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Chi ha vinto le amministrative?

La risposta è fin troppo emozionante e carica di significati: il 55% di Pisapia a Milano, e il 65% di De Magistris a Napoli parlano chiaro: è il popolo della sinistra ad aver vinto!

 

Azzardando un'analisi, superficiale ma sicuramente oltre l'invidia dell'esser partigiani, il dato che emerge dalle amministrative 2011 è il seguente: queste elezioni le hanno perse tutti, tranne che il popolo di sinistra.

Mi spiego meglio.

Innanzitutto, le ha perse Berlusconi che ha sempre trasformato ogni competizione elettorale in un plebiscito sulla sua persona, e questa volta il popolo ha detto basta. Lo dimostrano le preferenze che il presidente del consiglio ha preso a Milano: - 35.000 in tre anni!

 

In secondo luogo le elezioni le hanno perse il governo e il PdL: le favolette sul "governo del fare", lo stridente contrasto tra ciò che raccontano i TG e ciò che dicono le statistiche di OCSE e ISTAT, i morsi della crisi e l'assenza di crescita economica, hanno messo a nudo una narrazione, quella berlusconiana, decretandone lo smottamento. Il governo che avrebbe ripulito Napoli, che difende gli imprenditori e abbassa le tasse, non ha realizzato nessuno dei suoi proclami e il popolo lo ha capito. Il vento che spira a Milano e Napoli è un vento di protesta contro l'operato di questo governo.

Il PdL ne esce ridimensionato e dilaniato tra i suoi colonnelli che hanno cominciato ad abbandonare il capo. Non solo un netto declino di consensi - dovuto principalmente alle defezioni dei notabili locali e ai dissapori sulla leadership - ma anche un preciso piano di balcanizzazione su scala locale.

 

In terzo luogo, è la Lega a subire il maggior schiaffo dalla propria base. "Una sberla", l'ha definita Maroni, che sancisce il primo divorzio del popolo da quel leghismo di lotta e di governo che finora ha sapientemente agitato populismo, xenofobia e goliardate per drogare il proprio elettorato; le porcate berlusconiane e la svendita del voto di fiducia agli interessi del premier cominciano a costare care a Bossi e al suo partito che finora era cresciuto inesorabilmente.

 

Quarto, il Terzo Polo è semplicemente ininfluente in qualsiai competizione elettorale. I voti di Fini, Casini e Rutelli non sono stati decisivi e sono stati anche esigui sul piano percentuale. Il suggerimento maggiore dovrebbe essere per quelli del PD che pontificano ancora di Grande Alleanza, di bipolarismo, di accentramento nei contenuti e nelle pratiche politiche. La semplice presenza del Terzo Polo basta a dimostrare definitivamente l'intelligenza politica di quel Veltroni cantore del bipolarismo all'italiana: basta scorrere il fiorire di liste e listini in queste amministrative per scoprire che l'Italia è un paese balcanizzato e solo un sistema proporzionale può garantire rappresentanza a tutti. Le performance di Fini & co. sono abbastanza per far capire ai vari Dalema che si vince a sinistra e non al centro.

 

Quinto, il PD è il maggiore sconfitto di queste elezioni nonostante le abbia vinte, sembra una barzelletta ma è così: a Milano vince il candidato delle sinistre Pisapia, dopo aver sconfitto alle primarie il candidato del PD; a Napoli vince il candidato di IdV e Federazione della Sinistra, dopo lo scempio delle primarie truccate, contro il candidato del PD Morcone e contro le cricche bassoliniane; a Cagliari è il candidato vendoliano a spuntarla. Il PD si è dovuto quindi accontentare di sostenere i candidati degli altri predendo notevolmente rappresentanza nei nuovi consigli. Ne è dimostrazione il consiglio comunale di Napoli dove la Federazione della Sinistra ha più eletti del PD!

 

Quindi chi le ha vinte queste elezioni?

Pisapia e De Magistris, sicuramente. Milano e Napoli sono i nuovi laboratori della sinistra italiana, congiunte idealmente nelle prime dichiarazioni dei neoeletti sindaci: "Abbiamo liberato Napoli" e "Milano è una città libera". Laboratori della sinistra perchè i due candidati sono espressione di radicalità, di netto posizionamento politico e morale; un altro suggerimento per la classe dirigente di questo paese che cerca nel consociativismo, nella moderazione degli interessi di bottega, nell'inciucio la panacea di tutti i mali.

Invece De Magistris e Pisapia ci hanno insegnato, come aveva fatto Vendola l'anno scorso, che si può vincere anche portando avanti istanze radicali, con programmi radicali, con proposte alternative.

 

Ma il vero vincitore è il popolo della sinistra. Quella marea di giovani che hanno sostenuto e animato la campagna di Napoli e Milano, le associazioni, gli intellettuali e gli artisti che si sono schierati coi candidati di Milano e Napoli, quel popolo ha dimostrato e urlato la popria presenza.

Il popolo delle primarie ha mostrato che sa scegliere i propri rappresentanti meglio delle proprie classi dirigenti. Che sa condurre la campagna elettorale meglio dei miliardari consigli di marketin politico. Che sa gioire sinceramente per quello che è avvenuto.

 

Il fatto che ieri sera in ogni piazza risuonasse, cantata a squarciagola, "Bella ciao" è testimonianza reale e commovente dei valori che questo popolo è in grado di difendere: giustizia, libertà e uguaglianza. Bella ciao è il simbolo della liberazione da qualsiasi oppressione, Bella Ciao è un vento che soffia ancora...

 

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