L'AltraSersale

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La Manifestazione di Amantea non è il punto d'arrivo, ma l'inizio di un grande movimento. Non dobbiamo abbassare la guardia sui veleni e dobbiamo tenere il fiato sul collo al governo perchè destini i soldi del Ponte alla bonifica della nostra terra!

Da Liberazione del 25/10/2009:

Castalda Musacchio - Amantea
Basta pescare nel torbido: Tommaso scuote la testa. Il volto di un pescatore lo si riconosce da quelle rughe che segnano lo sguardo rendendolo duro, immobile. Ed è quasi impossibile non guardare il mare di Amantea. "Non è sempre così", continua. "Noi? Con questo mare ci viviamo ed ora ci vogliono togliere la vita". In ottocento hanno già incrociato le braccia. "Se non bonificano subito questo territorio, noi rischiamo davvero di dover emigrare di nuovo. Siamo già al collasso. Ci vogliono affondare?". Affondare come quelle navi fantasma, come quei rifiuti tossici radioattivi disseminati qua e là sul territorio calabrese e ora scoperti non più solo in fondo al mare ma vicino la fonte di torrenti, persino sotto la sabbia di Praia a Mare.
"No - ripete duro Tommaso - noi non ci stiamo". Del resto, quei misteri che restano irrisolti, quei traffici di rifiuti tossici, di scorie nucleari, di 'ndrangheta svela un puzzle oscuro che arriva fino a Saddam e che lascia presagire un intreccio di interessi internazionali che, ad oggi, resta praticamente ignorato dalle istituzioni nonostante le tante denunce delle associazioni ambientaliste, dei giornalisti. Ma la Calabria non ci sta e, ieri, ha fatto sentire il suo grido di rabbia. Erano in migliaia sul lungomare di Amantea ora intitolato a Natale De Grazia, il capitano di fregata morto in circostanze del tutto misteriose nel '95 mentre indagava su un traffico di scorie radioattive per conto della Procura di Reggio. Sono giunti da tutti i paesi limitrofi, dalle province di Catanzaro e Cosenza. Sono giovani, pensionati, studenti, intere famiglie, nonni con megafono, qualcuno con il cappellino bene in vista con su scritto "Giù le mani dalla Calabria". Neppure la pioggia battente che, per poco, ha fatto temere il rinvio del corteo li ha potuti fermare. "E' da anni che qui non si scende in piazza. Era ora!".
E gli slogan scanditi con ritmo regolare vanno dritti al cuore del problema. "Venti anni di veleni, venti anni di segreti ma non ci ridurrete a pesci nelle reti" urlano i ragazzi dei licei. E mentre sfilano i pescatori, i contadini della valle dell'Oliva ecco scatta l'applauso, i più anziani si commuovono. "La nostra terra - racconta Arturo, un giovane regista tornato da Roma ad Amantea per partecipare alla manifestazione - è la più bella del mondo. Ce la vogliono rovinare. Ma era anni che si sapeva tutto e lo Stato non è mai intervenuto?. Anni, quasi più di venti che, dopo le rivelazioni del pentito Francesco Fonti che ha consentito il ritrovamento del relitto dei veleni nel mare di Cetraro, ora agli arresti domiciliari, la Calabria è stata un crocevia di traffici internazionali di rifiuti radioattivi. E là sotto, sui fondali di quel mare quasi unico al mondo, giacciono con tutta probabilità le navi volutamente fatte affondare con il loro carico di morte. Ieri, la richiesta urlata ad un governo che sull'intera questione scandalosamente tace, è stata netta: "Le scorie noi non le vogliamo" gridano i ragazzi in quella che si può ben dire la prima vera manifestazione di massa contro le mafie.
"La Calabria pulita - aggiungono gli studenti del liceo Metastasio - siamo noi". Un movimento nato dalla forte volontà del comitato promotore civico dedicato a De Grazia e che, oggi, può contare sull'adesione di oltre trecento associazioni nonchè di sindacati e partiti (come Rifondazione, presente con una delegazione composta da Alfio Nicotra e Giovanni Russo Spena). E ci sono il Wwf e Legambiente, e ancora la Cgil nazionale e regionale, la Cisl e la Uil regionale, ma ci sono anche i ragazzi di "E ora ammazzateci tutti", questa volta con in spalla porta i tazebao con su scritto anche: "Ed ora affondateci tutti". C'è anche Zanotelli che dal palco della manifestazione (in piazza non sono mancate voci di protesta contro il presidente della provincia, ndr) ricorda come sia stato silurato dalla rivista Pigrizia, e "proprio per aver iniziato a parlare dei traffici dei veleni con la Somalia".
Silvio Greco, l'assessore regionale all'ambiente, non manca di rimarcare tutti i suoi dubbi. Al largo di Cetraro giace una delle navi fantasma (il loro numero esatto è tutto da accertare). Così incalza: "Non capisco - commenta - perchè non siano stati resi noti dalla Dda di Catanzaro i protocolli di indagine che si stanno seguendo". Alcune rassicurazioni giungono dalla nave Mare Oceano. I tecnici al lavoro garantiscono che porteranno sicuramente a terra i campioni di sedimento estratti intorno al relitto individuato con precisione: quello della presunta Kunsky citata dal pentito Fonti. Ma, certamente, non basta. E sono proprio i pescatori di Cetraro insieme ai contadini della valle dell'Olivo a protestare con più veemenza. "Abbiamo avuto - dicono dalle confcooperative della pesca - l'80% in meno delle vendite". E, alla loro, si somma la protesta degli agricoltori che sfilano con tanto di berretti verdi. "Ci vogliono mettere in ginocchio" urlano nel corteo che attraversa la piccola cittadina del tirreno. Di fronte ci sono tutti i Gonfaloni "segno - sottolinea anche Ciro Pesacane del forum ambientalista - che si può ricominciare, anzi si "deve" ricominciare da questa piazza, da questo movimento" che è riuscito comunque a coinvolgere attraverso i comitati civici anche le istituzioni locali.
"Noi - dichiara con fermezza il sindaco di Amantea - vogliamo che il governo ci ascolti". Le richieste restano le stesse: stato d'emergenza in tutto il territorio costiero che va da Maratea fino ad Amantea e in siti come Crotone e la Sibaritide; mezzi e risorse perchè vengano immediatamente recuperate la Kunsky e la Yvonne di fronte a Maratea insieme al loro carico di morte. Ma, soprattutto, si chiede di bonificare tutti i luoghi inquinati e che venga riaperta l'inchiesta sulla "Jolly Rosso" come tutte quelle archiviate o volutamente insabbiate. Perchè qui, da Amantea, si pretende soprattutto "verità e giustizia" per una Calabria che rischia di morire "avvelenata". E a dirlo, urlarlo, scandirlo dai megafoni sono soprattutto loro: i giovani, delle scuole, dei licei, delle università. "Il futuro siamo noi!" si legge quasi ovunque sulle magliette, sui cartelli portati in spalla, sugli striscioni. E, certamente, si può ancora cambiare.

PS: Legautonomie aveva chiesto in una nota stampa che partecipassero tutti i comuni calabresi soprattutto quelli "come quelli di Girifalco, Sant'Agata di Esaro, Arena, Crotone, Satriano, Polistena, Villa San Giovanni, Riace, San Martino di Finita, Crucoli, Sersale, Olivadi, Scilla, che in questi ultimi mesi hanno dovuto subire intimidazioni criminali".

Alcune foto della manifestazione:

Fonte: Federazione PRC Catanzaro

Fonte: R.Guzzi - Ass. Boschi e Mari Puliti

Fonte: L.Concio - Legambiente Petilia Policastro

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