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Leggere il voto: istruzioni per attivisti politici 2.0

Il risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso è stato per alcuni versi sbalorditivo, per altri è diventato subito appannaggio di gruppi politici per accaparrarsi consensi e per legittimare la propria azione politica.

Mi piace ricordare ai trumpisti della Lega che non ha vinto SalviniPremier e agli stellini che non hanno preso il potere: il 4 dicembre abbiamo votato per difendere la costituzione!

Fatta questa doverosa precisazione si può procedere ad una disamina dei dati.

1. Affluenza.

Sul sito del Ministero dell'interno si legge che è andato a votare il 68,48% degli aventi diritti e 19.000.000 di italiani (59,95%) ha scelto di votare NO. Al referendum sulle trivelle dello scorso aprile era andato a votare solo il 32,16% (circa 15.000.000 di elettori), mentre al referendum sull'acqua pubblica del 2011 circa 26.000.000 di votanti (di cui il 95% Sì).

Quindi in termini assoluti, il tema della costituzione è molto più sentito dagli italiani rispetto a temi più specifici come aspetti ecologici ed energetici.

Alle europee del 2014 hanno votato invece circa 29.000.000 di cui il 40% per il PD (11mln di voti), il 21% per M5S (5mln di voti), il 22% (Lega+FI), mentre alle politiche 2013 si sono recati alle urne 35.000.000 di italiani (30% per Bersani, 29% per Berlusconi e 25% per Grillo). Ancora una volta i dati dicono che più che scegliere questo o quel leader/partito, gli italiani hanno votato per la Costituzione.

Perciò il NO non va letto come un voto per gli avversari di Renzi, ma come un voto per qualcosa oltre Renzi e oltre i suoi oppositori. Da questo punto di vista è sommario ed opportunista mettere il cappello sul NO come se fossero voti politici: stellini e leghisti stiano tranquilli, in quei 19 mln di NO non c'è solo il loro elettorato.

2. Esito.

Se sommassimo i voti assoluti di Lega, FI e M5S alle politiche (18.615.000 voti) e alle europee (12.084.000 voti) si vedrebbe più chiaramente che il NO non è la somma degli oppositori di Renzi, né che i 12 mln di Sì sono uguali ai voti del PD del 2013 e 2014 (tra 9 e 11 mln): c'è qualcosa in più agli schieramenti.

Quindi possiamo dire che è stato un NO alla Riforma Renzi-Boschi: di sicuro avrà inciso la personalizzazione del voto sulla figura di Renzi, ma di certo - dato lo schieramento pro-Sì (Governo, Confindustria, Commissione Europea, governo USA e Merkel, Fondo Monetario, OCSE, JP Morgan, Bilderberg, Finanza globale, ecc.) - il NO è stato più e oltre Renzi.

A questo riguardo è utile ricordare quanto ha ripetuto un giovanotto di 90 anni che fa il presidente dell'ANPI: noi votiamo PER la Costituzione, nel merito. Ecco perché è utile ribadire che gli italiani hanno votato per la Costituzione e non per Grillo o Salvini: nessun altro appeal elettorale avrebbe portato tanta gente a votare.

Contro la finanza e i "poteri forti", le banche e l'Europa non sarebbe andati a votare solo chi vota per partiti avversari del PD(-amico delle banche), sarebbe stato uno scontro perso in partenza. E' abbastanza chiaro che per combattere contro tutti, ad armi impari, ci deve essere una motivazione di fondo. E questa motivazione di popolo può risiedere solo in un valore fondante della nostra esistenza: la Costituzione repubblicana e antifascista!

3. Chi vota cosa.

L'Istituto Cattaneo ha analizzato i flussi elettorali e ne ha tratto alcune informazioni:

  • il SUD ha votato NO;
  • oltre il 50% degli elettori con un reddito inferiore a 18.000 E ha votato NO;
  • oltre il 50% degli elettori under 45 (l'80% degli under 35!) ha votato NO;

Questo ci porta a dire che il NO è stato un voto di classe, ovvero di coloro che maggiormente hanno pagato le politiche di austerità (o che non hanno percepito benefici dalle politiche del governo). In questo senso è giusta la domanda di Renzi: perché mi odiate così tanto? La risposta è che davanti alla crisi gli italiani si sono rifugiati in un caposaldo, un punto di riferimento, qual'è la Costituzione, piuttosto che accettare salti nel buio con un governo percepito come lontano dai bisogni del paese reale.

