L'AltraSersale

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Care Compagne e cari Compagni, (inizia così ogni comizio che si rispetti!)
arriviamo al foto finish di questa campagna elettorale per le regionali: se non fosse per le gigantografie e il dubbio gusto estetico di tappezzare tutto con mezzibusti e slogan improponibili non ci saremo neanche accorti di questa campagna elettorale.

Da un lato, è stato il Presidente del Consiglio a volerla così: non contenuti (crisi, lavoro, ambiente, sviluppo, sanità, diritti ... che fine hanno fatto?!) ma un plebiscito: "o me o loro" sembra chiedere ormai da 15 anni Berlusconi, e i suoi peones nelle competizioni locali, paralizzando un paese, legandolo al palo dei suoi guai giudiziari e delle brame di potere dei suoi accoliti.
Dall'altro, le cosiddette opposizioni non brillano certo per salute e per capacità di suscitare interesse. Dov'è l'alternativa alle destre? Il centrosinistra sembra in grado di proporre solo uomini alternativi, non idee e valori opposti alla mercificazione dei diritti, non metodi contrapposti alla clientela, al malaffare...

Ecco, queste passeranno alla storia come le elezioni più tragiche della storia repubblicana. Eccezion fatta per l'anomalia pugliese, o per le garanzie umbre e tosco-emiliane (realtà in cui i contenuti sono sentiti e vissuti dagli elettori), nel resto delle regioni la curiosità è se vince o meno il celtico Cota o la zarina Bresso, Formigoni-comando-solo-io o "ma anche" Penati, se la spuntano i radicali mangiapreti o il partito del cemento Polverini-Caltagirone.

Più a Sud è lotta tra destre: le destre casalesi contro quelle piddine di De Luca in Campania; la destra con gli scheletri nell'armadio di Scopelliti, quella affaristica di Loiero o quella culturale di Callipo.

E la sinistra?
Qui in Calabria ci è toccato di scegliere forse il male minore: Loiero for president. Una scelta che ha lacerato il nostro partito, perchè abbiamo sempre criticato gli scarsi risultati del loierismo. Abbiamo altri contenuti, altre prospettive eppure siamo qui, quasi con le mani legate da un sistema elettorale che ha fatto dei potentati l'ago della bilancia.

Quello che emerge da queste elezioni è che i partiti sono morti o in terapia intensiva. Anche il nostro, con queste scelte operate a livello regionale che noi, solo per appartenenza comunitaria, accettiamo. Ma quello che emerge è che sono sempre più visibili i responsabili della crisi dei partiti.

Sapete chi sono? Quelli che stanno entrando nelle vostre case, quelli che vi importunano con santini e volantini, che organizzano cene e profondono promesse, quelli che vi chiedono il voto per lo scambio (lavoro, radiografie, fondi europei, favorucci)!

Sono loro che hanno trasformato la politica in un lucroso affare, gli elettori in moderni schiavi dei potenti di turno, la cosa pubblica in affari privati, i diritti in favori, i partiti in strumenti... con un solo obiettivo: il loro interesse!

Non possiamo più tollerare questi soggetti!
Non possiamo dare il nostro consenso e le nostre passioni politiche agli "amici degli amici" o a quelli che occupano i partiti. Noi difendiamo e pratichiamo una vita politica sana, lo facciamo in modo disinteressato e non accettiamo che le nostre idee vengano mercificate per i loro interessi.

Una metafora: tra il '600 e '700 corsari e pirati si fronteggiarono nell'Atlantico. I corsari derubavano le compagnie commerciali che solcavano i mari e lo facevano con la protezione delle potenze che si stavano spartendo le Americhe e l'Africa: in pratica difendevano i profitti dei potenti, a danno dei poveracci. I pirati, erano invece equipaggi di schiavi, fuggiaschi, eretici, scomunicati, ricercati, agitatori che - perseguitati per le loro idee di libertà e uguaglianza in Europa - si dedicavano a smontare il domino sulle colonie svuotando i vascelli imperiali. Il loro bottino serviva a sostenere le loro famiglie che vivevano sulle coste dei Caraibi in vere e proprie democrazie utopiche: i piarati erano di nazionalità, religione e credo politico diverso, pertanto potevano convivere solo con la reciproca tolleranza; non avevano passato e vivevano quindi proiettati al futuro; non avevano padroni perciò erano liberi e sparitvano in parti uguali il bottino!

I corsari di oggi sono tutti quei loschi figuri che ci chiedono il voto, cercano con l'arroganza della loro posizione, con la violenza della promessa elettorale di estorcervi il voto: loro sono quelli che rubano i nostri diritti per gli interessi dei potenti.

Loro hanno avvilito la politica, tant'è che ci siamo limitati al minimo appellandoci al vostro buon senso. Il voto è personale e segreto e va espresso liberamente, secondo le proprie convinzioni e secondo i propri principi. A voi spetta decidere se il nostro simbolo merita ancora consenso, se le lotte degli ultimi, degli operai, se i diritti della gente vadano ancora difesi. Se uguaglianza e libertà siano ancora valori per cui combattere.




Perciò lasciamo a voi la libertà di scegliere, di sceglierci.

Ci appelliamo a voi che lottate ogni giorno per portare a casa un misero bottino. A voi che spartite sofferenze, speranze e sogni con i vostri cari. Voi che mettete la tolleranza e l'amicizia al sommo di ogni valore. Voi che credete che l'utopia sia ancora possibile.

Ci appelliamo a voi pirati!

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