L'AltraSersale

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Alcune considerazioni rivolte a coloro che voteranno SEL e centrosinistra.

Da www.rifondazione.it:

di Eugenio Pari
Quando si parla di “voto utile” come fanno Bersani e come gli fa eco Vendola, si dovrebbe dire voto utile per chi? Per fare cosa?
Voto utile per battere le destre? Bene, allora Bersani dovrebbe ricordare come mai ha sostenuto per un anno insieme a Berlusconi il governo presieduto da Mario Monti appoggiandone tutti, ma proprio tutti, i provvedimenti. Citarne alcuni è importante:controriforma delle pensioni Fornero, grazie alla quale l’età pensionabile è stata aumentata al minimo di settanta anni per tutti; disarticolazione dei diritti dei lavoratori attraverso l’abrogazione dell’art. 18; spendig review, ovvero tagli lineari alla spesa sociale e sanitaria a tutto svantaggio dei cittadini più deboli;  fiscal compact, manovra imposta dalla BCE e dai poteri finanziari che taglia 47 miliardi all’anno per  i prossimi venti anni la spesa, pesando su lavoratori e fasce deboli; conferma delle spese militari per l’acquisto dei famigerati F35 che costerà all’Italia la cifra di 18 miliardi di euro.

E SEL di Vendola ha scelto di allearsi con quel partito e di approvare delle regole capestro che le imporranno di accettare le scelte già prese dal Pd e che costituiscono la base del loro futuro sodalizio di governo. A ciò si aggiunga che niente è stato fatto per far pagare le tasse a chi evade enormi ricchezze.

Bersani ha sostenuto che con Monti si alleerà “anche se al Senato il Pd dovesse ottenere il 51%”. Quindi voto utile per cosa? E a chi?

Lo spauracchio di Berlusconi di nuovo al governo? È un’ipotesi altamente improbabile, e comunque evocare questo scenario da parte di chi come Bersani e D’Alema hanno governato 7 anni negli ultimi 18 fa ancora più arrabbiare: chi doveva approvare leggi sul conflitto d’interessi non l’ha fatto perché come sostenne Violante (da capogruppo dei Ds – l’Ulivo, precursore del Pd) il 28 febbraio 2002 “Ieri l'onorevole Adornato ha ringraziato il presidente del nostro partito [Massimo D’Alema] per aver detto che non c'è un regime. Io sono d'accordo con Massimo D'Alema: non c'è un regime sulla base dei nostri criteri. Però, cari amici e colleghi, se dovessi applicare i vostri criteri, quelli che avete applicato voi nella scorsa legislatura contro di noi, che non avevamo fatto una legge sul conflitto di interessi, non avevamo tolto le televisioni all'onorevole Berlusconi... Onorevole Anedda, la invito a consultare l'onorevole Berlusconi perché lui sa per certo che gli è stata data la garanzia piena – non adesso, nel 1994, quando ci fu il cambio di Governo – che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l'onorevole Letta. [...] A parte questo, la questione è un'altra. Voi ci avete accusato di regime nonostante non avessimo fatto il conflitto di interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni... [...] Durante i governi di centrosinistra il fatturato di Mediaset è aumentato di 25 volte”.

Rivoluzione Civile viene attaccata perché, come dice un Vendola un po’ titubante, “è un guazzabuglio” di “vecchi” politici che si nascondono dietro la prestigiosa figura di Ingroia, come se, stando solo al suo caso, lui non fosse stato eletto alla Camera a partire dal 1992 per poi lasciarla nel 2005 e da allora ricoprire l’incarico di Presidente della Regione Puglia.

Io non ho l’autorevolezza per inviare alcun appello a nessuno, una cosa però mi sento di dirla alle compagne e ai compagni che, lo dico con assoluto rispetto, decideranno di votare SEL e quindi il centrosinistra: poi non facciano finta che non si sapeva come stavano le cose. Non si sorprendano se poi le scelte del governo prenderanno altre strade rispetto a quelle che tutti i progressisti e le persone che si dichiarano di sinistra si aspettano ovvero un po’, dico un po’, di giustizia sociale in più.

Rivoluzione Civile non si presenta certo per governare, io lo considero giusto perché non penso ci siano, nelle condizioni date e imposte, le congiunture per avviare un processo di risanamento economico, sociale e culturale del Paese in senso popolare e democratico. Occorre prenderne atto e provare a ricostruire un movimento politico alternativo e progressista in grado di unire le lotte e le rivendicazioni dei cittadini, per provare a dare forza alle istanze di giustizia che sempre più sono represse dalle compatibilità economiche e dalle tattiche politiche.

