L'AltraSersale

Un nuovo modo di essere comunità. Un mondo nuovo.

Non bisogna tornare alla normalità, dobbiamo andare oltre. Questa è una Pasqua laica!

Non sono credente, ma il significato della Pasqua - andare oltre, tralasciare - quest'anno è particolarmente significativo per il nostro vivere terreno.

Questa pandemia di Coronavirus ha messo in seria discussione molti dei convincimenti e delle abitudini degli ultimi anni. Il virus e i suoi terribili effetti hanno radicalmente messo in crisi i presupposti della nostra civiltà: individualismo, consumismo, disimpegno.

Il virus, quasi come un soggetto rivoluzionario, sebbene un essere elementare nella gerarchia evolutiva, ha messo a nudo tutti i vizi, i difetti, le disfunzioni del capitalismo. Dalle origini nei mercati affollati di una Cina furiosamente lanciata verso lo sviluppo economico, alla diffusione su scala globale attraverso e per colpa di traffici e business a tutti i costi. Alla lotta al virus che dimostra l'imprescindibilità che alcuni beni come la sicurezza e la sanità siano e rimangano comuni/pubblici, alla necessità di trovare nell'etica pubblica e nella solidarietà sociale gli strumenti della salvezza collettiva.

Sono crollati tutti i pregiudizi di una società malata di profitto: la superiorità del privato sul pubblico, la gerarchia tra i popoli e le nazioni nonché (qualora ve ne fosse bisogno) l'inutilità della narrazione razzista e xenofoba, la presunta, infallibile, moralità di alcune regioni e alcune classi dirigenti su altre, la falsità bigotta di alcuni comportamenti pubblici e individuali. Dopo anni di dominio dell'economia e del privato sulla politica e sul pubblico, abbiamo fermato (quasi) le fabbriche in nome della salute.

In un solo mese abbiamo compreso la falsità dei messaggi di cui era infarcito il nostro quotidiano. Non dobbiamo produrre e consumare a tutti i costi, possiamo vivere di piccole privazioni, non esistono i nemici che ci mostrano politici senza scrupoli quando scopriamo che le vittime sono tutte esseri umani. Quando i bisogni sono quelli elementari (stare bene, mangiare, sopravvivere), tutti i trucchi di comunicazione, le strumentalizzazioni di paura, fede e debolezza ci appaiono per quello che sono: miserabili giochi di prestigio di una classe dirigente che non ha un racconto della società, ma punta a stare solo sulla cresta dell'onda.

Abbiamo capito che ci si salva se si agisce tutti insieme e non uno per uno. Perciò abbiamo imparato a condannare atteggiamenti individuali irresponsabili: gli aperitivi ai Navigli, gli esodi incontrollati, gli assalti ai supermercati, i runners, i sindaci sceriffi, i padroni spregiudicati...

Utilizzando un indebito paragone con la religione, questa è stata la nostra passione. Ora dobbiamo pensare alla resurrezione, ad andare oltre, alla Fase 2.
Nel passaggio all'oltre c'è un messaggio ovvio: esiste un altro mondo. Non "tornare alla normalità", ma entrare in una nuova normalità. Qual'è il mondo che vogliamo? Quello della sanità privata, coi vecchi che hanno meno diritto di vivere dei giovani? Quello di chi predica autonomia, che depreda ricchezze di tutti, per condannare un intero paese a pagare un prezzo altissimo? Quello di chi pretende che bisogna produrre anche se si crepa?

Il sacrificio di questa passione non deve essere stato vano: le sofferenze delle famiglie che hanno perso i loro cari, di quelli che ci hanno salvato non vanno sprecate. Possiamo ridefinire le nostre priorità: la quarantena ha mostrato l'alienazione della solitudine, la falsità di molti rapporti sociali ostentati più che vissuti, la necessità di condividere e socializzare obiettivi e sforzi.

Non è più necessario consumare ciò che si produce all'altro capo del mondo, o essere costretti a fare lavori dispendiosi e inquinanti. In questi mesi è sparito lo smog al nord, sono tornati i pesci a Venezia, le città sono più vivibili. E' tornato preponderante il tema della sicurezza alimentare, un contadino produce più utilità comune di un operatore di borsa, il tema della sicurezza sociale: una società senza poveri e disoccupati è una società sicura. E' palese che vanno ripensate tutte le organizzazioni istituzionali che ci siamo dati: dal controllo sulla spesa pubblica, dai comitati civici al Consiglio Europeo, all'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Gli errori commessi all'inizio dell'emergenza (la mancata chiusura dei traffici aerei, o degli ospedali e delle zone rosse per non creare pregiudizio all'economia) ci dicono che la priorità non deve più essere il profitto ad ogni costo ma la tutela dei cittadini, della salute.

Allora, scopriamo che quel "mondo normale" era in realtà falso. Ci è stato imposto a suon di pubblicità e di fabbrica, di tagli all'istruzione e di distruzione di spazi di confronto e di partecipazione. Ecco perché il mondo della risurrezione non può prescindere da una nuova visione dell'uomo e dell'umanità.

No. Il mondo altro e oltre, deve essere un mondo più umano, solidale, fondato su un'economia responsabile verso l'ambiente e i lavoratori. Deve essere un mondo in cui le differenze non determinano disparità: un meridionale, un nero, un operaio non possono avere meno. Un ricco non può essere mostruosamente ricco. Un calciatore non può essere più importante di un OSS. Questa è la normalità che ci hanno imposto. Ora possiamo cambiare.

Non più consumatori e mercato, ma cittadini e collettività. Non più oggetti di politiche e marketing, ma soggetti attivi e responsabili.

La Fase 2 la costruiremo se saremo in grado di fare tesoro di ciò che è avvenuto. Tutti i grandi cambiamenti storici e di sentire comune fanno seguito a grandi tragedie. Ecco perché tutti i grandi cambiamenti si fondano su nuove idee, nuove persone.

Un po' come per Gesù. E' stato il suo messaggio ad animare tanti fedeli, per costruire in terra un'immagine del Regno dei Cieli. Buona Pasqua.  

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