L'AltraSersale

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Domani 28 gennaio, in piazza farnese a Roma si terrà una manifestazione di solidarietà al Procuratore di Salerno, Apicella. Anche lui coinvolto ormai nell'arcinoto affaire Why Not. Chi tocca questa indagine, sia esso inquirente, giudice o giornalista viene subito allontanato dalla propria funzione; viene sottoposto ad un fuoco incrociato di polemiche e denigrazioni che vanno dalle ormai note filippiche del Presidente del Consiglio, alle critiche dell'associazione dei magistrati, alle mancate strigliate d'orecchi del capo dello Stato, alla censura dei principali quotidiani, al silenzio malcelato del principale esponente dell'opposizione.

Anche se non possiamo essere presenti fisicamente alla manifestazione, cerchiamo di diffondere quanto più possibile le informazioni che in questo regime ci vengono nascoste. Cerchiamo di partecipare, fosse anche solo attraverso facebook. Non lasciamo che la Giustizia divenga una parola del passato...

Proprio per questo trascriviamo dal blog di Grillo gli interventi di Sonia Alfano, Presidente dell'associazione familiari di vittime innocenti della mafia; di Carlo Vulpio, giornalista del Corriere della Sera che si occupava dell'inchiesta Why Not; Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, ucciso dalla mafia.

Io so. Carlo Vulpio.

"Io so che Luigi De Magistris va difeso, che Clementina Forleo va difesa, che Gabriella Nuzzi, Dionigio Verasani, Luigi Apicella vanno difesi.
E non solo perché sono magistrati, ma perché sono magistrati che hanno fatto semplicemente il proprio dovere e per questo, oggi, stanno pagando.
Con il trasferimento, con la sospensione dello stipendio, con il declassamento dalle loro funzioni.
Stanno pagando perché il Consiglio Superiore della Magistratura sta seguendo in questi anni questa linea: punire coloro i quali indagano e fanno bene il proprio lavoro e non si accucciano sotto le ali protettrici della politica e delle correnti della magistratura.
Stiamo parlando di magistrati senza corrente, senza partito, di persone che difendiamo perché in esse noi vediamo coloro che difendono i nostri diritti.
La manifestazione del 28 di gennaio, mercoledì, a Roma in Piazza Farnese è non soltanto una manifestazione in difesa di qualcuno di quei principi della nostra Costituzione che vediamo ogni giorno svuotata di contenuti.
E' anche una manifestazione a favore di quei diritti dei quali dobbiamo riappropriarci e che ci vengono negati ogni giorno.
Oggi siamo in un paradosso, sta capitando qualcosa di molto molto importante: finora eravamo convinti, magari accettavamo certamente non di buon grado, l'idea e il principio che chi non rispetta la legge la fa franca.
Chi uccide non va in galera, diciamo così.
Ma da questo momento in poi stiamo vedendo che accade il contrario: chi rispetta la legge finisce in galera, chi, anche magistrato, emette un provvedimento conforme alla legge viene considerato deviato e deviante.
Per questo e non solo per questo dobbiamo vederci tutti a Piazza Farnese a Roma il 28 di gennaio affinché i diritti che vogliono toglierci vengano riaffermati da ognuno di noi con una presenza collettiva, massiccia, pacifica e democratica come sempre. Vi aspetto." Carlo Vulpio


Io so. Sonia Alfano.


I piduisti hanno occupato i media, questa è la loro forza. Con Vulpio, Gomez o Travaglio alla direzione di un telegiornale non durerebbero due giorni. I palestinesi protestano in Piazza del Duomo per i massacri di Gaza? Si vietano le manifestazioni di fronte allle chiese e ai supermercati agli italiani. Una ragazza si apparta in macchina in campagna con il suo fidanzato ed è stuprata? Ci vogliono 30.000 militari in più nelle città per controllare gli italiani. E' un pre-colpo di Stato. Si stanno preparando al crack economico che li travolgerà. Gli altri Paesi affrontano la crisi con misure economiche, noi con misure militari. Il ministro della crisi sarà La Russa, non Tremonti.
Mercoledì 28 gennaio abbiamo l'occasione per dare il nostro sostegno alla Giustizia a Roma, dalle ore 9 in piazza Farnese. Io ci sarò.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

