Un nuovo modo di essere comunità. Un mondo nuovo.
LINEE PROGRAMMATICHE PER UNA NUOVA AMMINISTRAZIONE, TRASPARENTE E PARTECIPATA.
PARTECIPAZIONE COME METODO
COMUNITA’ COME OBIETTIVO
TRASPARENZA COME LINEA GUIDA
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Un cittadino non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Pericle, discorso agli Ateniesi – 461 a.C.
Tutto ciò che è condiviso tra i membri di una società diviene comune, i linguaggi, i saperi, i luoghi e gli affetti, tutto ciò che ci serve per interagire col nostro territorio è il nostro comune: il nostro modo di vivere Sersale. Questo nostro modo di vivere noi lo concepiamo come Partecipazione, per essere una Comunità.
Quando ci si candida a guidare una comunità lo si fa sulla base di valori e di visioni. Il BILANCIO - che è lo stato patrimoniale, economico e finanziario del Comune di Sersale – non garantisce la promessa di realizzare opere faraoniche, ma permette la riallocazione delle risorse per favorire i molti. Immediatamente, al nostro insediamento bisogna comunicare in modo trasparente il bilancio alla comunità: per riorganizzare le risorse, per ridare decoro, dalla manutenzione ordinaria (che negli ultimi anni è invece stata totalmente straordinaria, alla bisogna, a richiesta) alla pianificazione della prevenzione dei rischi e dei pericoli per le cose e le persone. Il territorio con l’uomo al suo centro: se condividiamo uno spazio allora ne possiamo condividere anche la cura. Una presa in carico collettiva del nostro tessuto urbanistico.
Il bilancio deve smettere di essere un’alchimia esclusiva per addetti ai lavori; un BILANCIO PARTECIPATO, ovvero spiegato, elaborato, coi cittadini serve per individuare risorse e strategie, modalità di soluzione dei problemi. Noi pensiamo che il “modello assembleare” sia un modo per coinvolgere la cittadinanza nella presa di coscienza dei problemi o nella definizione dei metodi per risolverli. La nostra vittoria sarà riportare i cittadini alle sedute consiliari, troppo desolatamente vuote in questi anni di un uomo solo al comando. VOGLIAMO LA VOSTRA PRESENZA!
Con lo stesso metodo vogliamo approvare un PSC (Piano Strutturale Comunale) credibile, che sia effettivamente lo strumento che delinea l’assetto e lo sviluppo di un territorio, non un libro di sogni irrealizzabili o un disegno adattabile alle contingenze: IL NOSTRO FUTURO DI COMUNITA’ LO DISEGNIAMO INSIEME.
Così come la messa in rete di saperi, conoscenze, competenze ci permette di elaborare un piano di sviluppo locale che valorizzi le tipicità locali, sia per attirare investitori e nuovi abitanti a cui piaccia vivere e abitare a Sersale, sia per esportare i nostri prodotti mediante alleanze commerciale con partner privati ed istituzionali.
Per essere “attrattivi” verso chi vuole visitare e vivere a Sersale abbiamo l’obbligo di migliorare lo stato del nostro abitato, aumentandone la vivibilità e la qualità abitativa. Le opere iniziate e mai completate - nella miglior tradizione di leggerezza amministrativa di destra, sinistra e “trasversale” – sono una bruttura da portare a compimento: il percorso processionale del Monte Crozze, l’ostello della gioventù (più utile se dedicato ai servizi socio-sanitari o assistenziali), il depuratore (di cui paghiamo in bolletta già il servizio da anni) sono una pessima pagina per Sersale e insieme a traffico, incuria, abbandono, sporcizia, buche. Dovremo giocoforza tentare di portare a compimento le opere, riaffidando tutti i beni patrimoniali comunali (immobili e terreni), perché nulla sia abbandonato a se stesso. Le convenzioni e l’affidamento come li abbiamo conosciuti fino ad oggi non hanno comportato la creazione di valore sociale per la comunità: coloro (privati, gruppi o associazioni) che gestiscono un bene comunale possono ‘restituire’ ai cittadini molto di più di quello che ottengono. Una migliore regolamentazione nell’interesse delle associazioni e dei privati è lo strumento per stabilire chi fa che cosa coi beni comunali.
