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Come sapete, tra le tante notiziole che sfuggono alla nostra riflessione perchè affondate dal ciarpame mediatico sui guai del Presidente del Consiglio, c'è quella sulla
Campagna referendaria lanciata dal
Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua lo scorso 24 aprile.
Il 19 novembre 2009, alla Camera dei deputati si approvava, con ricorso alla fiducia, il
decreto Ronchi, che all’art. 15 avvia un
processo di privatizzazione dei servizi pubblici locali, di dismissione della proprietà pubblica e delle relative infrastrutture, ovvero un percorso di smantellamento del ruolo del soggetto pubblico che non sembra avere eguali in Europa.
Come hanno scritto eminenti costituzionalisti nella relazione introduttiva alla campagna referendaria (clicca
qui per leggerla), il Governo non solo non tiene conto del fatto che laddove l'acqua (e altri servizi pubblici) è stata privatizzata si è giunti ad un aumento sconsiderato delle bollette e delle tariffe, ma difatto
trasforma un bene primario in merce.
Il decreto Ronchi prevede infatti che i soggetti privati siano obbligatoriamente parte dei sistemi di distribuzione, cioè
divengano proprietari delle reti idriche, che le infrastrutture dei servizi pubblici vengano alienati perdendo la loro caratteristica di beni pubblici che rispondono a interessi pubblici.
Bastano due articoli per cancellare una storia fatta di lotte e di fatiche, di sacrifici di cittadini e comuni che hanno fatto dell'acqua una battaglia di civilizzazione.
Le reti e gli acquedotti appartengono ai cittadini perchè sono stati realizzati per il loro diritto all'acqua e con i loro soldi.
Introducendo la disciplina privatistica (con l'assurdo credo che privato sia sempre più efficiente di pubblico) nel settore dei servizi pubblici si finisce per smantellare non solo l'architettura del nostro stato disegnata dalla Costituzione, ma addirittura si introduce un principio scarasamente etico: tutto può essere mercificato, venduto e comprato a seconda degli interessi.
La storia italiana è costellata di interventi di questo genere. Le privatizzazioni in Italia sono state un fallimento: non solo si sono distrutte nobili storie di imprese e strutture statali (Telecom, Alitalia e Eni su tutte!!!), ma si è permesso ad una banda di oligarchi di fare profitti spropositati con i beni di tutti, si è consentito a gruppi economici di controllare i nostri bisogni.
Sappiamo tutti che la bolletta della luce o del gas è fissata dall'Eni o dall'Enel, che difatto hanno realizzato un monopolio privato, lucrando sul bisogno di energia dei cittadini. Sappiamo tutti che le tariffe telefoniche sono decise a tavolino da Tim, Wind e Vodafone secondo logiche di cartello, in barba a qualsiasi concorrenza. Sappiamo benissimo
la legge del profitto impone che qualcuno guadagni e altri ne paghino le conseguenze.
Non siamo disposti a permettere l'ennesima violazione dei nostri diritti. L'acqua è un diritto fondamentale degli esseri umani, come il diritto alla famiglia, alla salute e alla sicurezza. Non possiamo permettere che un governo decida di svendere ai privati il nostro futuro.
Perciò vi chiediamo di aderire alla raccolta firme per i tre quesiti referendari promossi dal Forum Italiano dei movimenti per l'acqua.
Rifondazione Comunista è parte del comitato promotore, pertanto
allestiremo un banchetto per la raccoltadomenica 6 giugno, ore 10.00 in Piazza Italia a Sersale Firma e fai firmare!
Per l'acqua pubblica. Per un nuovo servizio pubblico: equo, partecipato e democratico.Per ulteriori info:
Relazione introduttiva ai quesiti referendari_def.docquesiti.dochttp://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/oppure scrivi a rifondazionesersale@yahoo.it
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