L'AltraSersale

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Web 2.0 – La Genesi

Web 2.0 è un insieme di trend economici, sociali etecnologici che collettivamente costituiscono le basi della prossima generazione di Internet – un mezzo più maturo, caratterizzato dalla partecipazione dell'utente, dall'apertura e dai benefici della rete.
Tim Òreilly

L'emergere del comune...l'indistinzione tra privato e pubblico...
Quello che succede sulla Rete, e la maniera in cui diritti pubblici e privati entrano in conflitto con delle pratiche comuni, è ormai un fenomeno quotidiano.

Antonio Negri – Fabbrica di porcellana, 2006




Con la Rete, cresce a ritmo inarrestabile il numero degli individui che vi partecipano; è sempre più numeroso, bisognoso di consolidare la propria individualità con quello che sempre di più sta diventando il canale privilegiato delle comunicazioni planetarie.
Il World Wilde Web per come lo conosciamo e lo abbiamo fruito finora è arrivato alla fine della sua parabola: la nuova generazione si chiama Web 2.0 e modifica radicalmente la concezione di uso della rete e delle informazioni; spezza il sistema gerarchico amministratore/utente e “innova” le regole del gioco nella produzione di sistemi/modelli di comunicazione.

La definizione “Web2.0” nasce durante un incontro tra ÒReilly Radar e MediaLive International. Dale Dougherty (dello staff ÒReilly), mentre rifletteva sulla progressiva importanza del Web nella vita quotidiana e sul pulluare di nuovi servizi di alta qualità, coniò il termine, subito accettato dal gruppo. Nacque così il Web 2.0 Summit (http://en.oreilly.com/web2008/public/content/home) che è il luogo in cui vengono analizzati e censiti lo sviluppo del Web, i trend e le nuove possibilità di business del settore.
Quando nel 1990 Tim Berners-Lee e Robert Cailliau inventarono il protocollo HTTP (un insieme di regole per richiedere e fornire risorse internet) e il World WideWeb (il primo browser per la navigazione in internet) si può facilmente presumere che non avrebbero immaginato con quale rapidità i loro strumenti si sono fusi con il sociale.
La Rete, nata nel '69 come connessione telefonica tra due computer, uno all'Università della California di Los Angeles e l’altro nello Stanford Research Institute, si sviluppa a velocità esponenziale. La rete comincia a estendersi. Nel 1972 il Dipartimento delle Difesa americano abbandona il progetto per ragioni di sicurezza e lascia Arpanet, che continua incessante a crescere, nelle mani degli sviluppatori. Dopo poco il mercato prende il sopravvento e cominciano a nascere delle strutture private che si allacciano a proprie spese alla rete, creando un nuovo nodo e vendendo un servizio di collegamento/accesso agli utenti . Da questo momento in poi, grazie alla struttura decentralizzata (non c’è un sistema gerarchico tra i singoli nodi) e basata su protocolli di comunicazioni aperti (il sistema di regole che definisce le modalità di scambio delle risorse/file è condiviso da tutti), la Rete comincia a svilupparsi per come è oggi e sarà nel prossimo futuro.

L’evoluzione futura della rete in una sorta di Matrix o più semplicemente in un sistema che combini intelligenza umana e intellingenza artificiale è un tema di riflessione che non appartiene al nostro tempo.

La Rete è oggi quello che era nella sua origine: è spazio (la memoria di un elaboratore) con porte di accesso collegate ad altri spazi (altre memorie); è tempo (la velocità dei processi di elaborazione). Nulla di più e nulla di meno.
Uno spazio però con una caratteristica precisa: le informazioni che vi sono all’interno sono digitalizzate.

Il Web è il prodotto dell’interazione umana all’interno dello spazio virtuale dei nodi che compongono la rete; ed è reso possibile dal composto di creatività e necessità che caratterizza la nostra specie; è un processo innovativo nel senso proprio del termine in quanto accettazione e (continua) produzione del nuovo. Al contrario della Rete, il Web non è un prodotto stabile e definito. L’interazione umana che lo realizza è la ragione del suo sviluppo continuo, giunto proprio nel 2004 a un punto di svolta: il Web 2.0.
Il Web 2.0 è la definitiva “metamorfosi”, dello spazio nella rete, da virtuale a reale.

Questa metamorfosi è resa possibile dalla condivisione delle informazioni tra gli utenti, dalla modifica simultanea dei contenuti e dallo sviluppo di comunità che non esistono solo all’interno della rete, ma che si mescolano alle comunità fisiche consentendo lo nascita di nuove forme di relazione e socialità (basti pensare a Facebook, MySpace, YouTube, Flickr).