Re-introdurre la figura del vigile urbano – non a finalità repressive, ma dissuasive – serve ad accrescere lo spirito civico dei cittadini e, senza traffico, migliora la nostra quotidianità. L’istituzione di COMITATI DI QUARTIERE e di sistemi di presa in carico e manutenzione sociale (per dare attuazione al Regolamento per il volontariato) ci serve per definire le priorità di intervento e per aumentare il decoro urbano. I cittadini si trasformano così in organi di senso dell’amministrazione perché ‘sentono’ le problematiche del quartiere, le comunicano e, attraverso esperimenti di gestione sociale degli spazi pubblici (detassazione o baratto amministrativo), possono contribuire anche a risolverle.
Allo stesso modo problemi come il randagismo, il traffico, il vandalismo possono essere risolti solo con la sensibilizzazione del cittadino al rispetto di regole ormai quasi dimenticate o applicate in alcuni casi e non in altri. Se il problema è sociale, anche la soluzione è sociale, basta solo trovare regole e strumenti per rispettarle.
L’indipendenza delle attività associative - sociali, sanitarie, sportive, ricreative, culturali, di prevenzione – è l’unica via per fare in modo che la loro azione divenga ancora più incisiva ed equilibrata. Abbiamo bisogno di un lavoro di comunità per affrontare altri problemi come la dispersione scolastica, il bullismo, il razzismo, le tossicodipendenze, la violenza domestica e contro le donne. Agevolare stimoli culturali, nuove tendenze artistiche e musicali che animano i giovani sersalesi, individuare spazi sociali per “fare” musica, teatro, ripristinare la biblioteca (con WI-FI pubblico per “mettere in rete” anche i meno abbienti) e trasformarla in luogo di aggregazione, realizzare play ground (campi sportivi di strada), sono gli unici argini alle derive individualistiche della società contemporanea.
La salute della comunità sarà sempre al primissimo posto, il poliambulatorio è al centro della nostra azione politica così come la prevenzione dei danni dovuti a inquinamento.
Puntiamo alla riunificazione degli istituti scolastici per una maggiore efficienza economica, ma soprattutto per favorire lo sviluppo dell’infanzia e dell’adolescenza in modo sinergico e non a compartimenti stagni, questo è il presupposto per avere una generazione che si conosce ed è cresciuta insieme e che è capace di essere comunità.
In questo senso il nostro non è un progetto amministrativo ma un PROGETTO DI COMUNITA’.
Per essere “attrattivi” verso chi vuole lavorare a Sersale abbiamo l’imperativo categorico di assicurare TRASPARENZA e LEGALITA’ nell’azione amministrativa. Avere richiesto il titolo di Città ci impone di funzionare come una città, di svolgere il nostro ruolo di guida sul comprensorio: in quanto siamo l’antitesi dell’isolazionismo, ci spenderemo per realizzare una unione dei comuni, per affrontare i problemi di comprensorio insieme agli altri enti. Attiveremo forme di finanziamento attraverso bandi regionali (POR) e statali (Accordi di Programma Quadro – APQ) per concretizzare gli obiettivi dei progetti infrastrutturali disegnati per il nostro territorio. Per fare ciò puntiamo a sinergie durature e proficue con professionalità e associazioni di settore presenti sul nostro territorio.
Molte professionalità, soprattutto tra i giovani, sono presenti a Sersale nel settore dei servizi (progettazione, gestione, amministrazione) e nel comparto socio-assistenziale (Terzo Settore), un patrimonio inestimabile per sviluppare servizi di assistenza alle fasce deboli, anziani, disabili, persone disagiate, da valorizzare solo attraverso un metodo di selezione meritocratica (short list) e attivando risorse dedicate alla promozione delle risorse umane. L’unico modo di dare un riconoscimento ai giovani non è attraverso i premi e le cerimonie, ma affidando loro responsabilità e ruoli nella comunità. Il lavoro è un problema, ma ciò che spinge i giovani a restare è molto spesso l’autorealizzazione, la costruzione di un progetto di vita, a Sersale.
