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I sogni proibiti di Licio Gelli: il "PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA"

Ora che il furore talebano contro Eluana si è placato, ora che Veltrusconi attende il verdetto di Sardegna, mentre operai e impiegati sfilano a Roma, i precari semplicemente non guardano neanche al loro futuro... ora è il momento di guardare con attenzione alle azioni del Governo.

E se ce ne fosse ancora bisogno, a guardar bene e a ricordar bene, tutte le scelte messe in campo dal centrodestra assomigliano sinistramente a quel "Piano di rinascita democratica" di cui Licio Gelli, gran maestro della loggia massonica P2, fu padre, ispiratore e oggi compiaciuto ammiratore.

Umberto Bossi, nel suo libro dato alle stampe nel 1995 - "Tutta la verità", Sperling&Kupfer - pagina 31-32, scriveva: «Berlusconi è la materializzazione di un sogno antico, accarezzato da quel tale Licio Gelli... Andate a rileggervi il "Piano di rinascita". Forza Italia è un partito tutt'altro che nuovo, è la riedizione - con lo stile e i mezzi degli anni Novanta - delle "premonizioni" gelliane. Al pari della Loggia P2, il partito berlusconiano è un'invenzione di uomini di potere, una creatura costruita in laboratorio e messa in circolazione attraverso il monopolio televisivo privato». E di seguito: «La P2 era nata per tutelare grandi interessi affaristico-massonici attraverso il controllo del potere politico e dei corpi dello Stato; Forza Italia nasce allo scopo di preservare il potere politico-affaristico del gruppo Fininvest e delle "entità" che lo hanno generato, non più tutelato dall'asse di ferro Dc-Psi».
Premessa e analisi giuste, però poi Bossi per amore della libertà del popolo padano ha preferito passarci sopra;
ma che ne è stato della «materializzazione del sogno accarezzato da quel tale Licio Gelli»?

Nascita di due partiti strategici , a destra e a sinistra. Sicuramente uno è il Partito della Libertà, proteso oggi a inglobare anche An (e, nell'ottica gelliana, sull'altro versante, potrebbe andar bene il Pd...).
Ripartizione di competenze fra le due Camere. Qualcosa tentato con la Bicamerale del 97, al lavoro D'Alema e Berlusconi, leader dei maggiori schieramenti. Progetto allora fallito, ma sempre in agenda, e sempre perseguito, come si vede soprattutto in questi giorni in cui i due lider dei maggiori partiti sembrano lavorare ad una totale riforma della costituzione, a partire dalla legge elettorale.
Divisione tra ruolo del Pm e del giudice, e di questo si sta occupando Angelino Alfano, Ministro di(s)Grazia e Giustizia; responsabilità del Csm verso il Parlamento . Entrambi obiettivi anch'essi da sempre nell'agenda politica di tutti i governi Berlusconi (e parzialmente raggiunti, lodo Alfano).

Riduzione del numero dei parlamentari; abolizione delle provincie; abolizione della validità legale dei titoli di studio, ma su questo la Gelmini è più avanti perchè insegue l'abolizione dell'intero diritto allo studio. Nel programma elettorale di Forza Italia e Popolo delle libertà, sempre all'attenzione.
Concessione di sgravi fiscali per il ritorno dei capitali esportati, vedi condono detto "scudo fiscale".

Controllo dei media . Tre canali televisivi acquisiti; controllo (diretto o indiretto) di svariate testate giornalistiche; propri uomini ben fidati collocati sia ai piani alti che a quelli bassi della tv pubblica (verso la quale continuano le manovre verso la privatizzazione): è questa la vicenda paradigmatica che merita di essere raccontata più estesamente.
Il Lodo Mondadori è lo scontro finanziario all'ultimo sangue che vede Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti in lotta per la conquista del gruppo Mondadori, tra plurimi clamorosi processi, avvocati corrotti e corruttori, governo e partiti in campo: prendi la Mondadori e scappa, alla fine il Cavaliere ce la fa e diventa padrone di Panorama, Epoca (oggi defunto) e di tutto il resto del più forte gruppo editoriale italiano, mentre alla Cir di De Benedetti restano La Repubblica e L'Espresso .
Ed è l'incredibile scalata della Finivest nel campo dell'editoria e della comunicazione televisiva, grazie alla famosa Legge Mammì (fortissimamente voluta da un grande amico di nome Bettino Craxi). Nata nel 1978, inizia da una Società Europea di Edizioni che controlla il Giornale; l'anno dopo arriva Telemilano, poi in sequenza ReteItalia e Publitalia; presto Telemilano, che va alla grande, si trasforma in Canale 5; nel 1983 il gruppo si espande ancora e acquisice Italia 1 e poi Rete 4 (1984), nonché il settimanale Sorrisi e canzoni , uno dei più importanti periodici di spettacolo e tv. Nel 1996, la Fininvest esce dalle attività televisive e fonda Mediaset, dove confluiscono i tre canali italiani, nonché Telecinco, la tv che nel frattempo è stata aperta in Spagna e ormai piazzata tra le più importanti reti iberiche. Una storia esemplare di come si dà l'assalto al settore-chiave dei mezzi di comunicazione, come Gelli comanda.

Ma la parte essenziale del Piano piduista, vale a dire l'assorbimento degli apparati democratici della società italiana dentro le spire di un autoritarismo legale, quella che la lunga mano berlusconiana si sforza egregiamente di portare avanti. Una manovra di lunga lena che ha subito una clamorosa accelerazione sotto l'alibi della tragedia Eluana Englaro. Un'accelerazione e anche un definitivo "svelamento".
In sequenza e contemporaneamente: attacco al capo dello Stato; modifica della Costituzione (bolscevica) una volta per tutte; rafforzamento dell'Esecutivo, colpendo insieme l'autonomia legislativa del Parlamento (pioggia di decreti) e le prerogative dell'ordine giudiziario (la falsa riforma); deriva populista (la legge sono io), previo smantellamento dello Stato di diritto e dell'equilibrio istituzionale dei poteri.

Sergio Flamigni, ex parlamentare Pci, storico del terrorismo, ha fatto parte della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2 e il suo giudizio è netto: «Licio Gelli ha ragione di essere soddisfatto dell'esecutivo Berlusconi, perché il Piano di rinascita della P2 è diventato il programma dell'attuale governo, in tutti i settori, dalla giustizia all'economia e alle riforme istituzionali. L'ispirazione fondamentale è quella».
E' già tutto scritto. Firmato Gelli.

Da Wikipedia: il "PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA"

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