"Io so che in Parlamento siedono mafiosi, amici di mafiosi, servitori di mafiosi, protettori di mafiosi e lo sanno molte Procure d’Italia, molti giornalisti e anche molti italiani, ma non abbastanza.
Io so che il presidente del Senato, Schifani, è stato consulente al comune di Villabate quando lo stesso comune era sotto il controllo del clan Mandalà, e che dello stesso boss Mandalà Schifani è stato socio nella Siculabrokers.
Io so che il ministro Alfano si è baciato con il boss Crocenapoli al matrimonio della figlia dello stesso boss di Cosa Nostra.
Io so che Marcello Dell'Ultri, pregiudicato per vari reati, è stato condannato in primo grado per mafia e lo stesso Dell'Utri ha detto che Vittorio Mangano, stalliere di Arcore e mafioso, per lui è un eroe.
Io so che ci sono molti magistrati corrotti, mafiosi e amici di mafiosi che vanno a pranzo e a cena con i boss e con i cognati dei boss, eppure loro non sono stati puniti, ma premiati e promossi.
Io so che l'Articolo 3 dice che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge. So, invece, che quattro cariche dello Stato hanno fatto di tutto per non farsi processare e sono al di sopra della legge.
Io so che l'articolo 21 dice che tutti hanno diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
So purtroppo che questo non è stato mai rispettato, so che non abbiamo una stampa libera e che tantissimi giornalisti sanno, fanno finta di non sapere, chiudono gli occhi e sono asserviti al sistema di potere.
Io so che l'articolo 101 della nostra Costituzione dice che la giustizia è amministrata in nome del popolo e che i giudici sono soggetti soltanto alla legge e non all'abuso della legge o al potere politico.
Io so che Luigi De Magistris, Clementina Forleo, il procuratore Apicella sono stati trasferiti perché hanno osato indagare sui poteri forti, sui politici, sugli imprenditori e gli amici dei politici.
Io pensavo di aver dato a questo Paese ciò che di più grande possedevo, la mia famiglia, e invece mi rendo conto che è stato un sacrificio probabilmente vanificato anche se fatto in difesa di uno Stato di diritto. Ed è stato vanificato con l'instaurazione di questo regime dittatoriale.
Quando guardo il tricolore provo grande rabbia perché identifico il rosso che lo tinge col rosso del sangue dei nostri cari.
Ecco perché per me scendere in piazza oltre che un diritto è un dovere, nei confronti di chi per la nostra democrazia ha perso la vita. Se non mostreremo tutta la nostra indignazione questo regime, in assenza di reazione, si sentirà autorizzato a calpestare la nostra dignità.
Ecco perché invito tutti i cittadini che vogliono manifestare con noi a scendere in piazza, a Roma il 28 gennaio alle 9 in piazza Farnese." Sonia Alfano


Io so. Salvatore Borsellino.


Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, sarà a Roma il 28 gennaio 2009 in piazza Farnese alle ore 9 per testimoniare contro la distruzione della Giustizia alla manifestazione indetta dall'Associazione dei familiari delle vittime di mafia. Io ci sarò.
Paolo Borsellino fu ucciso con il tritolo. De Magistris, Apicella e la Forleo sono stati sospesi o trasferiti. Il risultato è lo stesso: la giustizia muore. I sepolcri imbiancati della ex sinistra stanno a guardare la fine della democrazia, i piduisti insieme alla Lega stanno finendo il lavoro. Non voltiamoci dall'altra parte. Belin, non lasciatemi solo con i celerini.

"Io so che Paolo Borsellino incontrò a Roma Mancino, appena prima della sua morte, e uscì sconvolto dal colloquio.
Io so che la Seconda Repubblica è nata sulle stragi del '93 e su accordi occulti.
Io so che Luigi De Magistris è stato rimosso dai suoi incarichi a Catanzaro ed espropriato delle sue inchieste per impedire che scoppiasse una nuova Tangentopoli.
Io l'anno scorso sono stato a Catanzaro, quando l'attacco dei poteri forti era rivolto principalmente contro Luigi De Magistris, per espropriargli le inchieste "Why Not", "Poseidon", "Toghe Lucane" che poi, in effetti, gli sono state sottratte.Allora dissi che mi recavo a Catanzaro, insieme a tanti altri giovani, come a Forte Alamo perché era per me l'ultimo baluardo della difesa della magistratura.
Purtroppo, da allora sono successe tante altre cose.
Purtroppo questo attacco alla magistratura è andato avanti senza sosta e adesso siamo arrivati addirittura all'eliminazione di un'intera procura.
Adesso siamo arrivati addirittura all'intimidazione di una procura che, legittimamente, indagava su un'altra procura. E quando questa procura legittimamente indagata si è rivoltata, il CSM purtroppo non ha saputo fare di meglio che mandare tutti a casa, senza entrare nel merito di quello che era successo.
E addirittura facendo quello che mai era successo nella storia della Repubblica: sospendere dalle funzioni e dallo stipendio un procuratore capo che non aveva fatto nient'altro che il suo dovere.
Questa è la maniera con cui oggi vengono uccisi i giudici.
Una volta i giudici come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone... quel Paolo Borsellino che a sua volta era stato indagato dal CSM che però non aveva avuto il coraggio, di fronte alla reazione pubblica, di portare avanti questo assassinio.
Oggi purtroppo questa reazione dell'opinione pubblica sembra non esserci più, di conseguenza i poteri forti credono di poter fare quello che vogliono e hanno, obbedendo al diktat del ministro Alfano, fatto un'azione ignobile: uccidere un magistrato come Apicella, come avevano fatto con De Magistris, con Clementina Forleo.
L'hanno ucciso senza bisogno di tritolo, con le carte bollate.
Ieri c'è stata una cosa che mi ha riempito di commozione, una lettera bellissima di Gabriella Nuzzi la quale si è dimessa dall'Associazione Nazionale Magistrati, dicendo che lei può obbedire solo alla propria coscienza, alla Costituzione e continuerà a farlo nonostante le sia stata strappata la funzione di Pubblico Ministero.
E' accanto a questi giudici che noi dobbiamo stare, per questi giudici che dobbiamo scendere in piazza.
Io il 28 gennaio 2009 sarò a Roma insieme all'Associazione dei familiari delle vittime di mafia, insieme spero a tanta gente che vorrà, in questa maniera, resistere a questo regime che si sta instaurando in Italia.
Dobbiamo stare vicini ai magistrati che rappresentano l'ultimo baluardo della democrazia in Italia.
Dobbiamo impedire che altri magistrati vengano uccisi.
Io spero che ci siano tanti altri magistrati che seguano l'esempio di Gabriella Nuzzi. Io sarò vicino a questi magistrati, io sarò vicino a loro perché è così che ritengo di poter stare vicino a Paolo Borsellino e onorare la sua memoria.
Spero che tanti, tanti, tanti altri lo facciano.
Grazie." Salvatore Borsellino

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