L'AltraSersale

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Il 18 marzo si è tenuta un'assemblea convocata dai consiglieri comunali Perri, Mungo e Borelli per discutere dell'intenzione dell'amministrazione Torchia di privatizzare i servizi idrico, depurazione ed illuminazione. Abbiamo ribadito il concetto che su questi argomenti  spetta ai cittadini dettare la linea e, sui beni comuni, i sersalesi si sono espressi a favore dell’acqua pubblica sia al referendum del 2011 sia attraverso petizioni a sostegno dell’iniziativa di legge popolare regionale “ABC Calabria” riconosciute perfino dal consiglio comunale.

Al dibattito ha partecipato anche il Sindaco che ha motivato che la sua amministrazione ha solo dato indirizzo agli uffici di valutare alcune proposte, ma ha confermato l’idea di fondo di dare la gestione della rete comunale ad aziende private che oltre alla manutenzione potrebbero estrarre utili dall’installazione del mini-idroelettrico.

La discussione è stata utile per mostrare alcuni dati sullo stato del servizio idrico sersalese:


Il consumo annuo di risorsa idrica ammonta a quasi 1 mln di m3 di acqua: considerando che il consumo procapite medio è di 60 m3/anno, a Sersale si consuma l'equivalente di una cittadina di 15.000 abitanti!

Secondo i dati forniti dall'ufficio tributi, sono circa 2400 le utenze domestiche che normalmente contribuiscono ai costi del servizio (con una percentuale del 75% di pagamento puntuale) per un consumo fatturato dal comune ai cittadini di 250.000 m3. Il consumo è pari a quattro volte il fabbisogno dei cittadini... il 70% dell'acqua erogata va sprecata! 

I cittadini pagano anche questo 75% di acqua sprecata con una bolletta annua di 333.000E - basti considerare che nel solo 2015 il costo dell'acqua è aumentato del 25% sia per quella a gravità (sorgente) che a sollevamento (potabilizzatore). Tutto ciò avviene a causa del sistema SoRiCal: l'azienda privata 'vende' l'acqua al Comune che la rivende ai cittadini, solo che a SoRiCal non importa se quest'acqua va sprecata perché l'efficienza delle reti spetta al comune. Ecco perché l'amministrazione ha pensato di disfarsene affidandole ad altri privati.

In linea di principio sembrerebbe profittevole, un privato si accolla le spese di manutenzione della rete... ma in realtà questa azienda non solo avrebbe utili dal 'commercio' dell'acqua coi privati ma, installando delle mini turbine idroelettriche ai serbatoi, otterrebbe utili dalla produzione di energia elettrica. Noi siamo contrari a tutto ciò perché:

  1. ovunque ci sia un privato alla gestione delle reti, aumentano i costi e si riducono i diritti dei cittadini: quale privato non esiterebbe ad inviare una cartella esattoriale al primo ritardo di pagamento?
  2. obiettivo del privato è il profitto, in un sistema privato di mercato si sa che i prezzi possono aumentare;
  3. obiettivo nascosto è fare profitti con l'idroelettrico non certo rendere efficiente la rete!

Quando nel settembre 2015 gli operai comunali hanno riparato una storica perdita che ha permesso di salvare 17000 m3 di acqua e 5000E in fattura è apparso chiaro qual'è la differenza tra un sistema pubblico e uno privato: il pubblico ha tutto l'interesse all'efficienza della rete, perché si abbassano i costi (e anche le bollette); il privato ha interesse a vendere quanta più acqua possibile, la manutenzione è solo un costo aggiunto!

Perciò abbiamo fatto una proposta all'amministrazione comunale: sulla scorta di quanto avviene già nel comune di Saracena (CS) - dove l'intero ciclo delle acque è gestito dal comune, secondo quanto individuato dalla proposta di legge popolare regionale (votata anche dalla Giunta Torchia!), il servizio idrico va gestito da un'azienda speciale comunale per come previsto dal TUEL.

In questo modello pubblico comunale, all'azienda speciale creata ad hoc dal comune vengono affidati i servizi (potremmo pensare anche ai rifiuti, agli scuolabus, all'illuminazione, al cimitero, agli immobili comunali, alla manutenzione, ecc.); l'azienda utilizza il risparmio delle riparazioni per finanziare interventi di efficienza sulle reti; gli interventi creano ulteriore risparmio e questo risparmio può essere utilizzato per investimenti.

Alcuni cittadini intervenuti al dibattito hanno suggerito al sindaco di utilizzare le economie che si avranno dalla recente riparazione in via Marconi (circa 20.000E in un anno!) per acquisire tecnologie per l'individuazione delle perdite, oppure per assumere anche part-time un operaio in più per il servizio manutenzioni, oppure per fare l'idroelettrico comunale. Insomma i cittadini hanno ben compreso che l'affidamento ai privati dei servizi comunali non sempre è profittevole!

Infatti come abbiamo sottolineato il comune di Sersale ha già affidato all'esterno molti servizi che, se si procede anche a esternalizzare l'acqua, praticamente non rimane che gestire solo la burocrazia!

Per esempio:

  • l'impianto di illuminazione fu affidato ai privati negli anni scorsi e, a seguito del fallimento dell'impresa, il comune ha dovuto attivare un contenzioso con la nuova impresa per il mancato rispetto dei termini d'appalto;
  • il servizio scuolabus è affidato all'esterno pur avendo personale comunale dotato di patente;
  • i servizi e gli impianti turistici (CIT e PortaParco) sono affidati ad associazioni o aziende e il loro funzionamento dipende esclusivamente dagli sforzi di questi ultimi (e può succedere che a volte siano chiusi);
  • i beni comunali compresi anche i diritti di sfruttamento per la biomassa o per l'eolico hanno dato luogo a entrate che hanno falsato il bilancio perché le imprese affidatarie o non hanno pagato o non hanno continuato a pagare per la mancata realizzazione degli investimenti.

Tutto ciò si concretizza come svendita di beni comuni. Ecco perché sull'acqua bisogna mobilitarsi: perché è l'ultimo servizio pubblico rimasto e non vogliamo che finisca in mani sbagliate!

Mobilitarsi significa premere per un diverso metodo di gestione del comune. All'esternalizzazione facile e al depotenziamento della macchina comunale, noi opponiamo un modello di new public management: gestione pubblica efficiente, efficace ed economica.

Un modello che valorizza le risorse comunali e attiva un ciclo virtuoso di occupazione e di risparmi. Non parliamo di favole, questi modelli esistono e non sono neanche così lontano dalla nostra realtà. Basta solo convincersi e avere il coraggio di capire che il pubblico è meglio.

Ecco perché il 25 aprile i cittadini saranno impegnati a sottoscrivere una delibera di iniziativa popolare con la quale inseriremo la tutela dell'acqua e del servizio idrico privo di rilevanza economica nello statuto comunale. In questo modo nessuna amministrazione potrà sognarsi di affidare ai privati la gestione dell'acqua, perché non ci sarà l'obbligo per il comune di fare economia su un diritto dei cittadini.

Antonio Borelli

consigliere comunale Sersale

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