L'AltraSersale

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Nei giorni scorsi il comune di Sersale è stato interessato dall'interruzione del servizio di approvvigionamento idrico, un problema che si ripresenta ad ogni temporale e per il quale non è stato finora preso alcun provvedimento se non un sistema di razionamento posto in essere dall'ufficio tecnico comunale intervenendo sui serbatoi di via Misericordia e Monte Angaro.

Un problema che discende direttamente da un errore di fondo del nostro sistema di captazione delle acque. Il fabbisogno idrico dei sersalesi è soddisfatto attualmente dal potabilizzatore che 'solleva' le acque del Crocchio e le immette nella rete, e dalle sorgenti della località “Macchia della Curria”. Come è ovvio in occasione di forti precipitazioni le acque del Crocchio si intorbidiscono al punto che l'impianto, per sicurezza, va in blocco: a questo punto la rete viene rifornita da una vasca di riserva sufficiente per sole sei ore.

E' chiaro che alimentando gran parte dell'abitato di Sersale e i paesi limitrofi, il potabilizzatore non è in grado di garantire una riserva di acqua per almeno 24 ore. Tuttavia gli ingegneri SoRiCal pare avrebbero realizzato una vasca di rimescolamento per far decantare le acque torbide: peccato che l'impianto non vi pompi più acqua quando il fiume è torbido!

Una soluzione che ha impegnato migliaia di euro e che non ha dato risultati, mentre sarebbe bastato raddoppiare le vasche garantire una riserva idrica più abbondante. A ciò si aggiunga che le sorgenti del comune di Sersale, che attualmente erogano circa il 25% del nostro fabbisogno, possono avere una portata ben maggiore se meglio irregimentate: questo vorrebbe dire realizzare una nuova condotta che capti più acqua dalla stessa sorgente o da altre sorgenti della zona e convogli un maggiore quantitativo di acqua al potabilizzatore o ai serbatoi.

Chi dovrebbe fare questi lavori di efficientamento del servizio idrico? Ma ovviamente SoRiCal, il concessionario regionale dei servizi idrici. Solo che allo stato attuale SoRiCal si occupa soltanto di incassare 270.000 € circa dai cittadini di Sersale, senza investire un centesimo sulla rete. Come abbiamo più volte denunciato, la rete è un vero e proprio colabrodo che comporta la perdita del 40% dell'acqua depurata (e pagata profumatamente a SoRiCal); il sistema di depurazione è monco, infatti l'assenza di vasche di riserva impedisce al Comune di Sersale di avere scorte idirche sufficienti per almeno 24 ore; le sorgenti di captazione sono sottoutilizzate, e spesso lasciate senza manutenzione alcuna.

Come può accadere che un comune di montagna rimanga a secco per 3 giorni? Semplice: la Regione ha regalato ad un'azienda privata la gestione del servizio idrico calabrese, lasciando i comuni da soli a dover provvedere agli investimenti per la rete senza poter intascare nulla per sé. Detto volgarmente: profitti privati, costi pubblici (dei cittadini).
Sersale vive proprio questa situazione: il comune deve pagare SoRiCal per l'erogazione dell'acqua, ma il gestore non è tenuto a migliorare il servizio rendendolo efficiente e meno dispendioso (fa quasi ridere che l'acqua di Sersale venga pompata in salita!), il comune (i cittadini) è proprietario dell'acqua ma deve pagarla ad un privato.

L'abbiamo detto nel 2011 al referendum e lo abbiamo ribadito con una proposta di legge popolare regionale: l'acqua è un bene comune e spetta ai cittadini amministrarla.
Finora nessun consigliere regionale di centro-destra-sinistra (tanto l'accurduni per la gestione dei carrozzoni regionali è sotto il banco) si è espresso a favore della ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, solo l'Altra Calabria ne ha fatto un punto programmatico.

Tuttavia, non siamo qui a fare solo campagna elettorale ma a fare una proposta concreta.

Come è stato fatto da altre amministrazioni comunali, il Comune dovrebbe intimare a SoRiCal di realizzare le migliorie necessarie agli impianti, pena il mancato pagamento delle bollette a causa di un'insufficiente servizio di erogazione.
Oppure, ancora meglio, sarebbe il momento di dire addio a SoRiCal.
Qualora si ripresentassero gli stessi disagi ai cittadini sersalesi, l'Amministrazione dovrebbe riappropriarsi del suo bene comune e gestirlo in conto proprio, come è stato fatto a Saracena: Sindaco in testa, i cittadini si sono riappropriati delle sorgenti e dell'acquedotto e non corrispondono più alcuna bolletta, i cittadini pagano soltanto il costo annuo di gestione degli impianti e gli interventi di riparazione, una bolletta di 2/3 inferiore a quella di SoRiCal.

Gli strumenti per difendere i beni comuni e gli interessi esistono e si chiamano servizi pubblici, spetta ai cittadini e alla loro amministrazione pretendere, organizzare ed erogare servizi efficienti. 

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