In sostanza il Web 2.0 è connessione tra gli utenti; utenti dotati di alta capacità interattiva, soggetti che portano con sé (tramite l’uso di molteplici strumenti) il loro mondo e la loro identità di cui la Rete è parte. Web2.0 è composto quindi da una galassia di siti che producono contenuti e offrono servizi. È un sistema pubblico e privato allo stesso tempo: pubblico perché attualmente l’accesso è disponibile a tutti, privato perché consente lo sviluppo di attività commerciali e lo sviluppo di un ampio mercato (pur mantenendo gratuti una buona parte dei servizi, in generale quelli di maggior successo).
I nuovi modelli multimediali/intermediali hanno procedure di sviluppo che si avvicinano e intrecciano i modelli di sviluppo Open Source, nei quali l’interazione tra gli utenti è non solo l’effetto del servizio, ma fonte di sviluppo e crescita (entro alcuni margini addirittura “indipendente”) del sito/software stesso.

A ciò si aggiungono gli sviluppi tecnici: maggiore larghezza di banda; elevata capacità di immagazinamento dati; ploriferazione di linguaggi di programmazione veloci e potenti; un mercato aperto e altamente competitivo su base qualitativa, per fare del Web il punto di incontro, confronto e scontro delle comunicazioni umane nel prossimo futuro.
Il successo dei siti di Web2.0 è stato finora straordinario e, anche se è possibile un rallentamento del fenomeno nei prossimi anni, esso è destinato a crescere e rimodellare la Rete trasformandola in un sistema di comunicazione molto più completo di come è tutt’oggi. A frenare l’entusiasmo sono le sue origini, dalla Bolla di Internet scoppiata nel 2000, che ha fatto crollare l’entusiasmo circa le aspettative sulle potenzialità della comunicazione on line; le ragioni della crisi di inizio millennio sono ormai note: tra le più dannose, una confusione di ruoli tra utente e cliente.
Il nuovo Web si fonda oggi, anche alla luce delle esperienze passate, su basi più solide. Le necessità di piani di sviluppo ponderati e di strategie definite a monte degli investimenti sono uno dei principali effetti.
Se da una parte le nuove strategie si concentrano sulle opportunità di business, dall’altra lavorano per fornire e sviluppare servizi di alta qualità in modo da fidelizzare l’utenza; questo è l’elemento che consente di poter contare su basi solide per espandersi e far girare un volume d’affari sufficiente a garantire la sopravvivenza e la crescita nel futuro.
Tramite Internet sta crescendo in maniera esponenziale il volume dei contenuti e degli utenti. La sfida del Web 2.0 è quella della gestione e della possibilità di accesso ai contenuti, una sfida che il Web di per se stesso non è in grado di affrontare; lo dimostra proprio lo sviluppo delle nuove comunità che se da un lato aumentano vertiginosamente il numero di contenuti durante la loro interazione, dall’altro attraverso la presenza in rete sempre più continua dei membri selezionano, categorizzano e condividono/promuovono con altri singoli utenti i contenuti più interessanti, in un processo di riorganizzazione continua.

Con lo sviluppo del Web anche le classiche forme di pubblicità stanno cambiando. La fine dell’era dei Mass Media lascia il posto ai Custom Media, sistemi di comunicazione impostati dall’utente che screma le informazioni sulla base dei suoi interessi/bisogni. Si perde il vantaggio di comunicare a un numero molto alto di persone in modo assolutamente trasversale tipico dei media di massa, per guadagnare un pubblico d’ascolto selezionato, con una competenza specifica e ben disposto a ricevere il messaggio.

Inoltre nella struttura del Web2.0 vigono i principi di libera competizione e collaborazione propri dei sistemi Open Source: rispettando le stesse norme legali e a parità di know how: chiunque può prendere parte alla rete e lo scambio di informazioni utente–utente svela autenticità o fallacia delle informazioni/prodotti quasi in tempo reale.
È questo stesso meccanismo che sta alla base di Wikipedia, in linea con la mission che un ventennio fa ha animato prima il movimento Free Software e poi il più noto Open Source.
Proprio grazie a questo, il Web2.0 sta trasformando la comunicazione potenziando il principio di intermedialità dei media digitali, ma introducendo un fattore di altilssima personalizzazione; per certi aspetti “umanizzando” i software, continuamente manipolati dall’utente.

Tratto da http://www.openarea.net/web2.pdf

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