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Consiglio comunale dell'28.11.2016 - Dimissioni da consigliere comunale.

DICHIARAZIONE DA ALLEGARE AL CORPO DELLA DELIBERAZIONE - “Affidamento della gestione e manutenzione dell’acquedotto comunale, della rete idrica, della rete fognaria e del sistema di depurazione del Comune di Sersale – Approvazione schema di Capitolato Speciale d’appalto”:

 

Nel giugno del 2011 il 67% degli aventi diritto al voto, cioè 2377 sersalesi, ha espresso chiaramente la propria volontà di dichiarare l’acqua bene comune la cui gestione DEVE essere gestita pubblicamente: il messaggio degli italiani allora fu “basta profitti sull’acqua”.

Oltre 200 persone hanno sottoscritto una proposta di legge popolare regionale nella quale si ribadisce che:

L’acqua è un bene naturale ed un diritto umano universale.

Tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili.

La gestione del servizio idrico integrato è realizzata senza finalità lucrative.

 

Nel luglio del 2013 questa proposta è stata condivisa all’unanimità dal consiglio comunale di Sersale, ed è perfino stata inserita nel 2015 nella carta dei servizi idrici comunale, approvata dallo stesso consiglio comunale all’unanimità.

Il 25 e 26 aprile scorsi 726 cittadini hanno chiesto che nello statuto comunale ci fosse scritto:

“l’acqua è un diritto umano e il servizio idrico è privo di rilevanza economica”

 

Invece il consiglio comunale oggi approva un capitolato speciale d’appalto che non solo prevede la gestione privatistica del servizio ma addirittura concede ai privati di generare profitto dalla rete idrica comunale (che è dei cittadini) e la possibilità di captare nuove sorgenti d’acqua (che sono dei cittadini).

Nessuna amministrazione comunale ha mai avuto la faccia così tosta da calpestare così tante espressioni di volontà popolare. Un risultato referendario, una proposta di legge regionale e una di deliberazione popolare – la volontà di larga parte della cittadinanza - calpestati da non si sa quale interesse da assecondare: quello dei privati, dell’amministrazione, di una parte politica?

 

Quei 2377 sersalesi che hanno detto NO alla privatizzazione e ai profitti sull’acqua non sono i miei elettori ma io rispetto l’indirizzo che ci hanno dato. Per queste ragioni intendo rassegnare le mie dimissioni dalla carica di consigliere comunale, perché non intendo legittimare la scelta di chi va contro la volontà popolare. Per rispetto non dei miei elettori, ma di tutti i cittadini.

Oggi si calpesta la volontà popolare svuotando di senso non solo la partecipazione dei cittadini alle scelte, ma anche la funzione stessa del consiglio comunale. Colleghi consiglieri chi rappresentate: tutti i cittadini o interessi di pochi?

 

Con rispetto per la mia funzione ho partecipato ai lavori consiliari, ho mosso critiche, ho esercitato il controllo, ho fatto delle proposte, legittimando finora l’operato di questa aula sorda e grigia.

Oggi che le istituzioni sono così sorde e così grigie, ritorno a fare politica fuori, con i sersalesi.

 

 

Sersale, 28 novembre 2016                                                                                   Il Consigliere Comunale

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