L'AltraSersale

Un nuovo modo di essere comunità. Un mondo nuovo.

Quando pensi che si sia toccato il fondo, questi continuano a scavare.

AVVERTENZA: Questo post non è per i tifosi e gli ultras. Fuor di presunzione: se fossimo in un'altra stagione della vita civile ed etica del nostro paese, si potrebbe discutere con gli elettori e/o sostenitori di questo o quel partito. Ma siccome viviamo nell'epoca della dimenticanza di ciò che si è detto ieri, dell'incoerenza manifesta e dell'analfabetismo funzionale, nonché dell'odio e dell'insulto, questo post è destinato solo a chi ha voglia di leggerlo senza i pregiudizi in voga questa estate tipo "... e allora il PD?!", "zecche rosse", "buonisti", "rosiconi", "gufi", e tutto il resto del campionario a cui ci hanno abituato in questi ultimi anni.

La situazione politica italiana è quella da tempesta perfetta, quando tutti i nodi stanno venendo al pettine.

La situazione economica: il paese è fermo, ma non (solo) per colpa di questo governo giallo-verde. Loro non hanno fatto una politica politica industriale che sia una, ma insieme a quelli di prima hanno solo garantito le rendite della classe padronale italiana - da anni arroccata a tutelare solo il profitto e mai l'investimento, la produzione. 

E' bene ricordare che la via di uscita dalla crisi finanziaria del 2008 è stato un vasto programma di austerity (dettato dall'Europa) consistente in continui tagli agli investimenti pubblici e ai servizi sociali (trasporti, sanità, scuola) che ha comportato un grosso trasferimento di ricchezza dalle fasce basse a quelle più alte: ricchi più ricchi, poveri sempre più poveri.

E' bene ricordare che il rischio default del 2011 fu causato dal Governo Berlusconi, sostenuto dalla Lega di Salvini e da Giorgia Meloni - in particolare le clausole di salvaguardia sull'aumento dell'IVA sono state introd....

E' bene ricordare che da allora sono stati persi milioni di posti di lavoro, migliaia di imprese hanno preso il malloppo della cassa integrazione e sono scappate all'estero, migliaia hanno chiuso anche nel grande Nord governato dalla Lega (ricordiamo gli scandali di gestione di Cota, di Galan, di Formigoni/Maroni) negli anni in cui il partito di Salvini era impegnato a sottrarre 49 milioni di euro agli italiani.

In questi anni, tutti i governi, da Monti a Conte, hanno solo sostenuto le imprese approvando per contro politiche vergognose come la Fornero. In tutti questi anni, anche a livello europeo, i protagonisti di oggi (Lega, M5S, PD) non hanno mosso un dito contro l'austerità, ma si sono limitati a trovare dei nemici immaginari colpevoli della crisi: rispettivamente i migranti, la Kasta, i populisiti. Tutto tranne il vero nemico: il capitalismo liberista.

La situazione internazionale: il paese è immobile. Da oltre 10 anni l'Italia ha perso posizioni nello scacchiere internazionale. Dalla crisi libica del 2011, almeno, l'Italia non ha una linea di politica estera e di conseguenza non ha un ruolo. Sul piano europeo, l'UE è dominata dall'asse franco-tedesco, ma almeno fino a qualche anno fa la terza economia e il secondo paese dell'Unione aveva voce in capitolo, avendo avuto ampi riconoscimenti (Prodi Presidendente della Commissione, Monti commissiario alla concorrenza, Draghi alla BCE, Mogherini al PESC). Mentre sul piano internazionale, dopo le sbandate berlusconiane per la politica estera aggressiva di Bush, l'Italia ha conservato un ruolo ordinario nell'ambito dell'alleanza atlantica (rinunciando anche a discreti vantaggi nella questione delle sanzioni all'Iran e alla Russia).
Il capolavoro compiuto dai gialloverdi è l'irrilevanza in Europa e il tentativo di scardinare le tradizionali posizioni di politica estera italiana: dalle teorie avventuristiche del duo Dibba-DiMaio sul Venezuela, passando per i moniti dell'ONU, Unhcr, OIM sulle politiche di salvataggio nel Mediterraneo e finendo al Russiagate.

La sola ipotesi che il vice presidente del Consiglio e il partito che attualmente i sondaggi danno per vincente alle prossime elezioni siano stati costantemente finanziati da una potenza straniera varrebbe per giudicare inadeguato a qualsiasi ruolo istituzionale Matteo Salvini.

La situazione interna: il paese è incattivito. Da lungo tempo la politica è stata svuotata di senso. Con la progressiva sostituzione dei temi (economia, lavoro, welfare, ambiente) con non-temi (la kasta, i migranti, le riforme). Da anni tutti i governi sono impegnati a varare continue riforme della costituzione, della giustizia, delle comunicazioni ma nessuno si preoccupa di riformare il sistema di garanzia dei diritti delle persone: dal diritto al lavoro, alla casa, alla salute, alla qualità della vita. Esattamente come il PD, la Lega e il M5S sono espressione di lobby a cui non interessa la condizione di vita della stragrande maggioranza dei cittadini italiani.

