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Anticapitalismo e aziende ai lavoratori, la via tedesca al socialismo.


Qualche giorno fa si è svolto il Congresso della Linke, membro cofondatore della Sinistra Europea, l'unico movimento progressista europeo (insieme agli ecologisti francesi di Europecologie) ad avere avuto una sostanziale crescita di consenso.

La Linke è riuscita a declinare un concreto programma anticapitalista e di sinistra, unendo l'analisi marxista alle pratiche dei movimenti ambientalisti, operaisti e di genere tedeschi. Ne è venuto fuori un partito che unisce ortodossia ideologica e pratica politica.

All'ultimo Congresso, subito dopo le europee, i compagni tedeschi hanno discusso di salario minimo, reddito di cittadinanza, controllo delle banche e delle imprese, ragione sociale dell'economia, sostenibilità del mercato e della produzione. Non si minimamente parlato di forme politiche, di alchimie partitiche, di gruppi dirigenti!

Sicuramente tutta la sinistra continentale si pone il problema di passare definitivamente dai partiti e movimenti operai ai contenitori post-moderni, ma la discussione si è concentrata sui contenuti. Sul che fare? come diceva Lenin.

La Linke ha individuato i suoi obiettivi della legislatura:
1 - Aumentare i sussidi di disoccupazione e il salario minimo;
2 - Pubblicizzare i beni e le imprese strategiche: acqua, energia, trasporti, sanità, educazione;
3 - Promuovere un'economia più socialista introducendo una legislazione sociale per la produzione e per il mercato;
4 - Nazionalizzare le banche e sottrarre al controllo privato le finanze e il destino dei risparmiatori;
5 - Rilanciare un europeismo più confacente alle esigenze dei cittadini e non solo alle banche.

Punti chiari, pratiche concrete. La Linke domina le amministrazioni locali della Germania orientale. In quei comuni e in quei Lander non si privatizza, i servizi sono pubblici, si promuove la cittadinanza attiva e la concezione etica dell'economia.

Rimane ancora un mistero perchè in Italia non sia possibile arrivare a tutto questo. Il livello delle pratiche politiche è ancora troppo legato al politchese piuttosto che ai programmi di governo o di opposizione. Qui si discute di "aggregazioni", di "partito sociale", di "big bang", di "Sinistra con o senza aggettivi" e intanto dove amministriamo abbiamo consentito privatizzazioni (vedi quelle giunte del nord dove siamo spariti del tutto). Mentre si cercava di scegliere tra Vendola o Ferrero, Berlusconi costruiva il suo modello sociale. Mentre Obama parla di greeneconomy noi riesumiamo formule post-sovietiche.

Insomma, vogliamo proseguire con la Rifondazione Comunista o scegliamo l'estinzione?

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