Un anno fa, mentre
Barack Hussein Obama veniva eletto Presidente degli Stati Uniti d'America, Silvio Berlusconi si svegliava con voce rauca e telefonava Patrizia D'Addario, dopo una notte trascorsa nel lettone di Putin; dopo lo spuntato governo dell'Unione, gli italiani hanno scelto la strada della sicurezza e della disciplina: un piduista, conservatore e per di più il primo corruttore (condannato) a palazzo Chigi.
La radicalità, anzi eversività di Silvio, non bisogna attendere ancora troppo per capirla: il cambiamento dietro alle sue parole è stato lanciato 20 anni fa con le sue TV commerciali; tra l'altro, i suoi fans lo candiderebbero al Premio Nobel non si sa per quali evidenti meriti internazionali, a parte il cucù alla Merkel. Sul piano politico il suo programma, che ai nostri commentatori giornalistici sembra illuminato dai circoli del buon governo di Dell'Utri, non è altro che il programma di rinascita democratica della P2, roba da dittatura latinoamericana.
Ma forse, il tradimento della sinistra in Italia si è spinto così oltre nel sostegno agli interessi economico-finanziari di Confindustria, che proporre la privatizzazione della sanità sembra modernizzazione, che il sostegno ai magnati del petrolio/carbone/nucleare sembra grandeur nazionale, che una diplomazia pacchiana sembra un gran teatrino per l'Italietta contemporanea.
A noi italiani sembra che Berlusconi parli un linguaggio particolarmente popolare, proprio perchè la nostra cultura ha smarrito il senso della realtà... e lo fa vestendosi da tutore della famiglia ma con harem al seguito, aggredendo la magistratura dipingendosi come 'perseguitato' politico.
Personalmente, non ritengo che Berlusconi sia un politico; più che altro è l'Italia che ha rinunciato alla sua nobile tradizione politica per inseguire modelli americani o nostrani di marketing!
Però Silvio Berlusconi ha qualcosa di malato. Oltre al suo aspetto 'giovane' a 75 anni, come si direbbe a Villa Certosa, e oltre al suo programma orientato dall'ormai famoso "MENO MALE CHE SILVIO C'E'!", il presidente del consiglio fonda il suo successo sul potere mediatico. Da quando Berlusconi ha vinto le elezioni è ripartita una sorta di irrefrenabile traslazione della verità sul leader, non di tipo fascistoide, ma comunque in grado di informare l'opinione dei cittadini, di confondere, di nascondere i fallimenti.
Il rapporto tra media e potere è così sottile e stretto da trasformarsi esso stesso in potere, in videocrazia. In Italia è stata boicottata la diffusione di
Videocracy, di Shooting Silvio, di Bye Bye Berlusconi, di Citizen Berlusconi e Viva Zapatero!, film pluripremiati su Berlusconi dalla nascita del suo impero mediatico allo scandalo delle escort passando per i rapporti con mafia e P2... al loro posto le agiografie di Emilio Fede, Vespa e Belpietro. Se uno vedesse Berlusconi da vicino, il cerone, il parrucchino, i lifting e i tacchi penserebbe di essere davanti ad una persona ossessionata dalla propria immagine.
I suoi discorsi, letti e riproposti in continuo completi di gaffes e di deliranti contenuti, sono diventati essi stessi simboli - come l'editto bulgaro contro Santoro, Biagi e Luttazzi o contro la bolscevica Corte Costituzionale - di un nuovo autoritarismo italiano quasi come se li avesse pronunciati Mussolini. Il carisma di Berlusconi, cioè quel particolare potere di assuefazione e rincoglionimento che ci permette di tollerare difetti, gaffes, di sopportare anche la vacuità di contenuti in un leader politico, è, secondo molti studiosi, in realtà un'opera decennale di distruzione della cultura collettivo e di massiccia disinformazione. Simbologia massone, immaginocrazia e valori di Berlusconi sono in realtà frutto del lavoro di
Licio Gelli, di
Gianni Letta e di
Marcello Dell'Utri: il primo è gran maestro della loggia massonica deviata "Propaganda 2", lui è l'autore del Programma di rinascita democratica i cui punti saldi (controllo dei media, amputazione del potere giudiziario e presidenzialismo autoritario) fanno parte da anni del programma elettorale e di governo del PdL; il secondo è responsabile della gestione amministrativa del potere economico-politico berlusconiano, mentre il terzo è un vecchio esponente politico siciliano condannato per collusione mafiosa autore del successo elettorale di Berlusconi.
Una attenta e malfamatissima regia dietro all'uomo più potente d'Italia, gente che ha trasformato le proprie competenze in
rogue policy, in politica canaglia. Su di questa a noi non rimane che informare e resistere; i commentatori più agguerriti distinguono tra due profili di Obama: quello della presidenza, caratterizzato dall'arroganza del governare, quello delle corruzioni, caratterizzato dal ricatto della vittoria.
PS: Per noi italiani, Berlusconi è soprattutto uno schiaffo costante, un promemoria ossessivo: perchè la sinistra ha permesso che ciò accadesse?!
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