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Queste cose non si fanno... o almeno cercate di non lasciare il lavoro a metà!
E' questa la prima riflessione che viene da fare a chi è antiberlusconiano fino al midollo. Però a chi è fermamente antiberlusconiano, nel senso politico del termine, viene da pensare che non è ammissibile il gesto di violenza di cui è stato vittima il presidente del consiglio.

Tuttavia il gesto di un folle, probabilmente con problemi psichici, racconta una serie di cose:

1 - Se un singolo cittadino, mitomane, in difficoltà, o semplicemente esasperato, arriva a colpire in faccia il presidente del consiglio, allora c'è qualcosa nella nostra società che non funziona. Non trattandosi di violenza politica, l'azione di Tartaglia si potrebbe spiegare con l'ossessività mediatica del Berlusconismo: la presenza costante, la dichiarazione martellante, il leitmotiv di Tg e giornali, da un lato, e la cruda realtà, la passività della vita, la paralisi politico-economica in cui è stata gettata l'Italia berlusconiana, dall'altro, possono spingere ad un gesto di repulsione.

2 - Se si arriva alla violenza come strumento di intermediazione con la classe dirigente, allora la democrazia ha esaurito il suo ruolo di calmiere delle istanze sociali. A quel folle gesto potrebbero arrivare anche i disoccupati di Eutelia, i casintegrati di Termini Imerese, i calabresi presi in giro sui veleni mafiosi... insomma tutte quelle persone che non trovano più rappresentanza in questo parlamento, nella classe politica ed economica di questo paese. Una classe dirigente più simile ai pescecani latinoamericani che ad un gruppo di gestione illuminato.

3 - Se la violenza diventa mezzo di comunicazione è perchè di violenza sono infarcite tutte le modalità di comunicazione: gli speciali-Cogne-Garlasco-Erba di Porta a Porta che insegnano come si uccide efferatamente, la castrazione chimica e la pulizia etnica cui inneggia la Lega Nord, la violenza squadrista della polizia contro studenti e manifestanti, e poi la delegittimazione mediatica dei vari Feltri, Belpietro, contro politici, intellettuali, giornalisti; la protervia delle multinazionali sui nostri portafogli e la nostra salute (quando Trenitalia rimuove i treni e aumenta le tariffe quella è violenza, quando la Barilla ci serve i suoi biscotti al nichel quello è terrorismo); la violenza fisica e psicologica che si pratica sulle donne e sugli omosessuali; e la violenza verbale di insulsi talk show in cui ci si azzuffa e ci si sputtana per qualsiasi futilità... si tratta di forme di violenza veicolate alla nostra mente tramite il potere consensuale della TV, del marketing commerciale, dello stile di vita imposto in un paese che ha messo il profitto e l'immagine al vertice di ogni cosa.

Queste tre condizioni sono a nosro avviso alla base di quel gesto di violenza. Ma sono comunque le stesse condizioni che possono animare gli studenti a cui viene rubato il diritto alla conoscenza dalla Gelmini, i precari a cui viene impedito un futuro dalla Biagi, i genitori cui non viene garantita l'assistenza sociale per la cura dei figli, i figli cui non viene garantito l'accesso ai beni di consumo propugnati dalla pubblicità.
In tutto ciò si concretizza il nostro antiberlusconismo politico. Non si odia l'uomo, ma ciò che fa. La trasformazione dell'universo culturale italiano: la politica gossippara, l'ostentazione mediatica del potere, una certa idea di giustizia e di società scarsamente democratica.

Per questa ragione è necessario sviluppare una nuova coscienza civica recuperando quei valori di libertà, uguaglianza e solidarietà, che sono stati spazzati via dalla potenza mediatica che il premier ha messo in campo negli ultimi 15-20 anni. Bisogna rimuovere la demonizzazione dell'avversario, le urla e i ragionamenti da stadio, l'intolleranza leghista per le differenze. E' necessario ripristinare il rispetto delle istituzioni e della vita altrui.
E' fondamentale orientare il proprio quotidiano a valori fondativi del futuro, ideali, progetti, e non al successo ad ogni costo.

In questo senso il gesto di Tartaglia è un gesto di civiltà perchè si scaglia contro colui che ha voluto da sempre impersonare tutto, il bello, il brutto, il marcio e il successo.
Tuttavia sarebbe bello che quel gesto fosse presto trasformato in una contestazione radicale e di massa.

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