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Comunicato stampa
Catanzaro 23.11.2008
Servizio idrico, un cittadino su tre può chiedere il rimborso.

Un italiano su tre paga una bolletta che non dovrebbe pagare. E’ quanto emerge dalla sentenza numero 335 della Corte Costituzionale del 10 ottobre scorso. La sentenza corregge una norma della legge sul riordino idrico del 1994 che prevedeva che gli utenti dovessero pagare la quota di depurazione e fognatura, anche qualora il servizio in questione fosse inattivo. Infatti quanto è accaduto fino ad oggi si spiega perché il legislatore ha permesso che i comuni o i soggetti gestori usassero la politica dei due tempi: prima la tariffa, poi il depuratore. E cosi questa interpretazione della legge per i cittadini ha significato nel tempo forti aumenti tariffari, servizi pagati e non ricevuti mentre per le aziende le spalle erano ben coperte grazie agli introiti sicuri rappresentati dalle bollette. Questa d’ altra parte è la logica pseudo - imprenditoriale introdotta con le privatizzazioni.
La sentenza n°335 del 10 ottobre definisce la norma della legge del ‘94 incostituzionale sia perché introduceva un trattamento inuguale fra i cittadini, sia perché la bolletta che paghiamo secondo la nuova tariffazione ha natura di corrispettivo e deve quindi coprire interamente i costi di gestione. E nel caso della fognatura non avendo ricevuto alcun servizio, non vi è ovviamente alcun servizio da pagare.
Giustizia è fatta ed ora tutti i gestori dei Comuni privi di impianti e che riscuotono la tariffa per la depurazione, devono restituire le somme versate dai cittadini. La sentenza della Corte Costituzionale è una piccola vittoria per chi come Rifondazione Comunista denunciò da subito l’illegittimità della pretesa. Ci aspettiamo ora gli appelli delle amministrazioni comunali che grideranno al disastro e paventeranno la bancarotta in caso di richiesta di rimborso. Se i depuratori e le fognature non sono stati costruiti e le quote versate dovevano essere come previsto dalla normativa accantonati, i comuni non dovrebbero avere tutta questa difficoltà a restituire i soldi ottenuti illegittimamente. Gli amministratori dovrebbero invece rendere conto sull’accantonamento dei soldi in caso contrario dobbiamo pensare che quei fondi abbiano preso altre strade e questo sarebbe gravissimo e non vogliamo crederlo.

Invitiamo dunque i cittadini privi di fognatura e di allacciamento al depuratore a richiedere il rimborso. Rifondazione comunista ha preparato un modulo che può essere ritirato contattando le nostre sedi o richiedendolo con mail al seguente indirizzo di posta elettronica: rifondazionesersale@yahoo.it

Oppure scaricandolo direttamente cliccando sul seguente link:

modello per i comuni privi di depurazione.pdf

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