L'AltraSersale

Un nuovo modo di essere comunità. Un mondo nuovo.

I circa 300 morti del sisma dell'Aquila, le macerie e i paesi rasi al suolo, le polemiche sui criteri di costruzione non sembrano aver ancora suggerito al Governo del Paradosso una buona idea: fermare le opere faraoniche e reinvestire tutto quel danaro per mettere in piedi una grande strategia di tutela del territorio.

Anzichè realizzare un Ponte che unisce due cosche, e non due coste, si potrebbe avviare un'imponente operazione di ristrutturazione delle due città dello Stretto. Reggio e Messina sorgono su una storica faglia sismica, giusto 100 anni fa venivano rase al suolo da un violento terremoto ben più forte di quello in Abruzzo. Eppure il Faraone di Arcore vuole la sua Piramide!

Non si è ancora capito che è il momento di smettere di sostenere la lobby del cemento e aiutare effettivamente il popolo italiano a vivere degnamente e in sicurezza nelle proprie case. Rifondazione aderisce all'appello lanciato da studiosi e intellettuali perchè si faccia lo STRETTONECESSARIO. Cioè il risanamento degli edifici pubblici e privati di Calabria e Sicilia, innescando un percorso virtuoso che attraverso la tutela della sicurezza edilizia generi occupazione e tutela del paesaggio.


Da Liberazione del 16 Aprile 2009


Fermiamo il Ponte sullo Stretto

l terremoto che ha devastato la terra d'Abruzzo ha messo di fronte agli occhi di tutti la drammatica condizione del patrimonio abitativo italiano, in gran parte edificato senza alcuna osservanza delle più elementari norme antisismiche. A questo si somma la constatazione che la speculazione edilizia, il risparmio sui materiali da costruzione, spinto sino a delinquenziali omissioni di ogni regola protocollare attinente alla sicurezza, hanno trasformato un evento naturale da governarsi con efficaci misure di prevenzione in una catastrofe umana e sociale di enormi proporzioni. E' uno scenario che si ripete sistematicamente, nel nostro Paese, senza che - calato il sipario sull'emergenza - si ponga mente e mano a una radicale revisione del modus operandi. Diventa così fatale l'appuntamento con la prossima catastrofe, sin d'ora annunciata. Si tratta invece di mettere a frutto la lezione che viene da questa ennesima sciagura. E rivendicare che si abbandoni il più inutile e dispendioso fra i progetti di grandi opere, il ponte sullo Stretto di Messina, per investire su un grande progetto di bonifica e di messa in sicurezza di tutte le abitazioni che si trovano in uno stato di palese inadeguatezza, cominciando dagli edifici pubblici, nelle aree al di qua e al di là dello Stretto medesimo, notoriamente ad altissimo rischio sismico. Una simile scelta, improntata ad un'ancora inedita lungimiranza, contribuirebbe a scongiurare altri lutti, altre distruzioni e - contemporaneamente - a formare una diversa cultura ecologica, fondata sulla prevenzione, sul risparmio del territorio, sullo sviluppo della bioedilizia, sull'impiego di fonti di energia rinnovabili, sulla messa al bando della speculazione affaristica fra imprese e potere politico, sull'attivazione di severi ed efficaci controlli amministrativi. Insomma, l'attenzione generale che il dramma abruzzese ha calamitato su di sé, può essere ora trasformata in un'occasione di cambiamento, in un'altra idea di società e di Paese.

Vincenzo Accattatis, Mario Alcaro, Bruno Amoroso, Alberto Asor Rosa, Gaetano Azzariti, Imma Barbarossa, Piero Bevilacqua, Rita Borsellino, Sergio Brenna, Alberto Burgio, Francesco Cavalli Sforza, Luigi Ciotti, Alessandro Dal Lago, Elena De Filippo, Vezio De Lucia, Giovanni De Luna, Raniero La Valle, Paolo Leon, Gianni Mattioli, Maria Grazia Meriggi, Lidia Menapace, Andrea Morniroli, Giorgio Nebbia, Tonino Perna, Carla Ravaioli, Lidia Ravera, Annamaria Rivera, Stefano Rodotà, Edoardo Salzano, Enzo Scandurra, Massimo Serafini, Mario Tozzi, Nicola Tranfaglia, Alberto Ziparo


16/04/2009

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