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Giusto per scrivere di qualcos'altro, perchè mi nausea il salotto di Porta a Porta...
Ho letto su Internet (perchè i nostri giornali e tg sono impegnati a parlare d'altro) che il nostro Ministro degli Esteri ha dichiarato al Financial Times che “Oscure forze complottano contro l’Italia”.

A questo punto, io, da comune cittadino dovrei preoccuparmi perchè di solito queste forze oscure sono terroristi internazionali, eserciti irregolari di mercenari o guerriglieri per la liberazione. Ma da 'addetto ai lavori' sono tranquillissimo... e per due ragioni:

1. Franco Frattini non è un Ministro degli Esteri! Al massimo è l'unico, tra i cani rabbiosi alla Calderoli, i fascistelli alla La Russa, le damine di compagnia alla Carfagna, ad avere un volto spendibile oltre Ventimiglia. E poi io mi ricordo della sua prima investitura a Ministro. Dopo la gaffe di Ruggero nel 2002 (che disse che l'euro era una moneta morta il giorno del suo ingresso in circolazione!), Silvio B. scelse il giovane addetto alla Funzione Pubblica come responsabile dei rapporti dell'Italia col mondo. E lui, sbarbatello e sorridente, disse che si sarebbe sottoposto ad un periodo di studi per calarsi nel phisique du role. Siccome io ho fatto gli stessi studi (e so quanto è dura ricordarsi le norme della Carta delle Nazioni Unite o perchè Stalin siglò l'accordo Ribentropp-Molotov) e siccome diffido ampiamente di chiunque abbia studiato al CEPU, dico che Frattini non è un Ministro degli Esteri degno di tale nome. Del Piero potrebbe interpretare il medesimo ruolo e forse avrebbe maggiore popolarità internazionale!

2. Chi sono le forze oscure che complottano? Nella storia delle relazioni internazionale il ricorso ad "oscure forze di complotto" si pratica essenzialmente per due ragioni: o quando gli interessi di uno stato sono ampiamente minacciati da forze economiche, politiche o sociali avverse, o quando, nella ricerca di una giustificazione ai propri fallimenti, il governo agita lo spettro del nemico esterno.
Nel primo caso siamo in presenza di uno stato che sta riorganizzando la propria posizione nel mondo, conquistando nuovi mercati o risorse, cercando di acquisire nuovi territori o obiettivi politici. Un esempio su tutti: la neonata Unione Sovietica scontava forti diffidenze da parte dei governi europei sia perchè la Russia Zarista aveva contratto enormi debiti internazionali che rischiavano di non essere più pagati, sia perchè il vento rivoluzionario avrebbe potuto spirare verso l'intera Europa. Allora i bolscevichi lanciarono l'Armata Rossa per tutta l'Europa orientale e l'Asia minore, annettendo quelle che poi sarebbero diventate Repubbliche Sovietiche. In questo senso l'URSS ha annusato l'aria per possibili complotti internazionali contro il regime sovietico e ha spiazzato tutti conquistando spazi cuscinetto per scongiurare eventuali aggressioni straniere.
Nel secondo caso, i governi per cercare ulteriore leggittimità e consenso, oppure semplicemente per coprire il dissenso pubblico, o per mobilitare forze e risorse, agitano lo spettro del 'nemico esterno'. In questo modo le forze armate, i servizi segreti, l'opinione pubblica vengono distratti e mobilitati. Caso esemplare la Germania nazista: per mobiliare l'apparato produttivo tedesco e predisporlo alle guerre di conquista, Hitler si inventò il nemico esterno e lo identificò nel giudaismo internazionale.
In entrambi i casi l'analisi del ministro dovrebbe far trasparire l'esistenza di queste forze.

In realtà, nell'intervista Frattini dice soltanto che si sta approfittando dei problemi mediatici del premier per indebolire l'immagine dell'Italia, che ciò avviene perchè i brillanti successi italiani in Afghanistan, nella cooperazione internazionale, in Russia e nel Mediterraneo hanno eroso le sfere d'influenza di altri paesi. E pertanto questi, per riconquistare posizioni attentano all'immagine del nostro paese utilizzando le debolezze di Berlusconi.

A questo punto mi preme suggerire due cose al ministro. Primo, non è vero che altri paesi puntano a ridurre il ruolo dell'Italia nel mondo. Quel ruolo è già ridotto: il PIL del nostro paese non è più tra le 8 economie più sviluppate, nella cooperazione internazionale l'Italia è il paese che spende di meno (0,35% del PIL rispetto al 4-5% di Svezia e Norvegia), in Afghanistan tutti i paesi della coalizione cercano una exit-strategy da una guerra fallimentare, in Russia i successi brillanti dell'Italia si limitano a scambi azionari tra Gazprom ed Eni o a fiorenti traffici mafiosi. Nel Mediterraneo invece, dove l'Italia poteva esercitare il ruolo di grande potenza, il governo si è limitato a ridurre i traffici su Gioia Tauro, a chiudere l'accesso agli immigrati violando le norme internazionali e pregiudicando il prestigio internazionale del paese anche coltivando palesi amicizie e simpatie con Gheddafi.

Secondo, queste manovre da parte di altri paesi per sostituirsi all'Italia nel mercato mondiale e nei rapporti con le regioni sopracitate sono normali nelle relazioni internazionali, ma questo sarà sfuggito allo studentello Frattini. Inoltre, è regola del gioco politico (tra partiti, tra individui, tra stati) approfittare delle debolezze altrui per trarre posizioni di forza o di vantaggio.
Perciò il problema maggiore che un Ministro degli Esteri dovrebbe porsi è, una volta accertata la sofferenza degli altri paesi innanzi al suo governo (vedi gli sguardi persi di Zapatero, della Merkel, le precisazioni di Barroso o di Ban-Ki-Moon), suggerire al suo capo una via di uscita mediatica e politica dall'impasse.

In altre parole, il problema vero è che, alla debolezza economica del'Italia si somma un'incapacità manifesta del Governo italiano a costruire una grand strategy per la nostra politica estera e soprattutto una imbarazzante incompatibilità del premier e dei suoi scandali con qualsiasi forma di rappresentanza istituzionale.

Un capo del governo puttaniere non può monopolizzare i summit internazionali con i suoi scandali, un governo xenofobo non può attirarsi le censure dell'ONU per il respingimento dei migranti nel Canale di Sicilia, un ministro fascista non può gestire le forze armate stanziate in Afghanistan, un ministro dell'economia che fa lo scudo fiscale non può parlare di recessione e di nuove regole per la finanza globale.

Di fronte a tutto ciò c'è da augurarsi un complotto internazionale! Che liberi l'Italia! Giusto 70 anni fa l'Italia si avventurò in una politica estera fallimentare dettata dalle ossessioni del proprio duce... ci vollero forze oscure come l'intervento degli Alleati o come i Partigiani sulle montagne, per restituire dignità, libertà e prestigio agli italiani.

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