La promozione della leale concorrenza è garanzia per chi investe sul territorio e per avere servizi di sempre maggiore qualità, la regolamentazione del commercio ambulante, il controllo dei requisiti univoci per l’esercizio dell’attività di impresa, lavorando in sinergia con gli addetti ai lavori, aiuterà l’economia sana di questa terra ed è precondizione di qualsiasi strategia di crescita economica.
Essere una città vuol dire anche dotarsi di strumenti efficaci di realizzazione dell’azione amministrativa.
Il Comune deve essere una casa di vetro, tutti i cittadini devono poter vedere quello che succede all’interno: la diffusione di informazioni chiare e trasparenti è condizione necessaria affinché i cittadini possano vedere in quale modo si formano le scelte e i provvedimenti amministrativi. Pensiamo a strumenti di condivisione potenziando il sito internet istituzionale e creando anche profili dell’ente sui social network, pensiamo ad un nuovo regolamento per l’accesso agli atti e per il funzionamento del consiglio comunale: la diretta streaming e il contatto diretto con gli eletti non sono ostacoli insormontabili per chi vuole garantire trasparenza. Le normative attuali impongono peraltro la pubblicazione dei redditi degli amministratori o dei curricula dei dirigenti e collaboratori, basta semplicemente dare attuazione a ciò che dice la legge in materia di trasparenza e di pubblicità dell’azione amministrativa.
Solo se adeguatamente informati i cittadini possono diventare consapevoli dei meccanismi di funzionamento della macchina pubblica, spettatori attivi del buon andamento e della IMPARZIALITA’ della Pubblica Amministrazione.
Con riferimento all’affidamento e alla realizzazione dei lavori (Bandi di gara, contratti, appalti, forniture), sarà aderire ad ANAC (Autorità Nazionale Anti-Corruzione) con la quale stipuleremo protocolli di intesa per avvalerci delle sue funzioni di vigilanza e trasparenza nell’ambito dei contratti pubblici. Aderiremo alla Stazione Unica Appaltante per gestire gli appalti in tutte le loro fasi, dalla impostazione di capitolati e degli schemi di contratto alle procedure di aggiudicazione. Due scelte che reputiamo strategiche per assicurare la regolarità e l’economicità della gestione dei contratti pubblici, ma soprattutto per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose e condizionamenti corruttivi.
La cultura dei beni comuni, della tutela dell’ambiente e l’interesse primario per i cittadini richiedono un nuovo approccio alla gestione dei servizi: il mantra del “privato è bello” incontra in questi anni opposizioni crescenti, sia perché il mercato non si è rivelato la soluzione di ogni male (corruzioni e disservizi sono piuttosto aumentati), sia perché a farne le spese sono stati la qualità dei servizi e i diritti dei cittadini.
Non siamo paladini del pubblico ad ogni costo, ma crediamo nell’approccio del new public management che eminenti premi nobel come Paul Krugman raccomandano alle pubbliche amministrazioni. Siamo consapevoli dei limiti di legge e di bilancio, ma proprio per questo riteniamo mettere a valore le risorse che abbiamo con una gestione differente: tra pubblico e privato, noi scegliamo il comune.
LA GESTIONE DEI SERVIZI LOCALI SARA’ PUBBLICA OVUNQUE SIA POSSIBILE.
Pensiamo di affidare alla cura collettiva la piccola manutenzione e il decoro urbano creando forme di gestione pubblica responsabile, riconsiderando il nostro ruolo di cittadini, responsabilizzando. A maggiori responsabilità per i cittadini devono corrispondere anche maggiori benefici come riduzione delle tariffe, qualità dei servizi, redistribuzione delle risorse e delle opportunità. Quello che perseguiamo è la razionalizzazione dei servizi locali.
