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Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri
Così recitava l'ultima norma della "costituzione" della Fattoria degli Animali di Orwell. Mi è venuta in mente leggendo la dichiarazione di Nicolò Ghedini a proposito del lodo Alfano: "La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione".

Che Ghedini fosse un alchimista della lingua italiana, oltre che delle più elementari interpretazioni della legge non è cosa nuova, ma pensando ancora mi è venuta in mente un'altra sua celebre dichiarazione in difesa di Napoleone: "[per i fatti raccontati dalla escort Patrizia D'addario] il premier sarebbe l’utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile..." e anche questo richiama un'altra regola della Fattoria: "Nessun animale deve bere alcol. (in eccesso)"

Queste dichiarazioni mi fanno riflettere perchè le parole di Ghedini tendono a leggittimare, a rendere cogenti, normali i comportamenti del premier, e cioè che egli possa essere al di sopra della legge, che i suoi costumi possano andare oltre la morale comune.

Ma ci sono altri sospetti paralleli tra la Fattoria degli Animali e La Repubblica delle Zoccole: Napoleone, il maiale leader della fattoria comincia ad annientare i suoi avversari politici costruendo abilmente un clima di deleggittimazione; poi comincia a stravolgere la costituzione che regge la fattoria e persegue costantemente una strategia della menzogna affidando al maiale Piffero il compito di diffondere e mistificare le notizie, allo scopo di tenere il popolo allo scuro, nell'ignoranza, nell'incapacità di pensare e di criticare anche difronte all'evidenza.

Oggetivamente quello che sta avvenendo da quando Berlusconi ha fatto al sua rivoluzione: fango mediatico sugli avversari, leggi ad personam per difendere se stesso dalla legge, uno stuolo di pennivendoli che dai TG incensano il capo e mistificano la verità.



La cosa che maggiormente mi fa riflettere è il fatto che il popolo, l'intera fattoria, è completamente supino a ciò che Napoleone e Piffero dicono o fanno. Nel romanzo di Orwell, la rivoluzione era stata condotta dagli animali contro lo sfruttamento degli umani e i suoi principi cardini puntavano a non emulare lo stile di vita degli umani. Ma alla fine la sete di potere di Napoleone aveva irrimediabilmente corrotto la rivoluzione: Dodici voci si alzarono furiose, e tutte erano simili. Non c'era da chiedersi ora che cosa fosse successo al viso dei maiali: "Le creature di fuori guardavano dal maiale all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due" - si chiude così il romanzo distopico di George Orwell.

Credo che dall'estero guardino dagli italiani al maiale ed è quasi loro impossibile distinguere...

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