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Consiglio Comunale del 08.09.2014: “Relazione Piano Strutturale Comunale (PSC) e approvazione documento programmatico.”

Dato l'abbandono dei lavori consiliari da parte del consigliere Lupia e la contestuale assenza dei consiglieri Berlingò e Scalfaro - che dimostrano quanto questa amministrazione intenda offrire un contributo concreto in termini di idee alla redazione del PSC - ho deciso di abbandonare anche io il consiglio per sottolineare quanto questa maggioranza non abbia la volontà e i numeri per amministrare Sersale

Infatti ho osservato lo stesso atteggiamento nel consiglio del 24 aprile, quando coi consiglieri del PD abbiamo lasciato i lavori e siamo stati ingiustamente accusati di vigliaccheria e di irresponsabilità verso un imprenditore che chiedeva una deroga al PSC. Il mio intendimento è di svolgere un'opposizione coerente e non dettata da atteggiamenti ad personam, il mio mandato non è quello di decidere o ostacolare i progetti privati per semplice ritorsione politica, il mio compito è smascherare una maggioranza che non c'è, che non ha i numeri per amministrare. Tanto che ho chiesto che il prossimo consiglio tratti della decadenza della consigliere Scalfaro, assente ingiustificata per tre consigli consecutivi!

Mi sarei aspettato che lo stesso facesse il consigliere Mungo del PD, in questo modo avremmo dimostrato ancora che la maggioranza non ha i numeri perché i suoi membri non partecipano o abbandonano il consiglio. Invece il PD, per la terza volta mantiene il numero legale a questa amministrazione!

Ad ogni modo pubblico la dichiarazione che avrei reso al PUNTO N.9 dell'O.d.G, perché non mi sottraggo al mio compito e ho cercato di interpretare il documento proposto dall'amministrazione che allego qui per i più curiosi.

 

L’oggetto del punto in discussione meriterebbe un consiglio comunale ad hoc, tuttavia siamo felici che con prontezza l’amministrazione comunale abbia colto l’invito che avevamo lanciato sul nostro blog il 17 agosto scorso: presentare al consiglio comunale almeno una sintesi del PSC a cui si lavora da almeno 7 anni.

Risale al 29.05.2008 l’avvio della procedura per la redazione del PSC con affidamento ai tecnici comunali.

Nel documento allegato alla presente deliberazione si precisa che “viene meno il carattere prescrittivo dello strumento urbanistico generale: il PSC infatti non produce alcun effetto giuridico sui suoli, non impone vincoli e non assegna alcun diritto, limitandosi a recepire i cosiddetti ‘vincoli sovraordinati’”. Già tanto basta per comprendere la mole di lavoro che l’amministrazione ha dedicato al PSC e soddisfa pienamente la domanda posta sempre sul blog: qual è la politica urbanistica dell’amministrazione?

La risposta risiede nella conclusione del documento intitolato Verso il Nuovo Piano: l’inglesismo work in progress può essere benissimo reso con il dialettismo ‘jiandu vidiandu’, cioè programmazione vaga o inesistente per avere mani libere di fare e disfare il territorio, con una certa propensione all’incoerenza dal PIP allo sventramento del centro storico.

 

Non essendo un esperto urbanista mi sono premurato di acquisire alcuni rudimenti. Nelle linee guida regionali per la redazione dei PSC (BURC n. 22 del 1 dicembre 2006) si parla di Documento Preliminare nel quale si esplicitano obiettivi e strategie, uno schema di massima delle scelte, della loro coerenza. Tale documento va poi sottoposto al vaglio della Conferenza di pianificazione, che pare sia composta da cittadini, portatori di interessi, imprenditori e associazioni di categoria, comuni limitrofi e rappresentanti di enti superiori come la Comunità Montana, l’Ente Parco, ecc… acquisito il parere della Conferenza si può procedere alla stesura definitiva che a norma dell’art. 20 della legge urbanistica regionale prevede:

  • Una classificazione del territorio che individui aree urbanizzate, aree urbanizzabili, territorio agricolo forestale; e nello specifico l’individuazione di cosa è centro, cosa periferia, cosa foresta, le risorse naturali e antropiche, i caratteri, i valori, i vincoli insistenti sul territorio;
  • Uno studio dei caratteri geomorfologici, idrogeologici, pedologici, idraulico forestali ed ambientali, le aree a rischio che delimitano le possibilità di sviluppo urbano;
  • Una carta di sintesi dei diversi sistemi e ambiti in cui si struttura il territorio, specificando le modalità di intervento (conservazione, trasformazione, nuovo impianto) e d’uso (produttivo, insediativo, infrastrutturale).

