L'AltraSersale

Un nuovo modo di essere comunità. Un mondo nuovo.

Vi segnaliamo questo articolo uscito su Repubblica, per un'ottima ragione: come sapete anche Sersale è stato (finalmente) raggiunto dall'ADSL... ma come ben sapete, ci tocca pagare Alice 7 Mega e se fate un test di velocità della banda su internet, il risultato è al massimo 640 kbit/s!!!
Provare per credere (esegui il test di velocità)

Finalmente qualcuno ha cominciato a scoperchiare il vaso nel quale erano finite le promesse del Governo e di Telecom Italia, e soprattutto gli impegni strategici di Tronchetti Provera, questo gran capitano d'industria che anzichè investire un congruo bilancio per raggiungere con la fibra tutto il paese ha pensato bene di divorare il patrimonio dell'azienda in favore dei suoi fondi privati.

Il ruolo del Governo è più di programmazione strategica: un paese in ritardo tecnologico è un paese in ritardo di sviluppo! un paese in ritardo di sviluppo è un paese senza futuro!
L'Europa ci ha chiesto di adeguare la fruibilità di internet per rimuovere il digital divide, cioè il gap di accessibilità tra città e provincia, tra Italia e paesi europei; ma in Italia si sono preoccupati di favorire la fruibilità delle bollette Alice Telecom e non i servizi.

Del resto le ultime previsioni normative in tema di comunicazioni sono la legge Gasparri, sul digitale terrestre e le proposte di legge D'Alia e Carlucci, sulla stampa digitale. Le citiamo perchè sono indicative delle strategie che si intendono perseguire in questo paese.

La Gasparri impone il superamento dell'analogico televisivo in favore del digitale terrestre: a parte il diretto conflitto d'interessi monetario (il Governo incentiva l'acquisto del decoder a vantaggio di un'azienda di cui è titolare Paolo Berlusconi, vicenda per cui esiste un processo in corso) esiste anche un conflitto d'interesse strategico. Infatti puntando sul digitale terrestre si finisce per inibire gli investimenti sulla banda larga, proprio mentre cominicano a nascere le prime TV, le prime consolle, i primi sistemi di gestione amministrativa su internet. Senza banda larga lo streamingTV, le web-radio, i social network sono inutilizzabili. Però avremo sempre Maria De Filippi sui nostri schermi.

Le altre proposte invece puntano a distruggere la concorrenzialità di internet sul versante dei contenuti. Anche nell'ultimo decreto sicurezza ci sono norme per inibire la pubblicazione di video su Youtube, per fermare la pubblicazione di blog e la circolazione libera delle notizie, si rafforzano le posizioni dei colossi rispetto agli utenti (vedi il controllo che Facebook esercita sui profili dei prorpi iscritti), si ostacola la condivisione dei contenuti e l'utilizzo dei software liberi e del copyleft.

Insomma quello che vogliamo comunicare è che, al di là del rapporto pubblicato su Repubblica (visualizza pdf), quello che non ci viene detto è che la classe dirigente di questo paese (imprenditori e politica) ha paura di misurarsi con le sfide del futuro e preferisce arroccarsi in posizioni di rendita economica e di potere.
Anzichè accelerare sulle telecomunicazioni, un paese in cui l'Italia era leader mondiale, si preferisce difendere il proprio orticello: i fatturati di Telecom alle spalle degli utenti, gli interessi di Mediaset a danno di altri produttori di contenuti su piattaforma informatica.

Questo è un tema di cui si dovrebbe discutere nelle tribune politiche per le Europee. Invece siamo impegnati a capire se Berlusconi va a donnine o se i rom sono o meno geneticamente cattivi!
Sarabanda

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