La principale politica di sostegno ai poveri - il reddito di cittadinanza, che ha fruttato lauti consensi ai grillini - è inconcludente poiché trasforma in assistenzialismo una politica sociale che, come si fa in altri paesi europei a welfare avanzato, è quasi totalmente finanziata dal mercato. In pratica, altrove, la disoccupazione la pagano i datori di lavoro (come forma di disincentivo), in Italia la pagano i cittadini, quindi sia i lavoratori, sia le imprese sono incentivati a non lavorare.

La principale politica sociale - il decreto sicurezza, che frutta lauti consensi alla Lega - è stata trasformare una minoranza (i migranti) in un problema. Tutti i dati dimostrano che non c'è alcuna invasione, nessun aumento dei crimini mentre cresce il ruolo delle mafie e della corruzione (totalmente made in Italy!) eppure la stragrande maggioranza degli italiani ritiene che il problema siano gli sbarchi. In realtà le politiche della Lega ai tempi della Bossi-Fini, del PD e dei gialloverdi oggi non hanno fatto altro che favorire il lavoro nero, l'immigrazione clandestina e il business dell'accoglienza - per meri calcoli di consenso.

La principale politica istituzionale - la riforma della costituzione e la tenuta dei conti, che aveva dato ampi consensi a Renzi e al PD e poi ai 5 stelle - è semplicemente un non-problema. Avere 1000 o 500 parlamentari non è il problema: l'importante è la qualità del loro lavoro e il loro costo. Da questo punto di vista la riforma costituzionale di Renzi, bocciata tre anni fa, e il taglio dei parlamentari del M5S pari sono: entrambe perseguono una deriva maggioritaria che scardina l'assetto democratico del nostro paese. Per di più, il costo della politica è nulla rispetto agli sprechi della sanità, della scuola, della giustizia, delle opere pubbliche: queste sono priorità, non la Kasta!

Stesso discorso sulla tenuta dei conti. Il problema non è il deficit, ma per cosa si spende: il PD lo ha speso per finanziare le banche, i gialloverdi per il consenso. Nessuno li ha spesi per opere pubbliche, per case, ospedali, ecc.

Questa ampia premessa serve per dimostrare che i principali attori di oggi non hanno mai avuto a cuore le sorti del paese, ma solo il proprio tornaconto politico. E da questo punto di vista, la crisi lanciata da Salvini, la risposta di Di Maio e l'ideona di Renzi sono solo giochini da irresponsabili.

Salvini aveva decine di buone ragioni per mandare a casa Conte, ma nessuna è valida il 14 di agosto.

Le elezioni europee hanno fotografato una nuova maggioranza elettorale e quindi, in quel momento, c'è da chiedere un nuovo voto agli italiani... se l'attuale maggioranza di governo non riesce a governare. La crisi balneare è scorretta nelle forme e nella sostanza. Soprattutto perché in democrazia la forma è sostanza.

Innanzitutto, non è dai lidi della movida o con una diretta sociali che un vice-premier può sfiduciare il proprio governo. L'Italia è una democrazia parlamentare in cui la sovranità popolare si esercita in parlamento attraverso regole ben precise. Quindi neanche il più popolare ministro-dj può derogare a ciò - che lo faccia chiedendo pieni poteri, la dice ancor più lunga...

In secondo luogo, se ritiene che il governo abbia esaurito la propria capacità e intende sfiduciarlo deve dimettersi: che senso ha sfiduciare un governo di cui si è parte e in cui si rimane in carica? Perfino Mastella ha avuto il coraggio di dimettersi...

Il senso è passare all'incasso ma senza rinunciare a posizioni di vantaggio. Salvini vuole essere arbitro e giocatore, cioè abusare del Viminale per fare la campagna elettorale, per derogare alle regole della par condicio, per gestire le elezioni. Salvini vuole usare il governo per vincere le elezioni: finora lo strepitoso consenso della Lega è da attribuirsi solo alla Bestia, il suo sistema di propaganda permanente a mezzo social. E finora questo sistema viene pagato attraverso l'assunzione nei ministeri leghisti dei principali protagonisti della Bestia. Senza i ministeri i leghisti dovrebbero pagarsi la propaganda come gli altri, ma con i conti pignorati è un po' difficile...

In terzo luogo, se ritiene che il popolo debba eleggerlo, dovrebbe quantomeno rimettersi anche alla giustizia del popolo italiano. Salvini, oltre al vergognoso uso dell'immunità nel caso Diciotti, sta abusando della sua posizioni per non incorrere nelle inchieste sui finanziamenti illeciti al suo partito: da un lato i #49milioni, dall'altro il russiagate.

