Rischia di saltare la fusione di Sersale

[Antonio Borelli]

Da Calabriaora del 21 giugno 2010:

Rischia di saltare la fusione di Sersale

Proprio mentre ci si diceva possibilisti, sembra sfumare quasi completamente l'ipotesi fusione tra As e Real Sersale. Venerdì alcune fonti davano per certa la cessione del titolo del Real alla Promosport, mentre la piazza rumoreggiava su almeno altre tre ipotesi: che l'oggetto del contendere tra Ardimentoso e As fossero i futuri equilibri societari, che il presidente gialloverde puntasse a superare nuovi record in solitaria o che, addirittura, volesse mollare tutto dopo aver dimostrato sul campo i meriti dei suoi uomini. Ipotesi che lasciano il tempo che trovano, alimentate solo dal classico vocìo di piazza. L'ostacolo vero sembra essere stato piuttosto il terzo incomodo: l'acquirente del titolo, date le congiunturali ristrettezze economiche, non sarebbe stato disposto ad un impegno esoso. E pertanto pare che il futuro calcistico di Sersale sia stato scritto implicitamente a Lamezia, poiché la Promosport non avrebbe raggiunto l'accordo con Ardimentoso e pertanto questi non sarebbe disposto a svalutare un titolo frutto di sacrificio, impegno e abnegazione. A questo punto lo scenario più futuribile è quello di un piccolo centro con ben due esperienze calcistiche di Eccellenza, un dato che inorgoglisce sicuramente i sersalesi ma che comunque richiederà del tempo per trovare conferme. Due squadre in eccellenza significano cospicui investimenti economici e societari, organici da rimpolpare di energie e di competenze, e vivai che da valorizzare al massimo. Forse uno sforzo troppo imponente per un centro che soffre come tutti i morsi della crisi e che non può contare su un tessuto produttivo diffuso. Di sicuro in poco più di due settimane i sersalesi avevano sposato la causa della fusione, qualcosa di inimmagginabile data l'accesa rivalità tra giallorossi e gialloverdi: un'opinione che aveva spinto i due gruppi dirigenti ad un grosso sforzo di volontà. Un'idea ambiziosa, che ora impegna tutti al doppio dello sforzo.

Antonio Borelli