra riesce a recuperare solo 1/3 dei voti di 5 anni fa (901 voti) e il PD solo 237 voti su 687.

Il centrodestra che 5 anni fa aveva 507 voti, oggi raggiunge complessivamente 448 voti. Nella coalizione la Lega raggiunge quasi ForzaItalia: 171 a 221. Anche in questo caso non ha sedi di partito né ha condotto campagna elettorale, al contrario di FI che è stata ospite dell'Amministrazione Torchia nella sala consiliare con la candidata Altilia.

Mentre il centrodestra sembra confermare il proprio consenso, 2 elettori del centrosinistra su 3 hanno scelto il Movimento 5 Stelle. Ma c'è da riflettere sull'exploit della Lega. 5 anni fa la Lega aveva preso solo 8 voti, oggi detiene quasi il 50% del consenso del centrodestra sersalese.

Segno evidente che anche nel centrodestra qualcosa non funziona: i collettori di voti per i soliti noti Aiello, Tallini, Scalzo, Tassone, ecc. non sembrano avere più la stessa presa sugli elettori.

Mentre le comunali ci hanno raccontato di consenso quasi bloccato attorno ad alcuni storici esponenti di partito, queste politiche ci dicono che i pacchetti di voti si possono spostare. Nel centrodestra è in atto una conta, più che nel centro sinistra.

In ogni caso, questo voto non ha nulla di politico a Sersale: i soliti noti non hanno avuto il consueto seguito, i partiti di sinistra non riescono a tenere il passo.

Oltre ai 60 voti di LeU, Potere al Popolo segna un calo rispetto alle europee e alle ultime politiche, quando la sinistra si posizionò a 90 voti. Tuttavia, rispetto alle ultime regionali (20 voti) Potere al Popolo dà un infinitesimo segnale di crescita (l'ironia è d'obbligo).

C'è un dato che non va sottovalutato:  Lega+FdI+CasaPound+ForzaNuova sommano 260 voti, oltre la sommatoria della destra 'moderata'. Eppure qualcuno si è ostinato a dire che a Sersale non c'è una deriva a destra!

Più che lo straordinario risultato dei 5stelle (superiori a entrambi gli schieramenti delle comunali!), ciò che preoccupa è il risultato della Lega che certifica una capacità di penetrazione nel territorio: in Calabria Salvini si è affidato a Furgiuele e a Scopelliti, perché hanno la capacità di gestire ancora pacchetti di voti. Chi siano i referenti locali non è dato sapere.

Mentre per gli altri è tempo di riflettere: sono lontani i tempi in cui i sodali di Berlusconi (e Aiello) raccoglievano 500 voti come nulla fosse; lo stesso si potrebbe dire per il centrosinistra. In entrambi i casi è il peso (zavorra) dei candidati locali (nonché candidati di sempre) ad aver influito negativamente sul risultato.

Il merito del voto ai 5stelle è un chiaro atto di pulizia verso i soliti politici che vengono a Sersale solo a chiedere voti, ma poi si dimenticano sistematicamente di aiutare le proprie comunità. Dopo 15 anni Aiello, Tallini e Scalzo tornano a casa senza risultato.

Allo stesso tempo, per quanto riguarda la sinistra, le scelte dei politici nazionali (Dalema, Bersani, ecc) e il clima di generale scivolamento a destra rappresentano il più grosso disincentivo al voto: le idee, le opinioni, i valori rappresentano attualmente una percentuale inferiore al 5% nella motivazione del voto a sinistra.

Il risultato di Sersale ci comunica per un verso il desiderio di cambiamento (dovuto ai fattori evidenziati su scala nazionale), ma dall'altro preoccupa la capacità di influenza di una fetta di elettorato di alcune idee e alcuni soggetti che sembrano lontanissimi dalla tradizione politica di Sersale.

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