Invece Salvini rincorre le elezioni al solo fine di farla franca dai processi. Esattamente come Berlusconi!

Di Maio aveva decine di buone ragioni per sfidare Salvini, ma nessuna giustifica il taglio dei parlamentari.

La nullità politica del M5S sta tutta nel risultato elettorale dell'ultimo anno, un perfetto drenaggio di voti a vantaggio dell'alleato di governo. Il tentativo di assecondare le politiche della lega si è tramutato in un boomerang politico: il M5S ha rinunciato alle sue parole d'ordine nel vano tentativo di tentare una rivoluzione per mano amministrativa e non per via culturale.

Una ad una sono crollate le pietre miliari:

- mai accordi con la vecchia politica, ma nei fatti hanno creato un mostro con Salvini e ora risuscitano perfino Renzi;

- mai attaccati alle poltrone, me nei fatti votano il decreto sicurezza, la Tav e ora perfino un governo coi nemici di sempre del PD;

- trasparenza e onestà, ma nei fatti hanno protetto Salvini dalle inchieste (Diciotti e Russiagate) e fatto capriole sintattiche per giustificare le proprie scelte di governo.

Addossare la responsabilità della caduta del governo a Salvini poteva essere una utile mossa all'indomani delle europee, o dopo il caso Diciotti, o dopo le indagini sui finanziamenti russi, o dopo le sentenze sui 49 milioni. Ma non lo è dopo la sfiducia dell'alleato dopo che ti ha drenato tutti i consensi.

Ancora oggi, sfidare Slavini a votare il taglio dei parlamentari - operazione che prevede un governo in carica ed elezioni tra sei mesi - e non su decine di questioni che riguardano gli italiani - le assunzioni, le opere pubbliche, l'aumento dell'IVA - dimostra la scarsa lungimiranza di un movimento nato per cambiare l'agenda politica italiana.

Il solo obiettivo di Di Maio è salvare il salvabile con un vecchio cavallo di battaglia irrealizzabile sia con Salvini (infatti non ha ritirato la fiducia anche se dice di essere pronto a votarlo) sia col PD (perchè da sempre contrario), quindi la mossa è inutile: incapaci di realizzare il programma, incapaci di uscire dalla crisi. Legati mani e piedi al proprio carnefice.

Renzi aveva decine di buoni ragioni per tornare in ballo, ma non certo per dare man forte a Salvini.

Il governo istituzionale per salvare i conti è la peggior scusa possibile, davanti ad un popolo diventato populista proprio a causa del proprio governo - perché Renzi è il principale fautore dell'ascesa di Lega e M5S!

La proposta di una nuova maggioranza ha avuto subito due effetti immediati: la riabilitazione di Forza Italia con consueto indebolimento del PD (ma questi sono problemi dovuti alla natura stessa di questo capolavoro della politica italiana!) e una via di fuga per Salvini.

La sola ipotesi di un'intesa PD-M5S ha ricompattato il centro destra ma, non solo, darebbe a Salvini altri mesi di posizionamento all'opposizione e quindi di bombardamento mediatico per accrescere ulteriormente i consensi (già ieri ha parlato di antifascisti che impediscono il voto e di politiche lacrime e sangue targate PD). Perciò, l'autore della crisi ottiene diversi vantaggi: il logoramento del principale competitor elettorale (M5S), il ritorno di un nemico perfetto per il sovranismo perché incarnazione dell'establishment (il PD), l'opportunità di sfuggire alle responsabilità della manovra (aumento dell'IVA, tagli, ecc.).

Il solo calcolo di Renzi è tornare in pista con un nuovo soggetto centrista, capace magari di essere decisivo nel nuovo parlamento frammentato, ma di sicuro responsabile dell'ennesima sconfitta culturale della sinistra.

In questo travisamento degli obiettivi da parte dei principali attori politici, quelli che soccomberanno saranno gli italiani. Inconsapevoli elettori di cause fasulle, sempre pronti ad affidarsi a leader mendaci, non in grado di capire l'offerta politica che hanno davanti.

Cullati da parole roboanti che richiamano pagine nere ella nostra storia, o con la mente offuscata da false notizie e da errate convinzioni, ipocritamente convinti di scegliere il loro meglio.

Questo è il quadro che ci si presenta davanti. E' stato sempre così. Ma almeno in passato la politica era in grado di offrirci leader e personale politico all'altezza, capace di assumersi responsabilità e di prendere decisioni in autonomia. A volte in grado di porre l'interesse dello stato e la tutela delle istituzioni al di sopra dell'interesse della propria bottega.

Questa non è la stagione dei Moro o dei Berlinguer, e nemmeno dei Craxi o dei Berlusconi... questa è la stagione più bassa della politica italiana.

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