Eppure i sondaggi di un anno fa dicevano che nella fascia 18-40, Renzi aveva lo stesso appeal del M5S, mentre oltre i 45 il voto si indirizzava a Lega-FI (il cosiddetto voto della paura). Probabilmente è Bersani ad aver reso al meglio la ragione di questa sfiducia verso Renzi: "se sei più impegnato a fare lo storytelling di te stesso, più a mandare tweet e messaggi di fiducia, è probabile che la gente non capisca quello che stai facendo; dire agli italiani che i problemi ci sono darebbe quantomeno l'impressione che te ne stai occupando".

Sempre dalle analisi del Cattaneo risulta che in diverse città italiane gli elettorati di PD e FI non hanno votato in modo compatto, mentre quello del M5S si.

Quasi tutti gli elettori del PD sono andati a votare al referendum, solo che tra il 20% (centro-nord) e il 40% (sud) hanno votato 'non conformemente alla linea del capo'. Questo significa che una grossa fetta della base PD ha preso le distanze dal partito renziano, nonostante lo schieramento massivo di notabili e amministratori locali - non lo considererei come un merito della minoranza PD, perché difatto tutti i leader hanno rivelato il loro voto contrario solo nell'ultimo mese, mentre tutto l'establishment democratico era schierato sul Sì.

Anche in Forza Italia non vige la disciplina di partito: il 20-25% degli elettori di FI ha votato Si alla riforma di Renzi (perché nei contenuti era la riforma che Berlusconi ha sempre tentato di realizzare!), mentre il 30% dei berlusconiani non è andato alle urne, quindi solo la metà di FI ha effettivamente votato NO.

A conferma che il Sì non è solo PD e il NO non è solo Lega e M5S, c'è il dato dei centristi  e alcuni dissidenti grillini tutti schierati sul Sì.

Il NO leghista è pressocché ininfluente poiché al NORD, dove la lega è più forte, non si sono raggiunte le vette di NO che hanno invece caratterizzato il SUD.

Su queste basi sarebbe utile per coloro che si intestano la vittoria di riflettere bene prima di avanzare pretese del tipo #salvinipremier e #governoa5stelle!

Il NO non è cosa loro e rischiano di fare la fine di Renzi: il consenso mediatico non corrisponde al consenso elettorale. Piuttosto è più costruttiva la proposta dei Comitati per il NO (quelli fatti dalla gente comune) di ripartire dal NO per costruire un campo di opposizione alle politiche neoliberiste e di austerità per realizzare la Costituzione.

Questa traccia è visibile anche dalla confusione generata dall'ansia governista di leghisti e grillini. La lega vuole il voto più per 'occupare' la leadership del centrodestra che per vincere - con questi consensi è difficile ipotizzare che Salvini possa convincere la maggioranza degli italiani, soprattutto con l'Italicum, dove al massimo andrebbero al ballottaggio col m5s.

il M5S - che invece ha sempre sostenuto e votato online a favore di una legge elettorale proporzionale - sembra voler votare subito anche con l'Italicum esteso al Senato (alla faccia della coerenza!), credendo di poter finalmente capitalizzare l'odio verso Renzi.

Ancora una volta mostrano di non saper leggere il voto: se il NO fosse un voto per i 5 stelle, allora anche alle trivelle avremmo vinto il referendum!

Oppure se il NO fosse pentastellato non ci sarebbero regioni come la Calabria dove non c'è un solo consigliere regionale grillino!

Pertanto con l'Italicum, soprattutto al Senato che è su base regionale, i grillini non potrebbero aggiudicarsi una maggioranza stabile per governare poiché i signori delle preferenze continuano a vivere dalle nostre parti nonostante Renzi non sia più il capo.

Questo è dimostrabile con il voto di Sersale: 

Se usassi la logica grillina potrei tranquillamente asserire che i 1295 NO sono "voti miei" perché di fatto sono stato tra i promotori del Comitato per il NO e nessuna altra forza politica ha organizzato iniziative, dibattiti e manifesti per il referendum!

Su questa base dovrei quindi pretendere magari la candidatura a sindaco! 

Non credo sia questo il modo di leggere il voto referendario: piuttosto io ci leggerei una incondizionata volontà degli elettori di partecipare, di decidere e di contare.

Questa è probabilmente la chiave di lettura del NO, un campo, una base, dei valori su cui costruire...

... non certo un numero per dividere et imperare!

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