L'AltraSersale

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Naomi Clein nel suo libro 'Shock Economy. L'ascesa del capitalismo dei disastri' (Rizzoli, 2007), prova a seguire una traccia negli ultimi eventi calamitosi su scala globale. Dopo aver indagato la persuasione del marchio in No Logo, la giornalista canadese presenta un affascinante teoria: dagli anni '80 gli apologeti della privatizzazione, liberalizzazione e deregolamentazione selvaggia si spendono affinche il "politicamente impossibile" diventi "politicamente inevitabile" (M.Friedman). E così tra Banca Mondiale, multinazionali ed eserciti globali abbiamo vissuto la più grande fase di finanziarizzazione dell'economia globale e la progressiva trasformazione della vita umana in profitto.

La tesi della Klein è che dietro all'uragano Katrina, allo Tsunami, alla Guerra in Iraq si nasconda una potente lobby di imprese militari e per la ricostruzione che specula sulle tragedie e accumula ricchezze sovvertendo gli equilibri socio-antropologici delle zone colpite.

Naomi Klein è osservatrice attenta ma in Italia si stupirebbe del nostro sistema economico. L'essere l'ottava potenza del mondo è una favola del passato recente... in Italia siamo ad una fase post-capitalistica, o meglio di recrudescenza del capitalismo alle sue origini selvagge, cioè alla fase dell'appropriazione delle terre (enclosures), delle guerre di rapina fra città-stato e del sistema atlantico di sfruttamento (colonialismo-schiavismo).

Quando leggiamo sui giornali di aumento dei lavoratori precari, diffusione di stages, di licenziamenti, di lavoro interinale - da un lato - e plusvalenze enormi, bancarotte fraudolente, scalate bancarie, stipendi esorbitanti dei manager e delocalizzazioni industriali - dall'altro - siamo in presenza di una nuova fase di espropriazione come quella quattrocentesca dell'appropriazione della terra. Ma questa volta l'espropriazione non è del diritto di raccogliere la legna o di coltivare il demanio pubblico, qui si sta esprorpiando il diritto al futuro. La contrattualistica dei cococo, cocopro, ecc. non facilita assolutamente l'ingresso nel mondo del lavoro, è solo l'anticamera del lavoro, un anticamera generazionale e interminabile. In questo modo si rende precario l'individuo e quindi debole, manipolabile. Se l'obiettivo degli aristocratici nel '400 era di trasformare i contadini in salariati, oggi l'obiettivo della nostra classe dirigente è trasformarci in schiavi.

Gli autori di questo esproprio di futuro sono le nostre classi dirigenti: quando Marcegaglia e Montezemolo parlano di competitività dell'impresa si riferiscono da un lato a connivenze politico-mafiose, dall'altro alla distruzione del contratto di lavoro; quando Fiorani, D'Alema o Berlusconi parlano di Sistema-Italia si riferiscono ad una finanza piratesca e criminale che sottrae profitti alla gente per loschi affari e giochi in borsa; quando ci parlano di crescita si stanno riferendo a discariche, inceneritori e smaltimento illegale di rifiuti. Nelle viarie fasi di contestazione, dai tetti delle scuole o delle fabbriche alle manifestazioni di piazza, l'unico rapporto tra cittadino e istituzione intercorre lungo un manganello della polizia.

L'economia italiana, dalla sua più grande azienda, la Fiat, a quella più innovativa (Telecom o Fastweb), alla più pubblica come la Sanità o la Protezione Civile, si fonda su un nuovo modello aziendale: il modello 'ndrangheta.

Solitamente si usa distinguere tra stato (accumulatore di potere territoriale, monopolio dell'uso della forza-polizia) e attori economici (accumulatori di potere economico, oligopolio nel controllo delle risorse e del lavoro). La 'ndrangheta ha compiuto un passo in avanti fondendo le due forme di accumulazione di potere: la 'ndrangheta produce, commercia, trasforma, controlla, moltiplica. Il controllo del territorio diventa forza lavoro a basso costo, nessun costo di transazione, abbattimento del rischio d'investimento, monopolio di mercato, consenso politico e culturale.

Questo è sembrato un modello di successo ai nostri capitani coraggiosi e perciò hanno iniziato ad imitarlo inventando un sistema gleatinoso (come è stato detto per i Bertoladri) in cui il politico è funzionale all'imprenditore formulando elggi ad hoc (scudo fiscale, depenalizzazione del falso in bilancio, legge Biagi), l'imprenditore è funzionale al politico (sostegno elettorale, consenso), ed entrambi sono funzionali al loro profitto privato.

Un sistema con queste caratteristiche è sicuramente non classificabile nelle categoria di Shock Economy formulato dalla Klein. Quel sistema è pensato per la gestione profittevole delle situazioni emergenziali, anzi è pensato affinchè tutto diventi emergenza (pensiamo all'aviaria, all'influenza suina o all'ultimo terremoto ad Haiti). Il sistema italiano è invece un sistema di esprorprio permanente delle energie e delle risorse di questo paese, dalle sue ricchezze intellettuali alla sua forza lavoro residente o immigrata, all'alienazione da call center, alla violenza verbale di Telecom o dei talk show, alla protervia del datore di lavoro, all'insipienza dei sindacati, dei partiti, della politica all'interesse dei pochi. E' un sistema in cui si incita alla legge del più furbo, di colui che trova una scappatoia, un amico o un appoggio. Questo è un sistema fondato sulla rapina!

Racket Economy: ti rendiamo povero per averti schiavo!

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