Per esempio, pensiamo ad un servizio rifiuti avanzato e responsabile: innanzitutto occorre ridurre l’impronta ecologica (il volume dei rifiuti) attraverso la raccolta differenziata; l’umido può essere avviato a compostaggio (domestico o industriale), la frazione riciclabile può essere valorizzata mediante protocolli CONAI che garantiscano corrispettivi alle casse comunali. Se si riduce la quantità di rifiuti conferiti in discarica si crea un’economia di risparmio, mentre il riciclo può creare un’economia di valore. Le risorse così ottenute possono essere utilizzate poi per ridurre le tariffe o per migliorare il servizio. A questo riguardo pensiamo a separare la raccolta dal trasporto: abbiamo bisogno di una raccolta attenta e puntuale per avere i corrispettivi, quindi riteniamo che sistemi di piccola turnazione possano anche garantire occasioni di impiego. In questo modo l’impegno dei cittadini si trasforma in un vantaggio collettivo.
Guardiamo con interesse ai sistemi di lavoro a “turnazione” e di baratto amministrativo già sperimentati da altri comuni: impiegare manodopera locale, attraverso graduatorie trasparenti elaborate sulla base dei redditi e del nucleo familiare. Il fine è avere un servizio efficiente e offrire un sollievo a soggetti in difficoltà socio-economica, ci proponiamo anche di passare dalla cultura dell’assistenzialismo a quella del protagonismo per i soggetti portatori di handicap e di disagio psichico che possono svolgere un ruolo attivo in questo tipo di attività pubbliche.
Con la stessa logica ‘sociale’ pensiamo che la sostituzione di lampade led e/o lampioncini fotovoltaici, nonché l’installazione di sistemi di efficientamento energetico negli immobili comunali, aiutino sia a ridurre la bolletta energetica che l’impatto ambientale. La tutela dell’ambiente e delle tasche dei cittadini è la più avanzata opera di innovazione politica.
La tutela dell’ambiente insieme alla cura del paesaggio e alla qualità della vita possono effettivamente trasformare Sersale in un attrattore turistico.
Avere le più belle attrazioni turistiche della regione non è di per sé garanzia di sviluppo, il turismo è un prodotto e come tale nasce da un processo produttivo a cui partecipano gli enti pubblici ma soprattutto attori economici e sociali. La Riserva Naturale Regionale “Valli Cupe” non produce ricchezza solo con la sua esistenza: senza guide, senza siti internet e pubblicità, senza bar e ristoranti, senza hotel e uffici di informazione turistica, senza un SISTEMA DI TUTISMO LOCALE rischia di rimanere solo una bella intuizione. Gli spot hanno bisogno di concretezza per avere successo: il paese albergo, per esempio, si è rivelato solo un annuncio perché la scelta è calata dall’alto senza condivisione con gli attori economici.
È necessario mettere in rete professionalità turistiche, culturali ed enogastronomiche, per far circolare il beneficio economico. Anche in questo settore pensiamo a forme di co-gestione pubblico/privato attraverso organismi associativi compartecipati che disegnano e attuano strategie di sviluppo comuni. La Riserva Naturale Regionale delle Valli Cupe, deve essere volano di uno sviluppo armonico con ricadute collettive e non privatistiche, l’economia relazionale – cioè la relazione tra attori economici – è la sfida che abbiamo di fronte. Il ruolo di chi si assume la responsabilità dell’amministrazione è quello di favorire le relazioni tra attori individuando ruoli, garantendo servizi e fissando le regole del gioco. Ancora una volta riteniamo insostituibile, per raggiungere questo obiettivo, il ruolo dei cittadini, delle associazioni e degli attori economici. Esiste un modo per spazzare via gli interessi particolari, che si traducono nel vantaggio di pochi, ed è il metodo partecipativo. Se siamo in grado di condividere un percorso di sviluppo comune, saremo in grado di regalare alle generazioni che verranno dopo di noi un paese migliore di quello che abbiamo trovato.
Aderiremo, con convinzione, al patto dei Sindaci, che prevede la riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2020, così ottenendo i previsti finanziamenti europei.
Tutto quanto esposto, lo consideriamo “fluido”, in quanto passibile di ulteriori miglioramenti e implementazioni che ci auguriamo possano venire dalla comunità, verso la quale, già da tempo ci siamo posti in condizione di ascolto e di attenzione e su questa strada intrapresa, intendiamo proseguire.
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