L'AltraSersale

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Qualche giorno fa, il Comitato Politico Federale di Catanzaro ha approvato un documento che condanna l'azione amministrativa della Giunta Loiero e che chiede al PRC calabrese un forte atto di discontinuità rispetto al passato e per la cotruzione di un'alternativa per il futuro della Calabria. Vi proponiamo qui qualche stralcio del documento per avviare una riflessione sul ruolo di Rifondazione in questa regione.

Il documento (disponibile per intero cliccando qui) sarà discusso alla prossima riunione di circolo per coinvolgere gli iscritti e simpatizzanti nella costruzione di un alternativa di sinistra e comunista al declino di questa terra.

La linea politica che ha portato nel 2005 all’alleanza in Calabria con il centro sinistra registra, con le politiche del governo Loiero, il più totale fallimento. Non vi è stata in questi anni di governo di centro sinistra una netta rottura con le pratiche di potere del centro destra e degli uomini che quel potere incarnavano. Proprio per questo è più che mai necessaria una forte rottura e una netta discontinuità con le pratiche clientelari e feudali perpetuate da questa Giunta regionale e da questa maggioranza.
Riteniamo che non ci possa essere vera lotta all’illegalità, ai poteri criminali delle massonerie e delle mafie, al clientelismo, al moderno trasformismo, all’uso privato delle istituzioni, delle risorse pubbliche, dei beni comuni, se non c’è una rivoluzione delle pratiche, delle culture, delle relazioni che informano l’azione politica.
Il PIL pro capite calabrese rimane il più basso d’Italia. In compenso il PIL che produce la ‘ndrangheta è di 22 mila € per abitante all’anno. Si stima che nel 2007 la ‘ndrangheta abbia mosso un giro d’affari pari a 44 miliardi di €, il 2,9 % dell’intero PIL nazionale!
Con 320 mila persone partite nel 2007, è ripresa la migrazione biblica dei calabresi, per la maggior parte giovani diplomati e laureati.
Il primo rapporto SVIMEZ sulla Calabria evidenzia l'incapacità della politica regionale di rompere con una visione feudataria-clientelare del suo ruolo e, di conseguenza, le impedisce di affrontare e risolvere le questioni vere dell’arretratezza storica della nostra Regione.
La conquista del consenso, il modo di essere nelle istituzioni, l’azione di governo, anche quando non direttamente intrecciati agli interessi criminali, non hanno segnato una linea di demarcazione netta dal momento che obiettivi, pratiche, comportamenti non sono stati fortemente connotati verso il benessere collettivo, la salvaguardia dei diritti di tutti, al superamento delle condizioni di povertà, arretratezza, degrado culturale, ambientale, di valorizzazione delle risorse naturali e paesistiche.
Il degrado sociale e civile dovuto alla precarizzazione complessiva del mercato del lavoro, alla distruzione dello stato sociale, alle politiche dissennate in materia di ciclo dei rifiuti e delle acque, delle politiche energetiche, del governo del territorio, hanno amplificato le caratteristiche negative della politica calabrese inquinandola sempre di più.
Il rientro del PRC nella Giunta Loiero non ha dato sollievo alla Calabria, né al nostro partito calabrese, che, anzi, si ritrova oggi oberato da un evitabile aumento di corresponsabilità nelle politiche antipopolari e non riesce, anche per questo, a mantenere e/o a ricostruire rapporti di fiducia con il territorio, e in particolare con i giovani, i lavoratori, i precari.
La necessità della nostra uscita immediata dall’esecutivo e dalla maggioranza regionale, a partire dalla gigantesca questione morale, si spiega con la vicenda politica, economica e sociale regionale, confermandone la validità.
Sul versante della sanità siamo di fronte al segno più evidente del fallimento delle Giunte Loiero.
L’inchiesta denominata “Onorata Sanità”, rappresentava un segnale verso l’inizio del cambiamento e della rottura con gli assetti di potere ed i vertici del servizio sanitario calabrese.
Parimenti, l’introduzione dei ticket, il ridisegno dei rapporti con i privati, penalizza l’offerta dei servizi sanitari pubblici e, di conseguenza, il diritto alla salute. Questo non lo accetteremo mai!
In campo energetico ed ambientale le scelte compiute sono conseguenza di interessi che vogliono la Calabria colonia non produttiva, le cui risorse sono sempre più appannaggio di malaffare politico, economico e mafioso (le navi affondate, i siti nucleari, Crotone, ecc.).
Non possiamo dimenticare quali interessi, anche della ‘ndrangheta, ruotano intorno alla gestione dei parchi eolici che stanno deturpando i paesaggi dell’entroterra. Pur manifestando la nostra posizione favorevole alle energie rinnovabili, non possiamo sottacere che in Calabria, per responsabilità della Giunta regionale, si sono concesse autorizzazioni in maniera dissennata, al di fuori di qualsiasi programmazione.
Noi continuiamo a sostenere che la coalizione di centro-sinistra ha fallito, perché è venuta meno ai programmi e non ha segnato alcuna discontinuità. Chi ha la responsabilità del fallimento del centro-sinistra va superato; bisogna voltare pagina per dare una nuova speranza di cambiamento dei calabresi.
Non possiamo accettare il solito ricatto della paura della vittoria del centro destra per mascherare i fallimenti di questo Presidente e della sua maggioranza, anche perché vogliamo che ci spieghino la differenza fra le scelte politiche dell’una e dell’altra e le differenze nella gestione del potere. Con riferimento alle politiche di questa giunta regionale, ci dicano “Ma cos'è la destra cos'è la sinistra”, per parafrasare Giorgio Gaber.

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