Sulla base di tali specificazioni le linee guida stabiliscono che il PSC disciplina l’uso del territorio prevedendo aree territoriali/urbane con caratteristiche unitarie dove localizzare differenti modalità d’uso. Quindi il PSC produce effetti giuridici sui suoli, impone vincoli e assegna diritti (art 57, c 4 LR 19/02): il contrario di quanto scritto nel documento presentato al consiglio!

Per quanto riguarda i vincoli sovraordinati, il Quadro Territoriale Regionale o il PAI, rimane ancora oscuro stabilire le modalità di recepimento adottate dall’amministrazione comunale. Quali sono le aree a carattere storico-paesaggistico? Le porzioni densamente urbanizzate e infrastrutturate? Le aree di edificazione abusiva? Quelle di nuovo insediamento o produttive? Le aree di protezione civile? gli ambiti a valenza paesaggistica (che secondo l’amministrazione coincidono con il marketing di associazioni e cooperative locali)…

Inoltre, la LR 19/02 stabilisce (art. 11) che la partecipazione è principio fondamentale per le scelte. Essa può essere stimolata dall’istituzione mediante  laboratori, consultazioni, assemblee, referendum, inchieste o con la concertazione coi tradizionali stakeholder (tecnici, aziende, imprese, associazioni, comitati civici).

Non mi pare di aver assistito a tutto ciò negli ultimi 6 anni, che coincidono in parte con l’amministrazione Progetto Sersale.

Allo stato attuale il consiglio non è stato informato del contenuto della relazione pedologica del prof. Blois citata in delibera e pronta dal 22.12.2008; non si ha notizia della relazione agro-forestale, né del lavoro che i tecnici hanno svolto per coinvolgere gli attori locali. Non ho personalmente avuto notizia della Conferenza di pianificazione che dà avvio alla redazione del Piano.

Si assiste invece all’ennesimo proclama alla nazione nel quale risaltano parole altisonanti come “guardare al turismo … ritornare alle origini agricole della comunità … esaltazione dell’Area Valli Cupe … Sersale-Cropani, sogno di intere generazioni”, parole che poco hanno a che vedere con un elaborato tecnico-programmatico, nonché atto amministrativo.

Parole caratterizzate da quel pizzico di incoerenza che non guasta: non si comprende come un’amministrazione che autorizza lo sventramento del centro storico intende promuovere nel nuovo PSC “la conservazione e valorizzazione del ruolo del centro storico”. A tal proposito, il mio gruppo, qualora si svolgerà uno straccio di assemblea partecipativa per il PSC, rinnegando la propria cultura politica proporrà l’eliminazione dei vincoli del presente PSC per il centro storico. Non potendo imporre a questa amministrazione la tutela del centro storico di fronte agli interessi particolari, proporremo che tutti abbiano la possibilità di demolire, aprire finestre, colorare a piacere e non solo quelli che hanno un consigliere in comune. Seppur minima sarebbe comunque una regola, invece che procedere in deroga.

 

Davanti al documento proposto al consiglio e alla sua distanza siderale dalle prassi dettate dieci anni fa dalla legge urbanistica regionale, nell’impossibilità di desumere la seppur minima traccia di programmazione o l’informazione dello stato dei lavori del PSC, ci si convince che si tratti esclusivamente di uno scritto elettorale, riciclato al bisogno.

L’elaborato proposto non è un atto di indirizzo amministrativo o un’istruttoria tecnica, pertanto non se ne può chiedere l’approvazione consiliare. Al massimo, se fossi un militante alle prime armi, potrei votarne l’adattamento per il prossimo programma elettorale alla sede di Progetto Sersale.

Ma dato il metodo partecipativo adottato da questa amministrazione dubito che me ne sarebbe data facoltà.

 

L’Amministrazione ha risposto tempestivamente alle richieste del blog del gruppo consiliare, ma dimenticando che negli ultimi 6 anni il PSC è stata l’ultima delle priorità. Trattandosi di informatica ci può stare di rimanere nel virtuale ed ‘immateriale’. Perciò nel formulare il mio voto contrario chiedo che i tecnici mostrino in tempi brevi al consiglio comunale lo stato dei lavori.

 

Sersale, 08.09.2013

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