L'AltraSersale

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Quando ha mimato il gesto delle manette è stato imbeccato da tutti, e sicuramente è un gesto 'incendiario' per un mondo, quello del calcio, che è sempre assatanato di fesserie per trasformarle in battaglie ideologiche e spesso in guerriglia.

Poi ci sono stati i deferimenti disciplinari, la squalifica e le vittorie (e questo dimostrano che Mourinho è si un comunicatore ma anche un professionista, lo si è visto nelle decine di appunti presi in tribuna domenica scorsa). "Mourinho sta davvero esagerando, deve intervenire Abete e, se lui non ce la fa, allora intervenga Gianni Petrucci o il ministro
Roberto Maroni perché bisogna finirla con questa continua
istigazione alla violenza" -
questa la frase che è circolata dopo Inter-Sampdoria nella quale il tecnico dell'Inter ha mimato le manette.

Astraggo dai linguaggi e dai fiumi di parole che si spendono sui giornali sportivi o nei bar sport. A me sembra una parola da partito dell'amore. Tra chi l'ha pronunciata e Bocchino o Gasparri non c'è differenza. Quando qualcuno esprime, seppur provocatoriamente un concetto 'diverso' la reazione dell'establishment è questa: si criminalizza, si fa folklore per demolire, per annichilire il peso del messaggio pseudo-rivoluzionario.

Se vivessimo in un paese decente, la stessa frase si sarebbe dovuta dire per Marcello Lippi dopo i suoi sproloqui a Sanremo; mutatis mutandis, per lui suonerebbe così: "Lippi sta davvero esagerando, deve intervenire Abete e, se lui non ce la fa, allora intervenga Gianni Petrucci o il ministro
Roberto Maroni perché bisogna finirla con questa continua
apologia di fascismo".

La performance del CT della nazionale a fianco di Emanuele Filibusto e di Pupo al festival è stata francamente ridicola e vergognosa: la leggittimazione dell'eccezzionalità; se vinci (il mondiale o le elezioni) hai diritto a dire ciò che vuoi, anche promuovendo una cultura becera e arretrata come quella che viene fuori dalle parole della canzone Italia amore mio. Lippi ha suggellatto una memorabile alleanza tra calcio e potere. Ha messo il cappello delle sue vittorie su una subcultura markettara.

Il suo intervento a San Remo non solo ha violato le regole del festival (perchè lui non ha cantato) ma ha leggittimato i comportamenti di chi prima chiede un rimborso stratosferico alla Repubblica Italiana (270.000.000 di euro per i beni dei Savoia), poi rientra in Italia senza una sostanziale adesione ai valori costituzionali, quindi si da al malaffare (vedi inchiesta Woodcock a Potenza) e infine cerca riscontro ballando e cantando, esibendo un finto nazional-pop.

Lippi, nella foga di coloro che contano di assecondare sempre più il regime puttanesco di questo governo, è andato oltre: tempo fa disse che non aveva mai visto gay nello spogliatoio; ieri ha espresso un altro concetto sulla razza. Lippi rimanda ancora Balotelli, nonostante le assenze e gli infortuni: "Sta facendo un percorso di maturazione, vedremo quando sarà completato". Anche il sondaggio di Repubblica.it, però, indica che
ormai il ct non dovrebbe più aspettare a convocare l'attaccante nerazzurro: su circa 20 mila voti espressi, oltre l'80% sostiene che Balotelli dovrebbe far parte della Nazionale. E intanto spera sempre nel vecchio: Totti, Nesta e i soliti Gattuso, Cannavaro.

Gente ormai assorbita dagli italioti, mentre Balotelli sconcerta: è nero, è giovane ed è bravo. E agli italiani, cresciuti a pane e malapolitica, non piacciono i meritevoli. Perciò via questo scandalo nazionale, che dimostra l'esistenza di un'altra Italia, quella dell'integrazione e della normalità. Balotelli sarà forse anche scapestrato, ma lo è in quanto ventenne al suo momento di gloria, non perchè è nero. Lo stesso dicasi per Cassano, genio e sregolatezza, nel suo momento migliore, ma pur sempre uno che non risponde agli ordini, che non rispetta i potenti e gli ordini.





Quando Mourinho ha mimato le manette lo ha fatto dopo un'intervista nella quale ha detto che in Italia è impossibile innovare, si può solo resistere. Mourinho dovrebbe essere il leader di una sinistra che voglia finalemente mandare al macero quasta asfissiante cultura di destra, che opprime, che leggittima lo squallore, che premia la bigotteria e la furbizia.

Mourinho non parlava agli arbitri, Mourinho si rivolgeva a coloro che vogliono vedere altro. Speriamo che il mondiale di Mandela ci dia l'ennesima lezione!

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