Occorre una Rivoluzione. Una Rivoluzione che non si esaurisca nel momento del voto, ma che attraverso una rappresentanza, anche minima, nelle istituzioni democratiche porti alla ribalta queste lotte che invece sono state dimenticate e derubricate dalla vicenda del Paese. Per me, rivoluzione, significa non il raggiungimento di uno status quo, significa invece la continua ricerca di equilibri sociali e livelli di rappresentanza delle “classi subordinate” più alti, significa un processo di trasformazione continuo delle dinamiche politiche. Fare la “rivoluzione” non è semplicemente raggiungere il traguardo del seggio parlamentare e/o del governo, è, almeno così io lo immagino, un cammino che ci mette in relazione agli altri, che ci fa sentire meno soli nelle nostre aspettative di cambiamento e per il raggiungimento di un futuro migliore. Fare la “rivoluzione” ci richiede uno sforzo quotidiano e richiede che a cambiare prima di tutto siamo noi stessi. Lo so che molti candidati e molti “leaders” inseriti nelle liste di Rivoluzione Civile fanno pensare che questi propositi siano mortificati in partenza, ma diceva qualcuno: “se vale la pena rischiare, io mi gioco anche l'ultimo frammento di cuore”, io penso, come non mai che non solo valga la pena rischiare, ma occorra rischiare. Per cambiare non abbiamo bisogno di leaders carismatici, non possiamo delegare più ad altri le nostre istanze di cambiamento e le nostre aspettative per il futuro, abbiamo bisogno di metterci il nostro cuore e la ragione.

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Commento da Antonio Borelli su 24 Gennaio 2013 a 17:19

Non è il politichese o i politici, nè i nomi, a rappresentare la logicità, ma i contenuti. Se si trattasse solo dei nomi a garanzia della politica, non si potrebbe obiettare nulla a Bersani (uno che quantomeno sa cosa dice) né a Vendola che continua a rappresentare un modo alternativo di governare.
Si tratta dei contenuti.
E' per questo che la posizione di Grillo non mi convince: d'accordo alcuni temi sono condivisibili, ma altri sono francamente discutibili. Il fatto che per lui un membro di casapound e uno dei movimenti noTav siano uguali la dice lunga sull'idea di rinnovamento del M5S. Non si può essere fascisti e antifascisti insieme; ci sono delle posizioni che bisogna prendere, prima di tutto verso il proprio popolo, e Grillo e Casaleggio fanno l'occhiolino a fascistelli del III millennio proprio mentre si scagliano verso quelle 'corporazioni' (come la FIOM) che sono autentici baluardi contro la deriva reazionaria delle riforme Monti-Fornero in tema di lavoro e pensioni e contro il marchionnismo (competere riducendo il costo del lavoro anzichè la qualità del prodotto).
E' per i contenuti che si sceglie chi votare.
Io credo che un anno di sostegno a Monti faccia del PD un partito non improntato al cambiamento ma solo ed esclusivamente al governo: chi ha votato le riforma Fornero che riducono il diritto alla pensione e non risolvono la precarietà? chi ha votato il pareggio di bilancio in costituzione che si tradurrà in tagli obbligati al welfare e alla ricerca? chi ha votato l'IMU che preleva soldi alle famiglie per darle alle banche? chi, giusto ieri, ha votato l'acquisto dei caccia F35 e la guerra in Mali, spese militari che tolgono finanziamenti alla sanità, alla pubblica istruzione, al lavoro? chi è supino a Marchionne quando dice di innovare e poi mette in cassa integrazione gli operai?
Chi, essendo ampiamente favorito nei sondaggi, ha preferito il governo dei banchieri piuttosto che le elezioni che avrebbero portato Berlusconi ad una sconfitta sicura un anno fa?

Chi dice che, al di là del risultato elettorale, si dovrà cercare intese di governo con Monti e Casini? La risposta è Bersani e il PD, senza mezzi termini.

