L'AltraSersale

Un nuovo modo di essere comunità. Un mondo nuovo.

Lamezia-Europa.

E' solo quel low cost Ryanair a renderci ancora un'estrema propaggine del continente, ma c'è e ne approfitto. Destinazione Bruxelles. Così giusto per svago; non come quelle migliaia di italiani che hanno ripreso la via dei minatori. Già all'aeroporto ti accorgi di quanta Italia sia in Belgio. Ristoratori calabri che si scambiano consigli fiscali su come 'fottere' il fisco belga, studenti in cerca di fortuna con il loro stage al Parlamento, attempate coppie multinazionali che sono venute a salutare a mammà in Calabria.

E anelloni, catenine grosse come corde, abbigliamento improbabile, e trolley stracarichi di chissà quali salumi.

 

Viaggio insieme a loro, gli euroitaliani. Gente che cinquanta anni fa o ieri hanno svoltato troncando il loro legame con la terra e ora sono veri europei. Atterro a Charleroi, e capisco che è più grande di uno sputo solo perchè siamo nella capitale d'Europa. Ma Bruxelles è "la città che non ti aspetti"; concezione tedesca, riuscita italiana: l'ordine nordico è ampiamente mitigato dalle cartacce per terra, dai lavori eterni come a Napoli, dalle buche per strada. E poi senti parlare italiano ovunque, ovunque leggi "Panini", "Mozzarella" e tutto ciò che ci rende ancora grandi nel mondo.

Bruxelles non è brutta, ma risente troppo dell'impiego pubblico: è una Catanzaro moltiplicata per 10.000. Te ne accorgi dai ritmi urbani, gli orari di affollamento di bus e metro coincidono con gli orari degli uffici; all'uscita tutti corrono al loro hobby: piscina, palestra, ballo caraibico, danze orientali, arrampicata domestica e tutti quegli sport moderni che finiscono in -ing. E te ne accorgi da questa fuga verso i passatempi: probabilmente le conoscenze hanno qui una durata media di 18 mesi (per gli europei è un passaggio, per noi un arrivo), perciò è meglio coltivare il proprio euro-centrismo.

Una differenza di prospettiva che risente della situazione italiana. A nessuno piace il clima di Bruxelles, nè viverci per un'intera vita. Ma è pur sempre una meta dove puoi avere un buon lavoro, ben retribuito. Non sei nè precario nè sfruttato, non sei deriso nè considerato giovane.

Gli italiani che vivono qui hanno scelto: sacrificare le cose belle dell'Italia (il clima, il cibo, i rapporti) nel nome di una carriera che almeno ti dà la dignità per vivere...

A parte la deriva sociologica, a Bruxelles la birra è buona, di tutti i colori e tutti i sapori. Dalle bettole fetide del centro storico ai locali di tendenza.

 

E inoltre Buxelles è al centro d'Europa. Due ore da Parigi, tre da Amsterdam. Optiamo per Amsterdam, un solo giorno forse è poco ma val la pena vederla. Prima di tutto ci togliamo dal groppone lo scurpolo culturale e visitiamo il Van Gogh Museum, dopodichè saranno 12 ore di girovagare senza meta per canali e vicoli.

Ciò che è sorprendente è l'assoluta mancanza di disagi per la presenza dei canali, biciclette a parte (sono veramente odiose sul loro percorso ciclabile)! E' vero che ci si può ritrovare dall'altra parte della città se non sai bene come muoverti, ma tutto dipende se fai la tipica colazione di Amsterdam in uno di quei fumosi locali.

Ma la vera grandezza di Amsterdam non è il fatto di essere la capitale europea più trasgressiva, ma di essere la città più libera d'Europa. La libertà la respiri per strada e la misuri dalla vicinanza di un coffe shop e un ristorante, un sexy shop e un alimentari, una casa a luci rosse e un bar. Ciò che ti viene offerto ad Amsterdam è la libertà di scegliere: se ti va di fare una cosa la fai senza i pregiudizi che ci impone la nostra morale. Non è la libertà di fare sesso a pagamento, ma l'opportunità di farlo legalmente, senza invischiarti in ambienti e situazioni losche. E' questo che si impara ad Amsterdam.

 

Di solito mi avventuro in resoconti di viaggio più articolati; questa volta ho scelto una semplice esposizione dei fatti, forse perchè a differenza di Londra o Barcellona, e fatta eccezione per Amsterdam, alla fine si trattava di semplice Europa.

Lì dove all'ombra dell'Europarlamento si vive tra eurosklero ed europakkia!

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