L'AltraSersale

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Avevo deciso di saltare gli Europei 2012. Anche perché come al solito la nostra nazionale, al di là dei colori, non offre grandi stimoli - nè calcistici nè etici - per fare il tifo.

Si potrebbe tentare un po' di amor patrio per quel povero Prandelli, uno fuori dalle cricche al contrario del boss Marcello, uno su cui la stampa non è molto tenera come per il suo predecessore (se mai la stampa abbia avuto il coraggio di mettere in luce i difetti del nostro mondo del pallone).

Oppure si potrebbe tentare di voler bene a quel Balotelli che fa molto discutere, sia perché è una testa calda sia perché è nero: la Scozia ha schierato il suo primo calciatore di colore nel 1896, all'Italia è servito il nuovo millennio! Perché le teste calde sono ormai anomale nel mondo del calcio professionistico dove uffici stampa e manager soffocano i calciatori tra il marketing e gli affari. E una testa calda fa saltare gli schemi di questo mondo patinato e falso del pallone. Ma comunque Balotelli non è certo uno che fa del suo ruolo motivo di battaglia all'establishment; a parte qualche battuta le sue rimangono marachelle da giovane ricco, esaltate da una stampa che ha una certa puzza sotto al naso quando si tratta di un nero, una stampa che critica un mattacchione ma che assolve scommettitori e truffatori, perché italiani-bravagente.

Si potrebbe... ma ahimé Napolitano anziché sostenere Prandelli o abbracciare come un nonno Balotelli ha preferito abbracciare Buffon! Uno che, al di là della presunta innocenza nella bufera calcio-scommesse, ha avuto l'immoralità di spendere oltre 1,5 mln di  € in scommesse sportive! In sfregio alla crisi e ai poveri, l'ennesima dimostrazione che dietro ai calciatori non ci sono atleti ma solo businessman.

E l'abbraccio di Napolitano è la leggittimazione dello scommettitore, della sua scarsa eticità, almeno lo è per me: Napolitano mi ha deluso e io non tifo la sua nazionale di Buffoni!

Però.

Però, la cabala dei risultati ha decretato interessanti scontri nei quarti di finale: da un lato i buoni, l'Europa attenta e oculata, senza appunti di demerito (Francia, Rep. Ceca, Inghilterra e Germania), dall'altro i cattivi, i corrotti, i parassiti (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna). Tant'è che tutti i quotidiani si sono sbracciati per sottolineare quanto nella sfida tra Germania e Grecia si nasconda una sfida politico-economica di dimensione europea.

Dopo i soloni sulla fragilità dell'economia greca, sulla pericolosità e contagiosità delle crisi economiche dei paesi mediterranei, sulle misure di austerità che hanno condannato un'intera generazione di europei alla disoccupazione e alla povertà, se non al fallimento, per i greci sarebbe motivo di orgoglio mandare a casa i soldatini della Merkel.

Sarebbe motivo di orgoglio che i PIGS (come vengono chiamate le economie mediterranee in ambiente economico), i porci col debito sovrano a tre cifre, le economie deboli e corrotte del continente, i parassiti di Eurolandia spadroneggiassero a Euro 2012.

Mi ha colpito molto una dichiarazione di Gigi Riva: ''Simpatizzo per i poveri''. In questo caso il Portogallo, l'Italia, la Grecia e la Spagna. Anche io simpatizzo per i poveri e mi piace trovare nel calcio significati extrasportivi, perché quelli propriamente calcistici mi fanno schifo.

Perciò, per questa fase finale degli europei simpatizzo per i Porci. Porci in volo.

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