L'AltraSersale

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"Sarebbe giusto, di qui al G8, data la delicatezza di questo grosso appuntamento internazionale, avere una tregua nelle polemiche" - Giorgio Napolitano

E no caro presidente. Proprio per questo grosso appuntamento intendiamo alzare di più la voce!
Ma non sul chicchiericcio sullìutilizzatore finale, sui nani e le ballerine. Noi vogliamo alzare la voce per urlare che la povertà è ancora la maggiore piaga che affligge l'umanità; che questa globalizzazione sta affamando e distruggendo il pianeta; che è giunto il momento di una grande redistribuzione della ricchezza e una democratizzazione del potere mondiale.

Se Berlusconi era convinto di depotenziare il «movimento» spostando all’ultimo istante il vertice internazionale dalla Maddalena al capoluogo abruzzese rimarrà deluso. E se spera che il G8 offuscherà i problemi del paese, o quelli più stringenti della ricostruzione, sarà smentito.

Ovviamente sappiamo che il fuoco mediatico si è già concentrato sulle violenze, sulle devastazioni dei facinorosi. Ma ciò non ci spaventa perchè sappiamo che la popolazione dell'Abbruzzo protesterà al fianco di migliaia di cittadini che vogliono un altro mondo.

E speriamo che a differnenza di Genova, questa volta lo Stato che Lei rappresenta si comporti come uno stato democratico e non come una macelleria messicana o peggio come l'Iran di Ahmadinejad.

La cosa che ci preme sottolineare è che siamo davanti alla più grossa crisi del capitalismo.
Che il governo italiano ha preferito aiutare le imprese, ovvero quei parassiti che banchettano i soldi pubblici sulle spalle dei lavoratori. Che gli organi di informazione, minacciati dal governo hanno deciso di diffondere il leitmotiv che la crisi è passata.

In verità, la realtà è diversa. Licenziamenti, disoccupati, poca cassintegrazione, precariato, interessi criminali e industriali hanno messo questo paese in ginocchio.

Perciò non taceremo, ma urleremo sempre più forte contro tutti i governi del mondo!



Da LsMetropolis:

I primi a mobilitarsi contro il G8 saranno i vicentini del no-Dal Molin che per il 4 luglio promuovono una manifestazione, con partenza dal presidio permanente per finire, forse, con l’occupazione della base militare. Non è da escludere che abruzzesi e altri attivisti no-global vadano a Vicenza a dar man forte a quello che si presenta come il primo appuntamento della settimana anti-summit.

Nella notte tra il 5 e il 6 invece, esattamente alle 3 e 32 (l’orario in cui si è avvertita la scossa più devastante il 6 aprile scorso), si svolgerà a L’Aquila la fiaccolata «Memoria, verità e giustizia» per ricordare le vittime e le responsabilità. Come quella - denunciano i comitati - dei costruttori e della protezione civile, che «sapeva e non ha fatto nulla».

La giornata più «turbolenta» sarà quella del 7, dove si preannuncia il benvenuto ai potenti della Terra. Non si sono ancora decise le modalità. La rete romana, al momento, parla di «piazze tematiche» che confluiranno in una contestazione unitaria. Mentre nel capoluogo abruzzese si svolgerà, in contemporanea, un «forum» nel parco allestito dall’Unicef in cui si dibatterà insieme a varie comunità locali «ribelli» (come quella di Chiaiano, i no-Dal Molin e i no-Tav) di modelli di sviluppo, democrazia e partecipazione dal basso.

L’8 e il 9 la protesta diventerà generale, con manifestazioni su tutto il territorio, blitz e azioni estemporanee.

In vista del 10, giorno del corteo nazionale promosso, tra gli altri, dal Patto di Base (Cobas, Rdb e Sdl), rete campana, Socialismo Rivoluzionario e Rete dei comunisti. La manifestazione partirà dalla stazione di Paganica e toccherà i luoghi simbolo del terremoto: le tendopoli di Onna, Tempera, San Gregorio, Sant’Elia, per concludersi all’ingresso del centro storico.

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