L'AltraSersale

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Chi non ha memoria, non ha futuro!


Otto anni fa, a Genova è avvenuta la più grande soppressione delle libertà e delle garanzie costituzionali della storia dell'Occidente moderno. In Italia, le forze di polizia, secondo un disegno architettato ad arte dall'allora Governo Berlusconi, reprimevano, manganellavano, arrestavano, torturavano, schernivano e sottoponevano a trattamenti inumani e degradanti, decine di ragazzi che avevano l'unica colpa di aver manifestato il loro dissenso.

A Genova, nel luglio del 2001 circa 300.000 persone si erano riunite per protestare contro la finanziarizzazione dell'economia, contro il dominio del capitale sull'uomo e sulla natura. Erano associazioni, cooperative, ong, movimenti di varia estrazione: ambientalisti, cattolici, terzomondisti, per i diritti civili, tutti insieme a urlare: un altro mondo è possibile!

Quel movimento, la seconda potenza mondiale, avendo previsto che la globalizzazione economica avrebbe creato la più grande crisi finanziaria e ambientale, credendo fermamente che il mercato e il profitto non possono essere l'unico ideale in cui credere, che la politica imperiale delle multinazionali stesse distruggendo foreste e culture, si era unificato in unico fiume colorato e stava travolgendo i grandi della terra in un modo del tutto pacifico.

La rete dei Social Forum stava informando, diffondendo idee e pratiche alternative al neoliberismo e questo spaventava i governi dell'Occidente. Quel movimento stava mettendo in crisi il profitto spregiudicato dei ricchi sui poveri del mondo, dei pochi sulle spalle dei molti.

Ecco che a genova venne messo quindi in atto la politica della paura e della repressione. Ricordiamo che di li a breve il mondo sarebbe entrato in una guerra di civiltà capitanata dal Presidente Bush. L'11 settembre è stato solo il pretesto per mettere in pieid una narrativa del terrore, della paura, per disorientare l'opinione pubblica mondiale. Il vero nemico non è il musulmano, è il capitale in ogni sua forma!

Ma la memoria deve servirci non solo per evitare che in futuro un qualsiasi bovaro texano possa raccontarci che esiste una guerra santa contro gli infedeli, che il sud del mondo è un posto in cui esportare la democrazia come se si esportasse Coca Cola.

La memoria deve aiutarci in questi giorni, perchè oggi stiamo arrivando al coronamento di una strategia ben precisa delle destre: eliminare qualsiasi forma di opposizione.

L'opposizione fisica, quella fatta dai cittadini con le proteste, le marce e i movimenti è difatto sconsigliabile in Italia: la polizia, in pieno stile fascista, presidia i centri del poter, difende la protervia dei pochi sugli interessi dei cittadini. A Genova lo stato ha dato un segnale inequivocabile: l'unico dialogo con i cittadini corre lungo il maganello! Da Genova, siamo passati a Chiaiano, a Vicenza, alla Val di Susa, all'Aquila, alle Università, alla chiusura delle piazze col decreto Sicurezza.

L'opposizione politica, quella condotta dai partiti della sinisra radicale e dai movimenti: per garantire gli interessi dei poteri forti, delle imprese spregiudicate, la contrstazione è stata espunta dal dibattito politico. La concetrazione, la speculazione, la falsificazione mediatica ha lavorato finemente per demonizzare la protesta, qualunque essa sia. La politica ha fatto il resto: qule movimento aveva consentito l'elaborazione di una larga opposizione a Berlusconie aveva portato il centro-sinistra alla vittoria proprio sui temi della precarietà, dell'ambiente e dei diritti civili. Le frange moderate, non permettendo il rispetto del programma dell'Unione, hanno non solo affossato il governo Prodi, ma annientato la sinistra.

L'ooposizione culturale, quella condotta sul dibattito e sull'informazione: le ultime iniziative legislative di questo governo, puntano in una sola direzione e cioè la rimozione di ogni forma di informazione che non sia quella controllata delle TV. La legge ammazza blog, le multe ai cronisti, il monopolio televisivo operano affinchè non ci sia più la possibilità di farsi un'opinione.


Questo è quanto sta avvenendo in Italia. E avviene con il tacito consenso del popolo, perchè i cittadini non sanno, non prendono coscienza e non protestano.

A genova un ragazzo è morto per protestare, perchè si ricordava di avere, di sognare un futuro.
Per mantenere la memoria.

Per Carlo Giuliani, ragazzo

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