L'AltraSersale

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Che tempo che fa!
Un clima avvelenato come le cave inondate di rifiuti industriali. Un inquinamento della realtà che è tipico dei nostri tempi, un inquinamento imputabile al quarto potere: al stampa, la cultura.

Fabio Fazio ha reso un servizio allo Stato, l'altra sera su RaiTre, intervistando Roberto Saviano. Lo ha spiegato bene Saviano - che vive sotto protezione, che vive una non-vita perchè ha parlato di Camorra, di mafia - "il silenzio e la diffamazione sono armi terribili in mano alla camorra".

La Mafia trionfa con il silenzio, la mafia trionfa quando è cultura. Non in senso alto di cultura, cioè letteratura, sceneggiato, filmografia. La mafia vince perchè è la cultura della nostra terra!

Ogni volta che diciamo o pensiamo, ma a me chi me lo fa fare di alzare il capo, non mi conviene essere onesto, io non posso far nulla contro di loro... ogni qualvolta succede questo, la mafia vince.

A Che tempo che fa Saviano lo ha raccontato mostrando la stampa locale e dimostrando che alla politica il tema mafioso non interessa, "non paga, non da consenso". Durante la campagna elettorale, e anche dopo, la cronaca nazionale ha proposto incessantemente, con un aumento del 30% rispetto al 2006, notizie di cronaca su stupri, violenze dei nomadi, stragi nelle villette del nord...

E le notizie di mafia? Niente, il silenzio. I processi, le indagini, le connivenze non vengono più riportate nè dai tg nè dai giornali. O meglio se vengono riportate, lo si fa solo per diffamare chi lotta: giudici, uomini di stato, scrittori, cittadini.

Nessuno ci ha spiegato che la monnezza a Napoli è anche colpa di Bassolino. Ma non solo sua: dietro alle tonnellate di spazzatura c'è uno dei più lucrosi business della modernità: lo smaltimento dei rifiuti. Dietro a quelle montagne di monnezza ci sono i clan, le industrie del nord che vogliono smaltire illegalmente, la politica connivente. C'è Impregilo, c'è Bassolino, i Casalesi, Nicola Cosentino, Mario Landolfi, ecc...

Ma niente, non si parla. Anzi si parla a sproposito. Le notizie vere le ha date un ragazzo, uno che sognava di fare lo scrittore. Ha raccolto notizie, le ha scritte e quegli scritti sono Gomorra.
Il più grande successo letterario. La più grande condanna per il suo autore.

Roberto Saviano ha raccontato e ha smesso di vivere. Ma continua a lottare. Ha deciso di rinunciare alla sua vita per diventare un caso mediatico. Ma perchè Saviano torni a vivere c'è bisogno che le sue parole non cadano nel silenzio.

"La Camorra non ha paura di me o di ciò che ho scritto. Quello sta scritto meglio negli atti giudiziari. La Camorra ha paura del fatto che milioni di persone hanno letto, commentato, diffuso quelle notizie".
In questo modo nasce una narrativa del popolo, una moda ha detto Saviano, e con le sue narrative il popolo è in grado di liberare se stesso dall'infamia e dal giogo della mafia.

Roberto Saviano è amico nostro. Non lasciamolo solo.

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