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Ancora non sappiamo se la decisione di candidarsi alla segreteria del PD di Beppe Grillo sia una scelta razionale o una boutade.
Infatti Grillo è un fine stratega di marketing;, prima e meglio di altri ha capito che fondere satira, politica, economia, scienza, impegno e affari è una cosa redditizia sia in termini sociali che economici.

Grillo si inserisce nel solco dei grandi marchi che hanno deciso di astrarre dal prodotto e diventare essi stessi prodotto. Il comico genovese è come Nike, non una scarpa o una tuta, non Michael Jordan o Ronaldo: Nikè è l'idea stessa di sport!

Fuori di metafora Grillo ha saputo precorrere i tempi e anticipare verità sconvolgenti: ha mescolato consulenze scientifiche (Rifkin, Stiglitz e altri scienziati ecologisti) con il giornalismo serio (Travaglio, Vulpio, Gomez), ha fuso l'acume della satira televisiva con la potenza universale e diretta di internet.
Il suo blog è il più seguito in Italia e il 12° al mondo. attraverso questo strumento ha aggregato e creato una rete di meet-up che lavorano sui territori; poi le liste a 5 stelle e infine ha sostenuto alle europee De Magistris e Sonia Alfano, e indirettamente Di Pietro.

Per molto tempo la politica lo ha accusato di populismo, di qualunquismo, di antipolitica. Però, fosse anche una finissima strategia di marketing, Beppe Grillo ha raccolto gente attorno alle sue idee. Alcune delle quali non sono estranee alla sinistra, altre sono spiccatamente antipolitiche. Certo nessuno dice che a fianco al successo del blog, c'è il totale fallimento delle liste a 5 stelle. Ma c'è da dire che i ragazzi dei meet-up vanno a filmare i consigli comunali e che con i V-day ha raccolto le firme per 6 quesiti referendari, anche se spesso sono rigettati perchè malposti.

L'ultima strategia di Grillo e di candidarsi alla segreteria del PD. C'è chi lo teme, chi lo incoraggia, chi tenta di affossarlo. In ogni caso, Grillo ha vinto!

Con questa mossa Grillo ha seppellito il PD. Se partecipasse seriamente, probabilmente avrebbe un risultato di tutto rispetto che rinvigorirebbe il PD ma ne accelererebbe gli scossoni interni. Se partecipasse, ma senza impegno, giusto per prendere per il culo i democratici, come denunciano la Melandri e Fassino, allora le primarie sarebbero una farsa e il neoeletto segretario (tra Franceschini, Bersani e Marino) verrebbe fuori da uno spettacolo satirico.
Se invece non lo facessero partecipare allora il PD non avrebbe più nulla di democratico!

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