Difronte a questa prospettiva sarebbe utile poter votare qualcuno che controbilanci la deriva centrista del PD, E SEL dovrebbe costituire il contrappeso a questa deriva. Ma io credo che SEL abbia firmato una resa incondizionata al PD nella famosa "carta d'intenti" dove c'è scritto che "si decide a maggioranza dei gruppi parlamentari" e non si mette in discussione il fiscal compact dal quale derivano le scelte che stanno mettendo in ginocchio l'Italia. Se non si mette in discussione il principio per cui a pagare per i danni della finanza siano le banche stesse e se non si è in grado di poter contare - perchè la pattuglia di Sel sarà minoritaria nel governo PD - nelle scelte del prossimo governo in tale direzione, allora vale la pena sostenere chi, con chiarezza propone un programma antiliberista, antiberlusconiano e antimontiano.

E' per questo che ci si propone di partecipare, come singoli e come partiti, alla rivoluzione civile: non per una presunta superiorità antropologica dei PM. Ingroia ci mette la faccia, ma dietro c'è una galassia di movimenti e di attivisti che ogni giorno si confrontano con le scelte errate di questo centro-destra-sinistra.
E' una questione di prospettive: chi vota Bersani sa per certo che il suo governo sarà alleato di Monti e delle Banche, non metterà in discussione il fiscal compact e le riforme che hanno abolito diritti fondamentali come la pensione, il contratto di lavoro e il licenziamento senza giusta causa. Chi vota Bersani sa per certo che dice si alle guerre, alle spese militari.

Chi ha altre prospettive può scegliere Rivoluzione Civile, perché abbiamo passato 5 lunghi anni senza opposizione.

Non si tratta di indottrinare al voto: mai come questa tornata possiamo sentirci liberi dal voto utile. Questa volta ognuno deve votare secondo coscienza perché il prossimo parlamento dovrà prendere decisioni che cambieranno l'Italia ed è giusto che a determinare in quale direzione sarà il cambiamento concorrano più forze politiche, più visioni dell'economia e della società.

L'obiettivo di queste comunicazioni è proprio questo: promuovere una scelta consapevole di chi ci rappresenterà, non una scelta determinata dal berlusconismo e dall'antiberlusconismo di facciata. Sono i contenuti a essere importanti!

Commento da francesco su 24 Gennaio 2013 a 11:34

 Outing politico:

basta pensare che sia "logico" votare Ingroia se si viene da una formazione politica estremista  come Rifondazione Comunista, o doverlo fare perchè votando per Vendola si appoggia chi ha svariato tra Parlamento e giunte regionali o quant'altro..  Se la pensassi così avrei tranquillamente sponsorizzato M5S che di politici non si vuole circondare;  Il 22 Gennaio 1972 David Bowie faceva outing aprendo le persone al cambiamento, dopo 41 anni dobbiamo fare outing per dire che il cambiamento  segue la direzione del cambiamento. può andare verso un estremo (come abbiamo provato a fare in tutti gli anni di militanza nel PRC) o può andare verso direzioni impensabili nel momento in cui ci trova orfani di quei leader che ci hanno insegnato che le nostre idee sono ben lungi dalla politica (Bertinotti in primis); penso che la rivoluzione civile possa essere più efficiente se  condivisa  da più persone.. votare SEL non significa per me sposare le gesta di Monti e Bersani, ma poter dire la mia in un governo che governi, poter dare alito alle voci che nel Parlamento dovranno rappresentare anche le mie esigenze.. I compagni del presente saranno compagni anche in futuro solo perchè lo sono stati in passato, non c'è bisogno di appoggiare Ingroia per essere anticonformisti, ma pensare che ci sia veramente il bisogno di abolire lo stato di cose presenti... A mio avviso penso ci siano, le condizioni  per avviare un processo di risanamento economico, sociale e culturale del Paese solo perchè io ne sento il bisogno, solo perchè Vendola sembra un leader, solo perchè rappresenta un movimento, un partito, un qualcosa che penso possa proseguire nel cambiamento anche dopo Vendola... D'altra parte ammiro Ingroia, il suo coraggio e la sua caparbietà quando cercava di sensibilizzare la gente rappresentando  magistrature e lotta alle mafie... ma il suo tentativo di politica non lo abbiamo già visto con Di Pietro?? In ogni caso voglio pensare e sperare che Ingroia ci sarà anche dopo la tornata elettorale; spero che il suo movimento non perda mordente come hanno fatto tutti i comitati ed i gruppi per i referendum e le battaglie sul territorio che alla fine non ci hanno votati...

Non bisogna indottrinare ma insegnare a pensare e ad analizzare..non ammettere che si possa credere a una cosa senza prima averla compresa, altrimenti non si fa altro che creare dei fanatici e dei dogmatici.

Per Voi Compagni il mio pensiero.

Francesco Bianco

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