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Come ha titolato il Manifesto "Siamo milionari". Siamo già ad 1.000.000 di firme raccolte dal Forum Italiano dei movimenti per l'acqua.

Noi, i sersalesi, siamo parte di questi movimenti, siamo tra i milionari con la nostra raccolta firme: in sole due giornate (il 6 e il 20 giugno), in sole quattro ore, abbiamo raccolto ben 200 firme
a Sersale!
Quando come Circolo di Sersale abbiamo deciso di dare vita al banchetto per la raccolta, pensavamo che il silenzio mediatico e l'apatia generale verso la politica ci avrebbero regalato una comune giornata di indifferenza, invece nella prima giornata i pochi moduli di cui disponevamo si sono riempiti. Addirittura le richieste sono state così insistenti che abbiamo organizzato un'altra giornata, e molte persone si sono avvicinate, hanno voluto sapere, hanno voluto contribuire ad una battaglia che è di civiltà perchè l'acqua è un diritto e perciò non può essere mercificata.

E' questa l'idea di fondo che ha spinto alla creazione spontanea di un movimento. Donne, casalinghe, studenti e lavoratori, ognuno per se ha sentito di dover partecipare. Poi al banchetto trovandosi insieme nella stessa lotta si è discusso di quanto pesante sia l'intervento di questo governo sui diritti dei cittadini: dalla privatizzazione dell'acqua al malaffare della cricca, dal bavaglio alle mani in tasca della manovra.
Insomma senza padrini nè cappelli partitici, senza la ben che minima diffusione mediatica, l'acqua pubblica è diventata aggregatore di istanze e, speriamo, punto di rilancio di un'opposizione diffusa, non solo a questo governo, ma alla protervia del profitto sulla vita delle persone.



Come circolo PRC di Sersale, come cittadini, ci riteniamo soddisfatti per la dimostrazione di civiltà che i sersalesi hanno mostrato partecipando alla raccolta firme. A loro va tutto il nostro ringraziamento. Senza di voi siamo nessuno, in tanti siamo una forza.
Non perdiamoci di vista. Costruiamo l'alternativa, un altro mondo possibile!

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Commento da Rifondazione Sersale su 26 Giugno 2010 a 12:37
Da Calabriaora del 25 giugno 2010:

Duecento firme per l'acqua pubblica


Anche a Sersale i cittadini dicono no alla privatizzazione dell'acqua. Sono infatti oltre duecento le firme raccolte domenica da Rifondazione Comunista in poche ore nelle piazze di Sersale. Il locale circolo comunista ha aderito alla campagna referendaria indetta dal Forum Italiano dei movimenti per l'acqua pubblica, lanciata il 25 aprile scorso. I cittadini hanno sottoscritto i tre quesiti referendari proposti per l'abrogazione del cosiddetto 'decreto Ronchi' adottato dal Governo Berlusconi nello scorso novembre che accelera il processo di privatizzazione nella gestione delle risorse idriche: il primo quesito propone uno stop alla privatizzazione, il secondo invece facilita la ripubblicizzazione e il terzo tende a eliminare i profitti dalla distribuzione dell'acqua. Su scala nazionale il comitato promotore ha già conteggiato oltre un milione di firme in un clima di totale indifferenza mediatica sulla campagna, ma nel locale questi temi sembrano molto sentiti e i piccoli sforzi organizzativi sembrano essere stati premiati dalla partecipazione convinta dei cittadini, com'è avvenuto a Sersale, dove donne, studenti e lavoratori si sono messi in coda per partecipare “ad una battaglia di civiltà, qualcosa su cui si gioca il futuro dei nostri diritti, e anche delle nostre tasche” ha dichiarato ironicamente un cittadino in coda al banchetto. E infatti, ha aggiunto Pasquale Colosimo, consigliere comunale del PRC, “ritornare ad una gestione pubblica dell'acqua risponde ad un duplice obbiettivo: eliminare i profitti dalla sfera dei bisogni primari dei cittadini e razionalizzare l'erogazione dell'acqua evitando sprechi, perdite nella rete o consumi irresponsabili – elementi che sicuramente farebbero abbassare le tariffe”. Tra le pieghe del decreto Ronchi si nasconderebbe infatti un obbligo per gli enti locali a cedere ai privati la gestione dell'erogazione senza particolari impegni per questi nell'ottimizzazione della rete, nella riduzione degli sprechi né nel miglioramento dei sistemi di prelievo o di depurazione. Mentre, a detta dei promotori del referendum, la gestione pubblica spingerebbe alla gestione integrata del ciclo dell'acqua oltre che rispondere ai caratteri di universalità e accessibilità per tutti.

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