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Berluscorie! Lo zampino dell'utilizzatore finale sulla nave dei veleni...


Come direbbe Carlo Lucarelli, magari a prologo di una puntata di Blunotte, "anche se non esiste un grande complotto esiste comunque nella nostra storia e nella nostra società un “humus criminale”, “ambientale” addirittura, che fa in modo che tanti elementi ricorrano in un insieme di interessi comuni: imprenditori senza scrupoli, istituzioni infedeli, criminalità organizzata, politici corrotti. Un “sistema Italia” – la sua metà oscura, naturalmente - che da tempo si sostiene, si alimenta, si copre e si potegge “istintivamente”. E si rinnova.
Abbiamo ancora tante, ma tante altre tessere da raccontare per completare il mosaico."


Ecco ci sono almeno tre tessere che non si incastrano nel mosaico che il Governo Italiano sta tentando di ricomporre sulla faccenda delle "navi dei veleni" (leggi Calabriaora del 2 nov 2009). Le dichiarazioni della Prestigiacomo lasciano spazio a ulteriori dubbi sull'avventata chiusura del caso Cetraro:

1 - Incongruenza delle immagini - le riprese effettuate dalla Copernaut il 12 settembre, sul presunto relitto della Cunski, alle coordinate specificate dal pentito Fonti non corrispondono a quelle riprese dalla Mare Oceano la settimana scorsa, fondali e scenari decisamente differenti: nel video diffuso da Copernaut non si nota vegetazione, assente per le condizioni di quelle profondità, nei filamti governativi invece appaiono alghe e cime.

2 - Misurazioni incompatibili - la nave ripresa dalla Mare Oceano è lunga 95 metri, larga 12 e con murate da 6 metri, adagiata perfettamente sul fondale; la nave ripresa il 12 settembre misura 120 metri di lunghezza, 20 di larghezza e 12 di murata, risulta essere inclinata di 45° su un fianco.

3 - Differenze evidenti - le rilevazioni del Ministero dell'Ambiente certificherebbero che il relitto sia quello del Catania affondato nel 1917, ma le carte nautiche storiche lo segnalano a 3,2 miglia nord-est rispetto al posto indicato da Fonti.

Queste sono solo grosse incongruenze. Poi ci sono altri dubbi che lo stesso Lucarelli aveva riproposto ricostruendo la storia delle indagini del comandante De Grazia. Ovvero le singolari connessioni tra un losco imprenditore del Varesotto, tale ing. Comerio che viene indagato per smaltimento illegale di rifiuti pericolosi. Lo stesso aveva acquistato il brevetto per 'siluri' ripieni di porcherie che si conficcano sui fondali oceanici e, grazie al suo traffico di armi, aveva comprato i diritti di seppellimento sulla piattaforma oceanica somala. Nella casa di Comerio vengono trovati i certificati di morte di Ilaria Alpi e Miran Rhovatin, i quali avevano scoperto un losco traffico di rifiuti tra l'Europa e la Somalia con la connivenza di servizi segreti e militari italiani di stanza in Africa.
Il pentito Fonti ha fatto i nomi di politici nazionali e locali dell'epoca, di agenti dei servizi segreti e di malavitosi calabresi che gli hanno commissionato l'affondamento di 3 navi a perdere.
Negli ultimi 15 anni invece la storia delle navi dei veleni è storia di insabbiamento di indagini come i costanti trasferimenti di indagini da Reggio Calabria, a Paola, a Lamezia, a Catanzaro. E' storia della misteriosa morte del comandante Natale De Grazia. E' storia di tagli alle risorse per dimostrare con le prove, con le navi appunto, le intuizioni della procura di Paola e le dichiarazioni del pentito Fonti.

Quando l'Assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Silvestro Greco, mette a disposizione degli inquirenti un Rov per esplorare quei fondali le immagini ci parlano di un relitto pieno di fusti. La prova sembra inoppugnabile, ma dopo un mese di pesante silenzio, il Governo mostra prove diverse e non permette una controperizia!!!

Ultima coincidenza, l'ennesima coincidenza come accade spesso nei tanti misteri italiani: la Nave Oceano è di proprietà dell'armatore Attanasio, lo stesso indicato da David Mills come copertura per quei 600.000 dollari che ha intascato per coprire Mister B. nell'inchiesta di Milano sui fondi off-shore di Fininvest!

Quanto è piccolo il mondo: nel papello tra Mafia e Stato spunta sempre fuori il Signor B., nell'affaire Marrazzo si scopre che il video è passato per le mani di B., nelle storie di corruzione della Fininvest emerge un misterioso Mister B., nei registri degli iscritti alla P2 al n. 1816 risulta un certo Silvio B.
Ora anche sotto ai mari di Cetraro c'è un ombra oscura proiettata dal governo di Berlusconi.
Forse lui è sempre l'utilizzatore finale!

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