L'AltraSersale

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Qualche giorno fa Freedom House (un ente di ricerca americano fondato da esponenti del partito repubblicano, e quindi non certo pericolosamente comunista!) ha pubblicato il suo annuale rapporto sulla libertà nel mondo.

Quando all'esame di Regimi Politici, qualche anno fa, studiavamo come e quanto definire "libero" un paese si utilizzavano i report di Freedom House. Questi rapporti prendevano in considerazione alcuni elementi:

- libertà politica, cioè un insieme di indicatore su quanto un paese permettesse la rappresentanza politica delle istanze, la libertà di sciopero e l'accesso agli strumenti di democrazia;

- libertà economica, cioè il grado di "concorrenzialità" dell'economia nazionale, la tutela dei consumatori e la tutela del lavoro, l'accesso al credito, l'esistenza di violazioni alle leggi di mercato;

- libertà di espressione, intesa come l'insieme delle possibilità di libera manifestazione del pensiero attraverso la religione, la stampa, la rete, ...

Alla fine freedom House elabora gli indici e dice se quel paese è o meno democratico.

La notizia taciuta l'altro giorno dai media nazionali è che l'Italia è stata declassata per quanto attiene il suo tasso di libertà. Nel ranking internazionale (clicca qui per consultarlo) il nostro paese è scivolato ed è fanalino di coda dei paesi europei: la causa sta nell'insieme di leggi e leggine varate dal governo Berlusconi e nella concentrazione nella proprietà dei media. La TV e un folto gruppo di quotidiani e riviste è nelle mani delle imprese (private e pubbliche) che fanno capo al Presidente del Consiglio - una situazione analoga alla Russia di Putin; il restante blocco editoriale è nelle mani della famiglia De Benedetti (La Repubblica/L'Espresso) o della Confindustria (RCS/Corriere della Sera).

Già questo dato fa riflettere sul livello di regime che c'è in Italia!

Ma giusto per rinfrescarci la memoria, perchè siamo un popolo sbadato che dimentica facilmente quanto è stato duro combattere per la democrazia, è utile descrivere questa Italietta punto per punto, secondo alcuni indici di Freedom House.

Libertà politica - secondo le attuali leggi elettorali (e ancora peggio se vincesse il SI al prossimo referendum), circa il 30% delle istanze degli italiane non sono rappresentate nel parlamento nazionale: le lotte contro inceneritori, i movimenti pacifisti ed ecologisti, i gruppi per le libertà civili degli omosessuali, transessuali, ecc. i partiti della sinistra radicale, nonchè i gruppi politici legati alle minoranze etniche (i tedeschi del trentino, i rom, gli immigrati)... tutti queste fasce di popolazione non sono rappresentate in parlamento per legge. Non potendo raggiungere lo sbarramento, o in virtù delle campagne sul voto utile praticate da PD e PDL, l'Italia si sta avviando ad un bipolarismo di fatto che non rappresenta assolutamente la cittadinanza italiana e i suoi bisogni. Inoltre in Italia l'ultimo decreto sicurezza e il nuovo modello di contratto di lavoro, imposti dalla Lega Nord e dalla Confindustria, limitano il diritto di sciopero e danno potere ai prefetti di limitare gli spazi e i tempi (fasce protette flessibili) per manifestare (chiusura delle piazze). Infine gli strumenti di democrazia diretta e partecipata sono di fatto accantonati: i consigli comunali e le camere hanno ridotto la possibilità di filmare i lavori dei rappresentanti del popolo, i referendum vengono posticipati o quando si svolgono i governi non rispettano il volere della popolazione. Senza contare che tutto ciò si tramuta in uno scollamento tra istituzione e cittadino, in antipolitica.

libertà economica - in Italia, non esistendo una legge sulla class action, i singoli non possono ricorrere contro lo strapotere delle grandi imprese e le violazioniai loro diritti contrattuali; la creazione delle forme contrattuali telefoniche (quelle che praticano i call center) e la pubblicità menzognera praticano di fatto una circonvenzione dei cittadini: le mini scritte sui contratti, sulle assicurazioni, in banca sono delle autentiche truffe alla libertà di scleta del consumatore; inoltre il livello di concentrazione del potere nei settori della finanza (solo 4 grossi gruppi bancari), delle assicurazioni, dell'energia, dei trasporti hanno trasformato il regime di concorrenza in monopolio: il consumatore può solo scegliere tra 3, 4 grandi gruppi e questi di fatto decidono i prezzi fuori dalla libera concorrenza. In altre parole, Fiat, Unicredit, INA, Esso, Barilla, Autostrade, Telecom, ecc. decidono cosa e quanto farci spendere... e più volte la commisione europea ha redarguito l'Italia sulla scarsa trasparenza del mercato. Per non parlare dell'etica d'impresa: bilanci truccati, tangenti, appalti truccati, connivenza criminale, economia sommersa, lavoro nero, le mafie che diventano impresa sono tutti tessere di un mosaico in cui il cittadino è costretto a subire piuttosto che a scegliere le scelte del mercato... Adam Smith inorridirebbe di fronte a questa Italia.

libertà di espressione - nella letteratura, nella filmografia, nella cultura liberale, la stampa viene definita un contropotere, cioè una sorta di cane da guardia difronte al potere dei politici e delle multinazionali. In Italia la stampa è il cane da passeggio del potere (politico-economico)!
Se gli imprenditori come la Marcegaglia o l'Impregilo possiedono il Corriere della Sera, sarà difficile leggere che il Ponte sullo Stretto è un favore alla 'ndrangheta o che l'inceneritore di Acerra non rispetta i vincoli di sicurezza della salute o che l'ospedale dell'Aquila non era costruito a norma. Perchè Impregilo, che è responsabile delle tre faccende possiede l'organo che dovrebbe sputtanarle.
Se il Presidente del Consiglio possiede il 90% degli accessi all'informazione (Tg, TV, giornali), sarà difficile che leggiate dei suoi processi e dei suoi legami con la P2 o con la mafia. Se egli ha il potere di decidere chi o quale programma va in onda, ha di fatto un controllo su ciò che forma le nostre opinioni?
Se in Italia l'unica religione riconosciuta è quella cattolica apostolica romana, e la religione è insegnata nelle scuole dello stato, si può parlare di libertà di culto?
Infine, l'Italia è l'unico paese che registra un calo negli accessi a internet e in cui la banda larga copre solo il 50% delle utenze; nel quale il Parlamento ha fatto una legge che impone la chiusura di siti, blog e motori di ricerca che pubblicano contenuti "offensivi" (non oltraggiosi); nel quale i blogger dovranno iscriversi ad un apposito registro limitando di fatto la libertà di scrittura.

In conclusione possiamo dire, secondo gli indicatori di Freedom House, che l'Italia è ancora un paese
Free... ma sempre più vicino a quelli Partly free.
Parzialmente Libero!

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