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In questi giorni c'è stata la sentenza della Corte Europea di Giustizia, un organo a cui fanno appello i cittadini dell'Unione quando ritengono che siano violati i loro diritti umani. La sentenza condanna l'Italia a rimuovere il crocifisso dalle aule scolastiche perchè «costituisce una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni» e una violazione alla «libertà di religione degli alunni». La curiosità è che a fare ricorso per la rimozione è stata una europeissima cittadina italiana, che ha chiesto soltanto il rispetto del principio della laicità dello stato.

Dalla sentenza a oggi ho sentito La Russa dire "devono morire" rivolto ai giudici della Corte, Feltri accusare i Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia” (dimostrando un'ignoranza mostruosa dei ruoli della corte, che giudica appunto solo in casi di violazione dei diritti umani), Berlusconi pontificare di radici cattoliche dello stato, Bersani addirittura dice che "è un simbolo innocuo"!!!
Parole a vanvera, ma la cosa che mi preoccupa è vedere su Facebook quei gruppi "contro la rimozione del crocifisso dalle scuole" e ancora di più vedere che persone che reputo abbastanza moderate aderire alle nuove crociate...

Secondo me la faccenda, ancora una volta, viene strumentalizzata ad arte dalla comunicazione qualunquistica italiana e andrebbe analizzata secondo due punti di vista:

1 - Principio della laicità dello Stato: se combiniamo quanto previsto dall'art. 3 ("È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana") e dall'art. 7 della costituzione ("Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani"), allora è abbastanza chiaro che ogni cittadino ha diritto a educare i propri figli secondo i propri convincimenti e quindi il crocifisso, essendo "convincimento" della maggioranza può ledere il mio diritto a insegnare a mio figlio di essere tollerante e ateo; ed è altrettanto chiaro che il ruolo della Chiesa cattolica è quello di curare le anime non gli arredi scolastici (tra l'altro la presenza del corcifisso è disciplinata solo ed esclusivamente da un regolamento ministeriale sugli arredi scolastici!).

2 - Principio della buona creanza: nell'ottica della convivenza pacifica tra i popoli e le culture, nella prospettiva della tolleranza e nel rispetto della massima democrazia, spetterebbe a coloro che entrano in quelle classi stabilire se rimuovere o meno il crocifisso, o se aggiungere magari anche il Buddha, la mano di fatima e il Candelabro a sette braccia...

Detto ciò, a me sembra che quel simbolo non arrechi danno a nessuno; Gesù è profeta riconosciuto dalle tre principali fedi monoteistiche, per i Buddhisti incarna anche virtù che lo stesso Buddha ha insegnato agli uomini... ma il problema si pone comunque.

Quello è anche il simbolo della Chiesa Apostolica Romana, che attraverso i simboli e le parole e attraverso l'inserimento delle radici cristiane nella costituzione europea, cerca di avere ancora un ruolo guida e, soprattutto, un bel mucchio di quattrini dallo Stato. Se i professori di religione insegnassero le religioni, la storia delle religioni, quel simbolo sarebbe solo l'arredo preferito dalla maggior parte degli studenti italiani... se la Chiesa di Roma non invadesse costantemente la vita pubblica dello Stato italiano con le leggi contro la fecondazione assistita, con gli strali contro l'aborto e contro gli omosessuali quel simbolo avrebbe ancora un valore.

Il problema vero è che, come ha scritto Natalia Ginzburg, ebrea e atea, "il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente", quel crocifisso è il simbolo della bigotteria e della contraddizione tra i principi della morale cristiana e la pratica quotidiana dei 'buoni cristiani'!

È, da duemila anni, uno “scandalo” sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”) - Marco Travaglio, Il Fatto quotidiano

L'insegnamento che si dovrebbe impartire, obbligatoriamente, a scuola dovrebbe essere La Buona Novella di Fabrizio De Andrè. Un Cristo che è prima di tutto uomo, che ha agito da uomo - e da uomo virtuoso!

Visto che invece l'azione di Papi, Presidenti, politicanti e scribacchini, a Roma come nelle nostre piccole chiese di paese, è molto lontana da quegli insegnamenti virtuosi del 'più grande rivoluzionario della storia' secondo me più che Gesù in croce sarebbe più opportuno, per rappresentare la nostra morale italiota, appendere i due ladroni!

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