L'AltraSersale

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La storia di questo striscione mi piace: appare, scompare, fa parlare di sè...

In fondo non è il solito striscione volgare, ha la consueta ironia degli sfottò da stadio. L'esortazione, se non sbaglio, era rivolta all'allenatore dello Scalea, Viola. Protagonista, insieme all'ex portiere giallorosso Colosimo, di una rissa dopo il match di andata a Scalea. Un caso da condannare unanimemente sia nel caso di effettive provocazioni, sia per le modalità di risposta alle provocazioni da parte di Viola.

E per dovere di cronaca oggi è stato rimosso per non scaldare ulteriormente una partita a tratti piuttosto nervosa, anche se bella dal punto di vista agonistico. E non è stato rimosso per particolari imposizioni delle autorità.

 

E' stato rimosso perchè considerato troppo esplicito e diretto, provocatorio e forse offensivo. Almeno questo è stato il commento a bordo campo.

 

Personalmente non lo ritengo offensivo.

Perchè sottolinea con ironia il comportamento sbagliato di qualcuno e allo stesso tempo diventa monito per tutti.

 

Tuttavia la storia di questo striscione ha il merito di sollevare una questione che mi sta a cuore, e ancora una volta esulo dall'ambito calcistico... la storia di questo striscione richiama un problema attualissimo: la libertà di espressione.

 

E' giusto o no esprimere le proprie opinioni in qualunque forma?

E' giusto o no utilizzare la satira e l'ironia per stigmatizzare i comportamenti altrui?

E' giusto o no limitare questo diritto inviolabile degli esseri umani?

Se diamo delle risposte razionali a queste domande possiamo tracciare il livello di tolleranza che siamo disposti a concedere a chiunque si esprime, e individuare il livello minimo di democrazia sotto al quale non si può andare.

 

Approfitto di questo striscione perchè spesso mi sono ritrovato a dover difendere le mie opinioni e il diritto di averle espresse, a Sersale e altrove.

 

Secondo me lo striscione - come un manifesto, un murales, un post su un blog o un articolo di giornale - è una forma di espressione e come tale va garantita e tutelata purchè l'espressione di opinione non sia calunniosa e offensiva (ovvero non dica il falso e non leda l'immagine delle persone). La calunnia e l'offesa sono ciò che Roberto Saviano ha definito la "macchina del fango", e che vediamo costantemente all'opera in questo paese. La macchina del fango è semplicemente una strategia per annientare la varietà di opinioni demolendo coloro che le esprimono.

 

Secondo me la satira e l'ironia, più di altre forme di espressione, aiutano a stigmatizzare i comportamenti criticati. Attraverso il riso infatti si mettono a nudo i veri punti critici del comportamento altrui. Senza la satira ciò che avviene ad (H)ar(D)core può essere oggetto solo di due posizioni: la morale religiosa o la connivenza culturale. In altri termini senza le barzellette sul bunga bunga non saremmo più in grado di classificare quegli atteggiamenti perchè l'informazione pilotata ci racconta invece della violazione della vita privata (laddove si tratta di reati commessi nel proprio domicilio), ci racconta di un satrapo magnanimo e generoso invece che un vecchio maschilista imbottito di viagra.

 

Infine, secondo me non è giusto limitare, facendo rimuovere lo striscione, la libertà di espressione. Perchè oggi è solo uno striscione, ieri è stato un articolo di questo blog, l'altro ieri un manifesto, domani sarà la libertà di dire ciò che si pensa. L'unico limite a questa libertà, senza la quale non vi è democrazia e partecipazione degli individui ai fenomeni sociali, è la decenza.

La nostra libertà di dire ciò che pensiamo contribuisce allo sviluppo del libero pensiero degli altri. Senza la libera circolazione delle opinioni - e delle informazioni - si finisce per aderire al pensiero unico. Quel pensiero che ha ormai preso piede a Sersale e in Italia e che è la più grave colpa che possiamo avere: essere conniventi di un sistema malato. Col pensiero unico crediamo che tutti siano corrotti, che tutte siano prostitute, che il calcio piaccia a tutti, che le differenze sono pericolose.

 

Qualcuno oggi ha pensato che quello striscione fosse pericoloso, non si sa bene perchè (ma, a scanso di equivoci, è anche giusto che qualcuno abbia riflettuto sulla possibilità che magari potesse costare qualcosa alla società). Molti oggi in Italia pensano che esprimere liberamente le proprie opinioni sia pericoloso. Tant'è che il nostro paese è stato definito parzialmente libero. Partly-free.

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