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“Usi civici e territorio demaniale” il tema dell'assemblea introdotta dal vicesindaco Torchia e dal tecnico comunale Condino, sulla complessa procedura di affrancamento e individuazione del cosiddetto demanio comunale. Sul finire del 2009 l'ufficio tecnico aveva informato sulle procedure esperibili per la leggittimazione di possedimenti che potrebbero essere gravati da uso civico: un gravame che impedirebbe la realizzazione di attività private, l'illeggittimità del piano regolatore e delle concessioni edilizie, e anche degli atti di successione. Un problema che investe tutti i comuni calabresi, la cui complessità è aggravata dalla scadenza (prevista dalla normativa regionale per il 30 giugno) della procedura semplificata esperibile dagli occupanti.

È stato il perito demaniale Francesco Talarico a relazionare sul demanio “Angaro-Morino”: l'usurpazione da parte di vecchi proprietari terrieri del demanio ascrivibile all'universitas sersalese, cioè a tutta la comunità e l'illeggitimità trasmessa nei successivi atti di compravendita. La ricostruzione del perito demaniale Grossetti
(1947) aveva individuato il demanio e gli usurpatori dell'epoca, laddove sussiste il gravame di uso civico - cioè il diritto di pascolo, legnatico e raccolta dei cosiddetti “comunisti”, quindi prorpietà comune di tutti i cittadini. Una sentenza del 1958 aveva poi condannato alcuni usurpatori a reintegrare tali fondi al demanio comunale e, per altri aveva previsto il diritto, esperibile in sede amministrativa, di leggittimazione dei terreni. A causa delle condizioni socio-economiche dell'epoca alcuni non hanno però approfittato della delimitazione per affrancare i fondi. Per uscire da queste incertezze, Talarico ha suggerito ai presenti, spiegando l'affascinante tema dei beni e diritti comuni, di utilizzare, laddove la delimitazione del demanio è chiara, la procedura semplificata di leggittimazione mediante perizia giurata di un tecnico e il pagamento di un canone di affrancamento. L'Amministrazione potrebbe perciò siglare una convenzione con un perito demaniale nei prossimi giorni per ridurre i costi della perizia. Tuttavia, come ha sottolineato il capogruppo di minoranza Colosimo, per alcune aree non delimitate dal Grossetti e per i dubbi lasciati dalla sentenza del '58 (reintegra per alcuni fondi e leggittimazione, non esperita, per altri) si rischia, in sede di redazione del nuovo Piano Regolatore, di individuare aree urbanizzabili ma gravate da uso civico, oltre che perpetrare un'ingiustizia storica contro i cittadini, già usurpati delle loro terre nei secoli, che ora dovrebbero pagare nuovamente per la leggittimazione. Perciò da più parti si auspica un intervento del legislatore regionale affinchè si
proroghino i termini per la procedura semplificata e che, possibilmente, si attribuisca ai comuni la facoltà di fissare il quantum per la leggitimazione, quantomeno per calmierare politicamente i costi.

Un problema, quello dell'imprescrittibilità e genesi storica degli usi civici, risolvibile solo con accurate ricerche e in un lasso di tempo abbastanza ampio, al riparo dagli interessi contingenti e particolari.

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