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PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE "Acqua Pubblica"

La proposta di legge regionale di iniziativa popolare per la ripubblic..., presentata dal Coordinamento calabrese per l’acqua pubblica, non fa che dare seguito alla volontà espressa da oltre 26 milioni di cittadini italiani (oltre 800.000 in Calabria) con i referendum del giugno 2011.
Quei referendum – a partire dalla raccolta delle firme per la loro celebrazione – per la prima volta hanno posto in modo concreto e palese il tema dei beni comuni, nonostante da anni sia al centro dell’agire di tante forme associative diffuse su tutto il territorio nazionale.
Chi avrebbe dovuto compiere tutti gli atti perché quella volontà si traducesse in pratica, ha fatto e fa di tutto di tutto perché questo non avvenga. Ciò rende esplicito un nodo ormai ineludibile della società italiana: le forme della democrazia; in sostanza, le forme attraverso cui è possibile far valere le decisioni di una comunità anche di fronte alla crisi della forme tradizionali della rappresentanza politica.
Noi, convinti delle ragioni che hanno portato alla presentazione di questa legge regionale di iniziativa popolare, ne sosteniamo l’inizaitiva e invitiamo tutti i cittadini calabresi a farlo anche loro.

Nelle prossime settimane anche a Sersale daremo vita a banchetti per la raccolta firme per la proposta di legge regionale. Chi fosse interessato può informarsi presso i locali del circolo PRC di Sersale, in piazza Italia, tutti i giorni dalle 18 alle 20.

PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE
“Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell’acqua”
  1. L’acqua è un bene naturale ed un diritto umano universale. La disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili ed inviolabili della persona.
  2. L’acqua è un bene finito, indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi. Tutte le acque
    superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà. Qualsiasi uso delle acque è  effettuato salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale.
  3. La gestione del servizio idrico integrato è realizzata senza finalità lucrative, persegue finalità di carattere sociale e ambientale ed è finanziata attraverso risorse regionali e meccanismi tariffari progressivi basati su criteri di equità e solidarietà.
  4. Gli acquedotti, le fognature, gli impianti di depurazione e le altre infrastrutture afferenti al servizio idrico integrato sono proprietà degli enti locali. Tali beni sono sono inalienabili e gravati dal vincolo perpetuo di destinazione ad uso pubblico.
  5. La Regione individua con apposita legge gli Ambiti di Bacino Idrografico e disciplina le forme e i modi della cooperazione fra gli enti locali.
  6. E' istituita l'azienda pubblica regionale denominata "Acqua BeneComune Calabria" amministrata in forma di azienda speciale di diritto pubblico regionale. Gli eventuali avanzi di gestione sono finalizzati al miglioramento del servizio idrico integrato.
  7. ABC Calabria e gli altri enti locali adottano forme di democrazia partecipativa che individuino strumenti di partecipazione attiva alle decisioni sugli atti fondamentali di pianificazione, programmazione e gestione ai lavoratori del servizio idrico integrato, agli abitanti del territorio, alle associazioni ambientaliste, alle associazioni dei consumatori, ai sindacati e ai comitati di cittadini.
  8. L'erogazione giornaliera per l’alimentazione e l’igiene umana, considerata diritto umano e quantitativo minimo vitale garantito è pari a 50 litri per persona e non può essere sospesa.

Si scrive acqua, si legge democrazia

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