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"L'importante è esserci" - la lezione di don Giacomo Panizza.

 

 

"L'importante è esserci" - la lezione di don Giacomo Panizza.

Una giornata dedicata alla legalità e alla solidarietà: è Don Giacomo Panizza a concentrare l'attenzione dei ragazzi del Liceo Scientifico e dell'Agraria di Sersale. L'incontro col prete bresciano giunto in Calabria per occuparsi dei disabili e finito poi ad impegnarsi in qualunque battaglia a fianco degli ultimi, è stato organizzato dall'istituto superiore di Sersale grazie all'impegno tra gli altri del Prof. Atzeni. È stata la dirigente Afeltra a dare il benvenuto a don Giacomo ringraziandolo per l'intervento, consapevole che “da oggi anche a Sersale la cultura della legalità sarà più forte”. Anche il sindaco, Vera Scalfaro, ha voluto salutare l'iniziativa sottolineando quanto è necessario che “la legalità ci appartenga: ho subito due intimidazioni, ma amo ancora di più la mia città”. Prima che don Giacomo Panizza spiegasse agli attenti ascoltatori la sua esperienza è intervenuto anche il rappresentante degli studenti del liceo, Antonio Bianco: “Abbiamo sostenuto in questi anni Emergency, Un Ponte per... e la visista di don Giacomo era più che mai necessaria per noi studenti perché la mafia teme la cultura e la lotta per la legalità è una battaglia per il nostro futuro”.
Don Giacomo - fondatore della Comunità Progetto Sud a Lamezia nel 1976, è il riferimento oggi per una rete di associazioni locali che hanno fatto del volontariato verso i disabili prima, i bisognosi poi, la propria ragione d'essere – ha inteso sottolineare quanto siano intimamente connessi i concetti di legalità e solidarietà, alla base di tutte le battaglie condotte in nome dei disabili, dei tossicodipendenti, dei migranti, delle vittime di mafia. “La legalità è spesso intesa come legalismo” esordisce l'ospite, spiegando che a volte il formalismo burocratico, l'azzeccagarbugli di turno, sono espressioni legali ma non di legalità sostanziale, “perché la legalità non va scissa dalla vita reale, dalla solidarietà. Questa va coniugata con la propria vita, con il significato che vogliamo dare alle parole, con i valori”. Per questo don Giacomo ha esortato i ragazzi a partecipare, a vivere la loro vita, a contestare, perchè solo così si diventa maturi, si diventa cittadini, si contribuisce alla lotta per la legalità, dando sostanza quotidiana a questa parola. E l'esortazione è accompagnata da episodi di vita, da storie di comunità che don Giacomo ha raccolto nel libro “Qui ho conosciuto purgatorio, inferno e paradiso” scritto con Goffredo Fofi, prefazione di Roberto Saviano.
Un'intervista sulla propria esperienza antimafia in una città difficile come Lamezia, in una regione tristemente nota per la 'ndrangheta. E alle domande del pubblico sulle minacce subite, sulla propria missione in Calabria, sul rapporto mafia-politica risponde che “la paura rimane, ma non ho ripensamenti su ciò che ho scelto di fare”, considerando che spesso le istituzioni sembrano abbandonarti, “che tra certa politica e mafia vi è un rapporto obbligato, vivono insieme”. Ma c'è anche una Calabria che può fare le cose, che alza il capo per chiedere diritti e servizi, che sono le cose per le quali è iniziata la battaglia di don Giacomo Panizza. “In questa Calabria ho trovato molti amici, tra gli enti, le autorità, la gente comune”.
Un' esperienza che sicuramente lascerà il segno in una generazione chiamata non solo a pensare che le cose cambieranno, ma ad attuare il cambiamento.

Antonio Borelli

 

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