L'AltraSersale

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C'è una lunga scia di sangue,di morte e di sofferenze che attraversa l'Italia. E' la scia che separa gli affetti e cancella le vite, le spezza con un colpo di pistola, o le consuma a poco a poco come un cancro. Questa scia di morte parte dall'amianto liberato nei lavori per la TAV in Val di Susa, si respira nelle polveri sottili delle nostre città; ti si appicica addosso come la chimica di Porto Marghera, Livorno o all'Ilva a Taranto. Ti schiaccia come un muro o come un masso in un cantiere della Salerno-Reggio; ti travolge come gas in esplosione a Viareggio. E' la stessa scia che corre sui binari dell'Alta Velocità, la più cara d'Europa, distruggendo campagne e falde acquifere; brucia come rifiuti per strada a Napoli o giace nelle campagne di Gomorra, occultata come scorie chimiche dai Casalesi. O più semplicemente giace nella pancia del Cunsky, in fondo al mare di Cetraro. Peggio ancora questa striscia di morte si aggira per le scuole di Crotone costruite con materiali altamente inquinanti. Oppure ti spazza via come quel fiume di fango e di case abusive costruite sopra Messina, oppure ti si sgretola addosso come le case di sabbia dell'Aquila.

E' una scia di morte anche subdola, ti consuma nella precarietà del lavoro quotidiano: nelle mille parole al minuto nei call center, o nei ritmi asfissianti della fabbrica; ti logora quando il selezionatore ti dice "il suo curriculum non corrisponde alle nostre richieste" oppure quando, finiti gli studi, non sai dove sbattere la testa. E' lo stesso tarlo che si insinua nel cervello delle giovani famiglie, lasciate sulla strada dalla chiusura di una fabbrica, dal licenziamento coatto della Gelmini, dalla speculazione finanziaria di qualche banca. Oppure ti consuma l'idea che la menzogna, la proervia e la ruffianeria possono darti tanto e l'onesta è spesso punita dalla stessa legge.

E' una scia di morte che si aggira inarrestabile tra i cittadini comuni, ne aumenta l'impotenza e lo scoramento. Non c'è giudice, non c'è sentenza che restituisca dignità ad un popolo supino. Un popolo che ha perso anche la forza di reagire, nemmeno di tenere gli occhi aperti. Un popolo il cui cervello viene offuscato dai facili sogni del successo e della fama, dai culi e dalle tette al vento. Dalla scalata dei furbetti e dei ruffiani.

Il vero pericolo per questo popolo non è tanto al politica, quella purtroppo è anche il popolo a condividerla. Il pericolo è quella scia di morte. I mandanti di quella morte sono loro: i padroni. I vari Montezemolo, Marcegaglia, Caltagirone, Casalesi, cammorristi, 'ndranghetisti, politicanti, affaristi, piazzisti, imbonitori, truffatori, approfittatori, speculatori, assassini, ladri, burattini e burattinai, finti, falsi, bugiardi, lecchini, magnacci, ecc. ecc.

Questa gente ha venduto la propria madre per fare un po' di quattrini. Ha corrotto giudici e politic, funzionari dello stato e cittadini, ha seminato menzogna e ha speculato sulle sventure e sulle sofferenze. In Italia c'è una classe dirigente pronta al suicidio di massa pur di arraffare, di guadagnare di fare profitto.

Ecco la parola magica: profitto. Ad ogno costo, anche a scapito dei propri figli. anche avvelenando le prorpie terre, distruggendo le foreste e i mari, facendo ammalare le persone, uccidendo coloro che protestano. Questa è la storia perversa di quest'Italia senza legge.

Fin quando possiamo ancora tollerare?

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