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La decisione della Corte Costituzionale di bocciare (parzialmente) il cosiddetto Lodo Alfano è quantomeno un puntello alla fine della democrazia in questo paese. Dal punto di vista formale il cosiddetto lodo salvapremier è infatti un obrobrio legislativo poichè sancisce che qualcuno è diverso dagli altri cittadini, che invece dovrebbero essere tutti uguali difronte alla legge.

Per il momento pare quindi scongiurato il rischio che le più alte cariche dello stato godano di uno scudo contro l'azione investigativa e giurisdizionale della magistratura. Oggi questa legge è stata pensata per difendere un corruttore (vedi sentenza Mills), ma domani potrebbe essere utilizzata per coprire reati contro i cittadini e le loro libertà.

 

Perciò da domani dovrebbero riprendere i processi a Silvio Berlusconi, soprattutto quelli in cui è indagato per bancarotta, occultamento di capitali e corruzione (processi Mediaset, Mediatrade e Mills). In tutti e tre il nostro presidente del consiglio si è macchiato di gravi reati contro la pubblica amministrazione falsificando bilanci, occultando profitti e corrompendo un testimone: se c'è un corrotto ci sarà pure un corruttore?! E invece finora il corruttore, che casualmente è anche presidente del consgilio, è stato (il)leggittimamente impedito a presentarsi in tribunale per essere processato e, probabilmente condannato.

 

La Consulta ha quindi sancito che l'art.3 della Costituzione repubblicana è ancora vigente: tutti i cittadini sono eguali difronte alla legge. Perciò, caro Silvio, per il momento 'NTU CUUULU!

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